di Ilaria Sambucci
Ieri pomeriggio, Quartapareteroma.it ha intervistato un personaggio che ha marcato la storia della musica italiana. Compositore, editore, produttore, cantante e musicista internazionale: Piero Cassano.
Genovese Doc. è uno dei fondatori dei Matia Bazar, gruppo protagonista della musica pop italiana. Nel 1981 ha intrapreso la carriera di cantante solista e di autore. Piero Cassano vanta collaborazioni con artisti di grande successo come Mina, Eros Ramazzotti, Anna Oxa, Milva, Fausto Leali, Demis Roussos, Ginette Reno, Mireille Mathieu, Mocedades, Sergio Dalma, Dori Ghezzi, I Ricchi e Poveri, Ricardo Montaner, Gianni Morandi , Jackie Quartz e Natasha St-Pier.
Carissimo Piero, come sono nati i Matia Bazar? Sappiamo che nel 1971 tu insieme a Carlo Marrale e Aldo Stellita e Renzo “Pucci” Cochis formaste i Jet e che successivamente si aggiunse alla vostra band il magnifico batterista Giancarlo Golzi. Ma come è nata la collaborazione con Antonella Ruggiero?
Un mio amico sapendo che noi suonavamo in giro, ci ha presentato questa ragazza che cantava molto bene, tuttavia era ancora acerba in quanto non consapevole di come gestire al meglio la sua voce. Gli altri componenti sulle prime, non volevano introdurre una voce femminile nel gruppo, perchè a quei tempi tutte le band erano formate da soli uomini. Così, io e Antonella ci siamo rinchiusi in una cantina genovese, quella dei Fratelli Gaggero, dove per otto mesi, tutti i giorni per almeno sette ore eravamo lì, per cercare di capire come lei potesse utilizzare al meglio la sua voce. E così facevamo le lezioni, tentativi di pezzi e fu proprio lì, in quella cantina, che nacque Cavallo bianco.
Come hanno cambiato idea gli altri componenti del gruppo riguardo Antonella?
Quando l’Ariston, la casa discografica di quel tempo, disse che era interessata a noi come autori e non come artisti, a meno che Antonella non fosse entrata a far parte del gruppo come cantante. Infatti, precedentemente io mi ero messo in contatto con la casa discografica e gli avevo fatto sentire due brani cantati da Antonella ovvero Cavallo bianco e La strada del perdono che finirono sul nostro primo LP.
I Matia hanno avuto qualche band come modello,a cui si sono ispirati?
Assolutamente no! Noi suonavamo nei Club a Genova vicino al porto e lì arrivavano navi da tutto il mondo, soprattutto dal sud America e di notte un sacco di musicisti scendevano e venivano a suonare lì, alcuni di loro addirittura si univano e cantavano con noi. In quel periodo come esempio avevamo avuto loro, la loro cultura artistica e musicale, infatti nei nostri primi brani come Stasera che sera e Per un’ora d’amore si riesce a percepire l’anima e la tradizione latino americana, ma noi non copiammo nessun gruppo e questa fu la nostra forza. Perché quando tu copi qualcuno e hai successo, poi vuoi continuare ad imitarlo perché ti ha portato bene, invece noi abbiamo sperimentato nel tempo e iniziato con Stasera che sera e Per un’ora d’amore seguiti da Cavallo bianco e successivamente da Che male fa, Solo tu, E dirsi ciao, C’ è tutto un mondo intorno, Vacanze Romane, Ti sento. Sempre generi diversi ed è per questo che noi diciamo il genere dei Matia Bazar, perché non è stato copiato da nessuno.
Qual è la canzone che reputi più bella dei Matia Bazar?
In assoluto la più bella è Vacanze romane, ma anche Cavallo bianco, che di sicuro è la canzone più originale, fatta conoscere al grande pubblico dal duo Arbore e Boncompagni lanciandola nel programma Alto Gradimento. Tuttavia il brano che ha avuto più successo ed ha venduto e continua a vendere di più, non solo in Italia ma anche all’estero, soprattutto oggi per via delle molteplici pubblicità è Solo tu.
