In ottomila a Locarno per il cinema in piazza ma solo se è Grande!

Al via la 77a edizione del Festival di Locarno tra cinema di qualità, omaggio ai grandi del passato e tanta buona musica

Non c’è dubbio che in questo fine settimana Locarno con il suo 77° Festival del Cinema diretto da Giona A. Nazzaro sia il centro degli eventi organizzati nel Canton Ticino in Svizzera, con le proiezioni serali nella mitica Piazza Grande a scandire le lunghe notti; dove sullo schermo all’aperto più grande del mondo ottomila persone sedute in comode poltroncine munite anche di copertine, possono godere dei film in concorso in questa edizione. Come non c’è dubbio che il Festival in 77 anni sia riuscito a conquistarsi nel panorama cinematografico internazionale un proprio spazio di libertà al di fuori dalle solite logiche imposte dalle potenti major e dai capricciosi distributori, lanciando fra Cannes, Venezia e Giffoni, nuovi volti, nuovi registi, nuovi sceneggiatori, attori, attrici ma soprattutto nuove realtà produttive. 

La Rotonda di Locarno

Basti pensare che al Locarno Festival si sono affermati autori come Ermanno OlmiPaolo ed Emilio TavianiSaverio Costanzo e Lina Wertmuller e poi perché a Locarno con il cinema torna anche la grande musica con un ricco programma di concerti che animeranno tutte le sere La Rotonda che vedrà tra gli ospiti il duo pop La Rappresentante di ListaErmal Meta, il compositore svizzero Bastian Baker, Dj Diamantee tanti altri. «Un’istituzione culturale come la nostra – ci ha detto il direttore artistico Nazzaro – è’ inevitabilmente chiamata a confrontarsi con il mondo e le sue sfide, un compito difficile in un contesto globale che ha provocato mutamenti anche in campo cinematografico. La nostra è un’associazione senza scopo di lucro, un luogo dove il valore dell’arte non si riduce a semplice profitto».

E come avevamo anticipato scrivendone per Quarta Parete, la pre-apertura del Festival che si concluderà il 17 agosto è stata affidata al film fuori concorso dello scrittore italo svizzero Paolo Cognetti al suo debutto nella regia con il film Fiore mio, un emozionante viaggio sul Monte Rosa arricchito dalla colonna sonora di Vasco Brondi. Un film che Cognetti dedica alla montagna più amata, la montagna dell’amore che a causa del cambiamento climatico minaccia i ghiacciai che al tramonto si colorano di rosa in un breve tour tra rifugi in alta quota, paesaggi mozzafiato,  stambecchi,  volpi e abitanti delle valli . Il film invece che ha inaugurato questa edizione che proporrà 17 pellicole in concorso fra i quali due italiani è stato Le deluge di Gianluca Jodice, un film drammatico storico interpretato da Guillaume Canet e Mélanie Laurent nei ruoli di Luigi XVI e Maria Antonietta alla fine del loro regno in cui il re e la regina con i loro due figli furono deposti dal loro trono dalla storica Rivoluzione  che determinò un punto di non ritorno e che cambiò  per sempre la Francia e la stessa idea di Stato. Il film ha soprattutto il merito di approfondire uno dei cambiamenti politici più importanti, uno dei simboli dell’intera storia dell’Europa.

Tanti i temi legati alle politiche sociali che il Festival propone nel suo ricco carnet fra questi Renais di Klaudia Reynicke, presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival con Luana Vega e Susy Sancher una coproduzione svizzero peruviana. La  cronaca familiare ambientata a Lima nel 1992 durante un periodo tumultuoso basata sulle figure di due sorelle costrette per sopravvivere ad abbandonare insieme alla madre il proprio paese d’origine per stabilirsi negli Stati Uniti, oppure l’avveniristico Electric child che fotografa il mondo del futuro attraverso l’intelligenza artificiale e Mexico di Cesar Diaz con Berenice Bejo nel ruolo di un’attivista ribelle guatemalteca. Fra i film in concorso anche due film italiani si tratta di Sulla terra leggeri di Sara Fgaier interpretato da Andrea RenziSara Serraiocco, un film che si interroga su cosa potrebbe accadere se improvvisamente dovessimo perdere del tutto la memoria dell’amore e Luce di Luca Bellino e Silvia Luzi.

Il Pardo d’oro alla carriera sarà ad appannaggio della regista neozelandese Jane Campion, la prima regista donna a conquistare nella storia di Hollywood un Oscar con Lezioni di piano (ma anche una Palma d’oro a Cannes) dopo la nomination di Lina Wertmuller nel 1977 con Pasqualino 7 bellezze.

FOTO ORIGINALE DI SCENA LE ORE DELL'AMORE | eBay
Le ore dell’amore – Emmanuelle Riva e Ugo Tognazzi

Il Locarno Festival renderà  omaggio a tanti autori del passato fra questi quello del cinema muto di King Vidor con la copia restaurata di The crowd del 1928,  ma anche al cinema di Luciano Salce con il film restaurato dal Centro Sperimentale di Roma Le ore dell’amore,  un film del 1963 interpretato da Ugo Tognazzi e Emmanuelle Riva. Analisi amara intrisa di una forte critica sociale   nell’Italia post boom economico che  esplora le dinamiche quotidiane di una coppia, prima amanti innamorati poi sposi annoiati e tristi,  utilizzando il loro rapporto come specchio per riflettere le ipocrisie, le frustrazioni e le piccinerie della società italiana dell’epoca, forse uno dei film più maturi e riusciti di Luciano Salce.