David Litch porta al cinema il suo nuovo action. Mix di generi che regalano adrenalina pura al pubblico e ai protagonisti.
Se si mettesse dentro un mixer lo splatter alla Quentin Tarantino, l’action di Brian De Palma, la comicità dei fratelli Vanzina e i manga di Tetsuo Hara, probabilmente uscirebbe “Bullet Train”, primo grande titolo live action della nuova stagione di David Leitch. Adrenalina pura e divertimento garantito per gli spettatori di questa pellicola ambientata in un treno spinto ad altissima velocità da Tokyo a Kyoto.
Nei primi minuti del film, le luci fluo riflettono negli occhi dello spettatore che tra gli ipercromatismi tipici dei film fantascientifici, si sazia di sparatorie, killer esperti di arti marziali e battute dello stesso cinismo di tanti film del regista, ex stuntman, David Leitch.
Il suo “Bullet Train” è tratto dal romando dello scrittore giapponese Kotaro Isaka, “I sette killer dello Shinkasen”. Il 58enne (forse solo all’anagrafe) Brad Pitt è un sicario americano con un berretto alla pescatora e aria da malandrino in cerca apparente di futilità autoctone, ma in relatà cerca una preziosa valigetta. Tramite cellulare, è in continuo contatto con Maria (Sandra Bullock), che lo guida e lo redarguisce quando serve. Ovviamente non è l’unico contendente di questa ventiquattrore metallica dal contenuto misterioso, ci sono altri sicari proveniente da ogni dove: due “gemelli diversi” inglesi Tangerine, interpretato da Aaron Taylor-Johnson e Bryan Tyree-Henry è Lemon. La 23enne, ma con tanti film alle spalle, Joey Lynn King, con quello sguardo da giovane scolaretta innocente, devia tutti, o quasi. Sorpresa per gli appassionati delle musiche sudamericane, ad interpretare il killer “The Wolf” o “El Lobo” è Bad Bunny che con il suo coltello è “picante, picante como un habanero”, citando una sua strofa.
Tra il cast emergono nomi come Michael Shannon, spaventoso antagonista, Hiroyuki Sanada è l’anziano, Logan Lerman è il figlio ingrato di Morte Bianca, l’antagonista. Eccesli sono anche gli inaspettati camei di Channing Tatum, passeggero del treno con fantasie omosessuali verso alcuni protagonisti e Ryan Reynolds è “il collega primetto” di Brad Pitt, alias Ladybug.
David Leitch, un po’ come Quentin Tarantino, varia molto tra tanti generi musicali per il sound del film. Varia tra il rock d’impatto, l’elettronica e suoni di epoche diverse. Cover “made in Japan”, punk e funky. mix di generi ed epoche musicali che si sposano perfettamente con tutta la colorita pellicola del regista statunitense.
Lo spettatore di “Bullet Train” può aspettarsi sicuramente qualcosa di poco originale ma non per questo poco apprezzato, anzi: i dialoghi serrati quanto i combattimenti, violenza da cartoni animati per adulti, umorismo fumettistico, ritmo estremo, privazione di tempi morti, o se ce ne fosse uno, viene ridicolizzato da qualche battuta pungente. Non risultano noiosi nemmeno i flashback su quel che è accaduto prima.
Sicuramente in qualche scena si va anche oltre la fisicità dei corpi e dei colpi mortali, ma poi a rappresentare questa metafora della violenza dell’essere umano, torna sul genere commedia pulp.