Sono 12 le partecipazioni al Festival di Sanremo. In quale di queste pensi che avreste dovuto meritare il podio?
Per i Matia sono 12 partecipazioni, mentre io nella mia storia di autore e produttore ne conto 21. Inoltre ho anche una vittoria in più con Adesso Tu (1986) cantato da Eros Ramazzotti, oltre alle due vittorie con i Matia con E dirsi ciao(1978) e con Messaggio d’amore (2002).
Io credo che per i Matia, il podio assoluto ci sarebbe dovuto essere nel 1983 con Vacanze Romane perché è storia della musica italiana, grazie alla creatività di Carlo Marrale e Giancarlo Golzi con la supervisione di Aldo Stellita.
I Matia Bazar hanno avuto diverse donne al comando, e che donne! Come le descriveresti?
Antonella Ruggiero è assolutamente inimitabile. Laura Valente è grandissima perché ha saputo prendere il cuore dei Matia e farlo suo, per questo la definirei cuore totale. Silvia Mezzanotte è una grande voce, una grande interprete ed una super vocalist. Roberta Faccani è grinta ed energia pura. Luna Dragonieri invece è una bella voce con una delicatezza rispettosa.
Cosa pensi della nuova formazione del gruppo?
Sono contento che il gruppo, capitanato da Fabio Perversi, che fin dal 1999 era entrato a far parte della band, stia onorando il marchio Matia Bazar perchè è importante mantenere vivo tutto il repertorio e soprattutto i grandi successi dei Matia.
Chi è stato determinante nella tua carriera artistica?
Per me è stato fondamentale l’incontro con Vito Pallavicini. Lui è stato il mio padre artistico.
Poi nella mia Genova appena ventiduenne, nel famoso bar Cecchi e nel bar Verdi, ebbi modo di incontrare i New Trolls, Ricchi e Poveri e il grande autore di testi Riccardo Mannerini, il quale mi fece conoscere Fabrizio De André e Bruno Lauzi. Poi negli anni ebbi contatti con queste persone, contatti più umani che artistici, ed è questo che mi ha formato, perché ho capito quanto l’essere persone vere, giuste, è quello che ti fa diventare un bravo artista. Loro sono stati per me maestri totali.
Quanto ti ha aiutato e supportato la famiglia nel tuo lavoro?
Cara Ilaria, mi hai fatto una domanda a cui tengo molto. In questo periodo, stando a casa per il Coronavirus, trascorro parecchio tempo con mia moglie e ogni tanto ci capita di avere scambi accesi di vedute, cosa che in passato, essendo spesso fuori ed in giro per il mondo, non capitava. Mia moglie, Claudia Ferrandi è una persona davvero stupenda. Posso dire di aver avuto il sostegno di una grande donna in tutto ciò che ho fatto. La sua bellezza rispecchia la sua grande umanità e sensibilità. Lei mi ha tanto aiutato perché con la vita che faccio non so se ci sarebbe stata un’altra persona in grado di starmi accanto e di supportarmi come ha saputo fare lei.
Hai qualche rimpianto dal punto di vista artistico?
Ho avuto dei rimpianti possiamo dire giustificati dal fatto che per dieci anni, una volta uscito dai Matia, mi sono occupato a tempo pieno di Eros, scrivendo per lui sette album e purtroppo non ho avuto più tempo di scrivere per tanti artisti tra cui Fiorella Mannoia, I Nomadi e tanti altri, anche se me lo chiesero.
Qual è il premio più importante che hai ricevuto nella tua carriera?
Oltre le tre vittorie al Festival di Sanremo, il Premio Grammy che ho vinto nel 1999 a New York per la musica latino americana.
Piero Cassano autore anche di diversi duetti. Quali vuoi ricordare?
