Pixar alza ancora la qualità superando le aspettative sul sequel.
Inside Out 2 riempie le sale dell’estate 2024, con un successo che supera di confini generazionali. Ritroviamo Riley tredicenne, all’inizio dell’adolescenza, coetanea di quello che fu il target che più apprezzò Inside Out all’epoca della sua uscita. Anche per questo la lunga attesa del sequel sembra essere funzionale e indovinata. In un’epoca in cui si prediligono sequel e spin-off piuttosto che investire in nuovi prodotti, l’unico ostacolo è il rischio di deludere le aspettative del pubblico. Rischio che cresce in modo direttamente proporzionale all’indice di gradimento del primo film. Inside out 2 supera brillantemente l’ostacolo e sull’onda dell’originalità creativa dell’idea, cresce in fatto di maturità e cura dei dettagli.
Un gruppo di nuove emozioni, causate dall’inizio della pubertà, invadono e rivoluzionano il Quartier Generale delle emozioni di Riley. Si tratta di Ansia, Invidia, Imbarazzo ed Ennui (Noia), emozioni che sembrano funzionare in modo diverso rispetto alle precedenti e di cui sembra aver più bisogno la protagonista. Gioia, prima del loro arrivo, creò il Senso di Sé di Riley salvando tutta una serie di ricordi positivi che compongono il cuore della personalità della protagonista. Allo stesso tempo, sempre Gioia ha inventato anche un modo per eliminare quelli negativi lanciandoli nel retro della mente della ragazzina. Ora Riley deve iniziare il liceo cercare di farsi nuove amiche. Così Ansia prende il comando, lancia il Senso di Sé di Riley nel retro della mente, così che lei possa crearsi una nuova personalità più adatta a farsi accettare e diventare popolare.
Ansia rappresenta l’antagonista del film, perché tale è percepita anche nella vita. Nonostante le sue buone intenzioni, paragonabili a quelle di Gioia, ci si renderà presto conto anche dei pericoli. Se Ansia prende il sopravvento, invece di essere un’alleata si trasforma in una nemica, creando più sofferenza che benefici. In base al suo funzionamento infatti, Ansia finisce spesso per ferire Riley. Sia nelle azioni che le fa compiere, come quando sbircia nel taccuino della coach, sia con l’immaginazione. Gioia, Paura, Rabbia e Disgusto infatti, nel viaggio per recuperare il Senso di Sé di Riley, si accorgono che quel dipartimento è diventato lo staff di Ansia. L’immaginazione viene allenata da quest’ultima a produrre tutti gli scenari più tragici e pericolosi che possono capitare a Riley in ogni situazione. Questi però, anche o soprattutto perché non accaduti realmente, feriscono la protagonista.
Il culmine viene raggiunto con la rappresentazione dell’attacco di panico, un momento fondamentale del film. Viene mostrato in modo semplice ma di impatto un meccanismo che difficilmente si riesce a spiegare a parole. Quando tutte le emozioni abbracciano insieme il Senso di Sé di Riley si comprende cosa voglia dire prendersi cura di se stessi. Significa accettarsi e amarsi per come si è, senza ricercare una vana perfezione. Spesso si commettono errori, si hanno paure, si vivono esperienze negative che devono far parte del proprio senso di sé tanto quanto quelle negative, perché tutto contribuisce a renderci ciò che siamo.
Come già sottolineato più volte, è la cura dei dettagli a fare la differenza in questo film. Il personaggio del videogioco che appare pixelato, la parata delle carriere future, l’analisi di Disgusto delle micro espressioni facciali e il fatto che quando una situazione è dominata da Ansia tutto diventa arancione sono solo alcuni esempi. La differenza la fa soprattutto la creazione delle emozioni nella loro forma e personalità. Gioia, ad esempio, è l’unica ad avere i capelli di un colore diverso rispetto al corpo. Ansia è l’unica ad avere gli occhi di un colore diverso. Gioia li ha blu, uguali a quelli di Tristezza, proprio a indicare il forte legame tra le due emozioni.
Un altro dettaglio è che alcune emozioni risultano accoppiate, sia come tipologia sia visivamente. Tristezza e Imbarazzo, Disgusto e Invidia, Paura e Ansia. Ad esempio, Paura fa spesso riferimento ad Ansia come l’unica tra loro in grado di risolvere i problemi. Il fatto che Ansia agisca cercando di prevenire ogni pericolo o danno per Riley non fa che tranquillizzare Paura. Il suo compito, come esclama lei stessa, è proteggerla dalle insidie che non si vedono. Ci sono poi le emozioni degli adulti, che dimostrano il cambiamento della crescita. Al Quartier Generale dei genitori di Riley non si vedono tutte. Soprattutto però, sia Tristezza (che controlla la madre) che Rabbia (che controlla il padre) appaiono molto più moderate e al tempo stesso sfaccettate rispetto a quelle della loro figlia.
Inside Out 2 riesce, grazie all’alta qualità di ogni suo aspetto, a far passare messaggi importanti e molto attuali. La salute mentale, il grande problema di questo secolo, passa attraverso la cura e l’accettazione delle proprie emozioni, del proprio senso di sé e del proprio vissuto. Nonostante possano sembrare inutili o addirittura nemiche, tutte le emozioni hanno una loro utilità e necessitano della libertà di esprimersi, collocate nel loro spazio e tempo. Non è sopprimendole, ma è nell’equilibrio e nella cooperazione tra ognuna di esse che si trova benessere. La commovente dedica alla fine dei titoli di coda “Ai nostri bambini. Vi amiamo esattamente così come siete” racchiude il senso di tutto ciò.
Inside Out 2 – Casa di produzione: Pixar Animation Studios, Walt Disney Pictures – Regia di: Kelsey Mann – Doppiatori originali: Amy Poehler, Phyllis Smith, Maya Hawke, Kensington Tallman, Liza Lapira, Lewis Black, Tony Hale, Ayo Edebiri, Paul Walter Hauser, Adèle Exarchopoulos