“In alto mare”, tra sopravvivenza e supremazia. Giovani talenti al Teatro Marconi.

Unico atto; una sola scena; un testo asciutto e allo stesso tempo intenso: scelta raffinata, quella che il giovane regista Andrea Goracci porta sul palco del Teatro Marconi insieme a dei giovani promettenti, proponendo un testo di grande attualità, In alto mare, scritto dal drammaturgo polacco Mrozek nel 1961.

Luci spente. Al fruscio soave del mare si leva il sipario. Di fronte a noi tre uomini, tre naufraghi in alto mare relegati sullo spazio esiguo di una piccola zattera. Un destino ormai segnato: morire o sopravvivere. Sta a loro la scelta. Così, innescando una serie di grotteschi stratagemmi, i nostri protagonisti secondo principi discutibilmente democratici cercheranno di salvarsi la pelle, avviando un serrato meccanismo di sopravvivenza – se non un vero e proprio gioco di supremazia.

Quello che fino a poco prima sembrava fosse un mezzo di salvataggio, ecco farsi palcoscenico di un umoristico talk show. VOGLIAMO MANGIARE: quello che sembrava essere un bisogno vitale; ora – senza alcuna esitazione – diventava slogan di una vera e propria campagna propagandista. Così, chi dall’alto dei propri idealismi; chi per opportunismo; chi paventando un pragmatismo autoritario, cerca di scampare da un amaro destino: diventare cibo per i denti altrui.

Nel bel mezzo di un vivace dibattito non potevano, poi, di certo mancare dei teste: conferendo una crescente nota ilare all’intero andamento, l’apparizione di un postino e del servitore, non fa che sovvertire le carte in tavola acuendo oltretutto l’intento suprematista di ciascuno dei tre protagonisti. Sembrerà assurdo, ma alla fine non è poi così diverso da quanto quotidianamente accade in una società dove temi sociali o umani diventano esclusivamente uno strumento autoreferenziale o propagandistico della propria persona ancor prima delle proprie idee.

Una vera e propria lotta al più forte, che non può non concludersi con la scelta di una vittima sacrificale; di colui che più debole accetta di “buon grado” la propria condizione. Consapevole di non poter cambiare lo stato delle cose, è ormai felice così. In una cornice scenografica essenziale – ma dettagliatamente accurata – di fronte a noi, pertanto, a stagliarsi è una fotografia cruda e amara di un’umanità brutalmente disumanizzata.

La realtà di ieri, di oggi e… si spera non del domani.

In alto mare

Di Slawomir Mrozek

Regia di Andrea Goracci

Costumi Lucia Cipollini

Scene Antonella Rebecchini, Mattia Lampasona

Con Anania Amoroso, Livio Sapio, Luca Vergoni, Andrea Meloni, Riccardo Musto

Teatro Marconi – dal 17 al 19 marzo

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