Il duetto Pavarotti – Ramazzotti Se bastasse una canzone e il duetto Bocelli – Ramazzotti Musica è.
Inoltre, anche duetti a distanza, perché Favola cantata da Ramazzotti la riprese con arrangiamenti differenti Laura Pausini, e Una storia importante, sempre cantata da Eros, venne fatta poi da Giorgia.
Qual è il tuo cantante preferito italiano e quale quello straniero?
Io da sempre ho amato Tina Turner, senza mai pensare che un giorno avrebbe cantato una mia canzone, ovvero Cose della vita insieme ad Eros. Già con i primi Matia, quando cantavo mettevo quel gracchiato tipico della Turner, perché ero pazzo di lei.
Come cantante italiano invece, io adoro Tiziano Ferro, che esce dall’ Accademia di Sanremo (oggi chiamata Area Sanremo), che aveva come direttore artistico Giancarlo Golzi il quale ci tenne ad avermi in giuria per due anni consecutivi. Lì vidi un ragazzo di 120 Kg che cantava in una maniera strepitosa, unica, e mi ricordo che avevamo una scheda da compilare mettendo un punteggio per voce, canzone ed immagine ed io diedi 10 a tutto e all’immagine diedi 9. Al tavolo dello scrutinio gli altri miei colleghi mi dissero: “Piero, come fai a dare 9 all’immagine?” ed io dissi che era talmente bravo che messo a posto come immagine, sarebbe diventato poi una vera star della musica italiana, Tiziano mi ha fregato perché è diventato non solo una star della musica italiana ma anche di quella internazionale. Onore al merito ad Alberto Salerno e Mara Maionchi perché sono loro che hanno creato Tiziano Ferro.
Cosa ti colpisce maggiormente in un cantante?
Tu mi stai facendo una domanda talmente bella, ma per me oggi è tanto difficile rispondere. Ai giorni nostri troppa gente canta, suona e scrive più per una cieca prospettiva di fama che per reale passione. Tutti oggi vogliono apparire più che far apparire l’arte vera. Mi focalizzo sulla particolarità della timbrica della voce e l’intonazione che deve essere ottima.
Cosa pensi dell’attuale musica italiana e dei cantanti che escono dai numerosi talent?
Io dico sempre a tutti i ragazzi che le vette non sono mai state scalate sdraiati su un divano o seduti su una sedia anche se con una chitarra in mano. Ormai la discografia è diventata serva della televisione. Oggi stiamo assistendo ad uno scempio e stiamo andando sempre più alla deriva perché quest’anno l’unico giudice che si può definire tale, perché è stata per più di 30 anni un discografico è Mara Maionchi, gli altri sono giudici ciarlatani, finti conoscitori di musica e di arte. Adesso il panorama artistico è di un’infinita tristezza. Il computer ha ucciso la creatività perché i file sono già tutti pronti. Ed è per questo che ormai c’è scarsezza di genialità vera, non c’è neanche entusiasmo, perché i suoni dei file precostruiti ti fanno trovare già tutto pronto, e non bisogna che ti adoperi più di tanto. I talent illudono! Un ragazzo uscito da un talent, dopo tre mesi oppure se siamo benevoli dopo massimo un anno, vale quanto la lettera K nell’alfabeto italiano.
Che consiglio vorresti dare ai giovani che vogliono intraprendere questo mestiere?
Gavetta. Totale gavetta! Oggi purtroppo non esiste più. Vincere non è mai banale, è certamente da numeri uno. Vincere è perché hai la forza, la volontà e la capacità che non è regolata da un auto-tune, ma dalle proprie corde vocali. Fate gavetta ragazzi!!
Grazie al maestro Piero Cassano, l’immenso repertorio musicale che ci ha donato ci fa sentire fieri di essere italiani. Mi auguro che il lavoro, l’esperienza e lo spessore personale di questo grande musicista, possano orientare i nuovi artisti che sognano di lasciare il proprio segno nel mondo della musica.