Che sia cencio e cencio fu: da Prato a Catania giunge a noi la novella di abbigliamento e riciclaggi
Ci troviamo a Piazza Scammacca, il suggestivo locale che illumina il vivace centro cittadino. Il Fringe Catania Off 2025 ha già fatto il suo esordio. La rassegna avanza, gli ospiti artisti sono tanti e la stravaganza è un distintivo: di alcuni più di altri. Di Beppe Allocca, ad esempio, che dal 16 al 19 ottobre, ci ha accompagnati innanzi ad uno stare in scena vistoso e ad un tocco stilistico tipicamente toscano, alla maniera di Roberto Benigni.
La provenienza fiorentina diviene quasi un complemento, l’orpello addizionale di una teatralità estrosa, senz’altro insolita. Perché è insolita la tendenza del narrante a tessere storie e a tessere stoffe: per il teatro e per il mercato. Allocca è un monologhista dell’artigianato, o meglio ancora, del rigenerato. E quindi, alla base, una curiosa congiunzione: la scrittura di spettacoli, in un verso, e la produzione ingegnosa di accessori invernali in maglieria, nell’altro. E la stessa origine per ambedue, cioè i tessuti “di seconda mano” riconvertiti a nuova vita. Due mondi, allora: il palcoscenico e l’industria tessile, totalmente diversi ma assemblati armonicamente in un affascinante mosaico di curiosità e personaggi, passando dall’essenza intrinseca dell’indumento reinvestito alla sua restituzione in racconto.
Un racconto dal titolo Genesi del Rigenero, una denominazione intenzionale e mai casuale e involontaria. Infatti, oltre l’impiego di toscanismi che favoriscono la piacevole cadenza dialettale, l’interprete si avvale anche di accentuati richiami biblici, accanto a estrapolazioni filosofiche, etiche e letterarie di manoscritti ottocenteschi, tutti insieme trainati in direzione umoristica, ma senza scadere nella banalità e senza il rischio di sfiorare, come spesso accade in questi casi, e per i più credenti in particolare, una sgradevole piattezza.
L’ottenimento ultimo è una narrazione giocosa e scorrevole, avvincente e spiritosa: Dio e Mosè, apostoli ed eletti, discepoli e popoli tutti e finanche I Dieci Comandamenti, l’Esodo e il Giudizio Universale, che, di tanto in tanto, cedono il posto a Nietzsche, con la sua teoria dell’eterno ritorno, opportunamente reinterpretata, oppure a Curzio Malaparte, saggista-poeta e anche lui fiorentino, anzi Pratese. Perchè essere Pratesi è un merito, sottolinea Allocca nel sarcasmo drammaturgico, e il rigenerato è la nuova virtù della manifattura. Si capisce che il sarcasmo è ricorrente, seppur equilibrato, e si presenta come l’elemento alternativo perfetto per sopprimere o perlomeno assottigliare il grigiore malinconico di indumenti realizzati per contrastare le basse temperature della fredda stagione.
La rilettura satirica di testi religiosi, la cui autorevolezza non subisce contaminazione, fa di Allocca una sorta di Messaggero, un Messia, un divulgatore e quindi, in definitiva, un predicatore di un viaggio narrativo con cui facciamo ingresso nel ventre della fabbricazione tessile e della tecnica fase dopo fase, e ad essere rivelata è la clessidra del riciclo, la creazione a partire da quest’ultimo. E gli artefici tessitori prendono il nome di cenciaioli. Alla loro guida viene posta la Divinità Pratese, il cui compito è dispensare le regole del corretto riuso. Se dopo il cielo e la terra, ci fu l’uomo da plasmare, seguivano i capi da indossare, la cui lavorazione partiva da tutti i rifiuti più preziosi, stracci e scarti informi, i cenci appunto, da riordinare e redistribuire per composizione e per la più piccola sfumatura cromatica.
La redistribuzione e la conseguente destinazione da dare agli scarti, prima di procedere al riciclo, ci viene raccontata attraverso il Giudizio, l’universalità del quale è decisamente diversa dalla tradizione biblica. Così dalla valle di Bisenzio e dal distretto di Prato, nel cuore della Toscana, si eleva l’ironica sentenza che non risparmia nessuno: nessun indumento usato e nessuna moda. E lana, cotone e seta le prescelte. Dal sacro al profano, a partire dalla moda si passano a setaccio le falsificazioni delle etichette, l’uso smodato del materiale poliestere, i colori inclassificabili, il Made in Italy, i marchi come Desigual, Primark, Zara e H&M, il tutto nella perfida e crudele bestia del capitalismo e del consumismo.
Arrivati fin qui avrete pensato che i risvolti dello spettacolo coincidano con la sostenibilità. Ma il rispetto dell’ambiente, del pianeta e dell’uomo, in verità, non c’entrano nulla. La reale matrice primordiale è l’avidità pratese. Perchè il pratese è avaro e parsimonioso e gli sprechi non sono ammessi. Non si butta via niente, neanche il denaro. Dal principio siamo giunti alla fine: dal 1850 all’oggi tecnologico. Così per sempre, nei secoli dei secoli: la filiera dell’usato a Prato.
________________
Genesi del rigenero – Autore e Interprete: Beppe Allocca – Regia: Beppe Allocca e Roberta Provenzani – Luci e Costumi: Beppe Allocca – Produzione: Nicole SRL – Fringe Catania Off International Festival – Piazza Scammacca (16-19 ottobre 2025)





