riceviamo e pubblichiamo da Danilo Micheli
Finalmente anche gli spettatori sono protagonisti. Non sappiamo bene il motivo specifico per il quale la nostra tv è invasa dai suoi stessi spettatori, ma possiamo dedurre molte ipotesi, tutte valide. Mancanza di artisti veri e si pesca tra il pubblico per fare spettacolo, così si abbassano anche i costi, un voyeurismo in crescita e una voglia di protagonismo innescata dalla società dei consumi che vuole tutti belli ricchi e famosi. Significa proprio che la nostra umanità si è impoverita, conta più l’apparenza che l’essenza. Ma anche la classe dirigente è colpevole, non solo omette di tracciare una guida educativa (evidentemente non ha risorse) ma va a traino di malori sociali e di costume. In alcuni paesi esiste il canale educativo TV, magari con poco audience, ma fa esattamente ciò che dovrebbe fare una televisione: informazione e cultura, invece fa solo spettacolo a basso livello.
Come possiamo opporci a questa mediocrità che avanza, come possiamo difenderci da queste invasioni? Come possiamo arginare questi bombardamenti mentali che minano l’equilibrio dei nostri bambini, delle persone semplici e ingenue e di coloro che non sono culturalmente e spiritualmente preparati?
Eppure c’è qualcosa che può fare il semplice utente: una presa di coscienza collettiva, il boicottaggio e il consumo critico poi, ma deve farlo all’unisono e con ferma volontà di stare facendo una rivoluzione. Il mercato ha bisogno di consumatori e noi con le nostre prese di posizione potremmo far variare l’ago della bilancia dei consumi, influenzando la produzione, la distribuzione, la pubblicità di trasmissioni, notizie, merci. Il boicottaggio ed il consumo critico sono gli strumenti civili e pacifici, oltre il voto, in possesso a noi consumatori, vittime per ora di questa strategia di mercato, ma capaci potenzialmente di correggere, mutare e indirizzare i destini dell’intera umanità. Non è un’arma potente nelle mani dei cittadini?
Attualmente forse solo un 10% della popolazione è in grado di opporsi a questo blocco, e quindi tutto rimane come prima.
E tornando alla TV, cosa ci dobbiamo sorbire? Litigi condominiali, ricerche di parenti lontani, riappacificazioni, cuori infranti, cuori in apprensione, coppie scoppiate, coppie improbabili, quasi tutto falso, perché se fosse vero, si tratterebbe di sentimenti venduti ad un pubblico di guardoni o di esibizionismo privato, dove l’ultima nostra intimità, il pudore è trasformato in merce.
Il problema è che oggi la mercificazione viene vissuta con sincerità. In una società a tempo accelerato il corpo ha preso il posto dell’anima. I digiuni di un tempo sono le diete, gli esercizi spirituali si fanno in palestra. I valori che funzionano in questa società sono rappresentazioni di sé. Non c’è tempo di conoscersi davvero. L’importanza è apparire senza individualità: essere quello che gli altri si attendono da noi. E’ il conformismo, vizio che ci iscrive in una società anonima, dove chi è se stesso appare disadattato. (U.Galimberti)
E cosa dire delle trasmissioni nazional popolari, piene di ovvietà, retorica, condotte da marionette che farebbero rivoltare nella tomba i veri artisti di un tempo. Stendiamo poi un velo pietoso sulle ragazze contorno, bizzeffe, seminude che turbano le notti di sani contadini provinciali e pastori di montagna invadendo i loro cieli stellati e infilandosi nei loro pigiama bollenti.
Cosa resta? Telegiornali indirizzati da politici corrotti, calcio, tuttologi da salotto, quiz…..Perché non organizziamo una grande protesta popolare, iniziando a togliere l’audio sugli schermi?
In silenzio rifletteremmo e capiremmo di più le scempiaggini a cui stiamo assistendo. Certo restano le immagini, ma possiamo cancellarle con la nostra fantasia, incendiarle con la nostra immaginazione, trasformarle in cartoni animati a cui dare ruoli clowneschi con il commento ilare e diretto tra gli astanti.