La pièce di Domenico De Meo esplora con intensità il percorso emotivo di un uomo e una donna alla ricerca di se stessi e della libertà.
Il teatro contemporaneo spesso si spinge oltre i confini della narrazione lineare per esplorare l’essenza delle emozioni umane, e Un giorno diverso di Domenico De Meo ne è un esempio eloquente. Andato in scena alla Fortezza Est, questo spettacolo ha offerto al pubblico, che ha gremito la sala, un’esperienza teatrale intensa e coinvolgente, in cui il dramma psicologico si intreccia con una messinscena evocativa e simbolica.
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Sul palco, Francesca Florio e Diego Giangrasso hanno dato vita a Uomo e Donna, volutamente senza un nome proprio per “spersonificare” i due protagonisti lasciandoli nell’anonimato più totale, in modo che ogni spettatore potesse rivedersi in loro.
Due esseri intrappolati in una routine statica e alienante che hanno le movenze di de bambolotti. La loro nudità iniziale, lungi dall’essere un semplice espediente estetico, si è rivelata una scelta registica potente: un simbolo di vulnerabilità e di azzeramento, un punto di partenza necessario per il loro viaggio emotivo. La scenografia minimale – un piccolo appartamento freddo e spoglio – ha rafforzato il senso di prigionia interiore dei personaggi, mentre il ritmo scandito dal passare del tempo ha reso palpabile la loro attesa senza scopo.
Un elemento assai interessante della messinscena è la scelta di caratterizzare i due attori come bambolotti in stile Ken e Barbie, rafforzando il concetto di esseri imprigionati in una forma prestabilita e incapaci di esprimere una vera identità. L’elemento di svolta del rapporto tra i due, arriva con l’apparire in scena di un sacco contenente dei vestiti – i loro vecchi vestiti che pensavano aver completamente buttato – che costringono Uomo e Donna a rivivere il loro passato reindossando quelle vesti “appartenute” ad una vita reale .
In questo passaggio scenico-recitativo, lo spettacolo acquisisce un’intensità ancora maggiore, trasportando il pubblico in un vortice di ricordi, rimorsi e sentimenti repressi. L’atto di rivestirsi catapulta i due interpreti nella vita reale, nei drammi e nelle dinamiche familiari, di amore e tradimenti, di solitudine. L’ombra di Marco – fratello di Uomo e compagno di Donna – aleggia sulla scena, incarnando il peso della colpa e della perdita. Il suo suicidio segna il punto di non ritorno per i protagonisti, che si trovano a dover affrontare la devastazione emotiva della loro relazione clandestina.
Degni di nota i contributi video, che supportano la recitazione e amplificano la profondità narrativa dello spettacolo; attraverso lo schermo, gli spettatori vengono messi a parte delle ansie, dei timori innescati dal conflitto familiare, quanto da una gravidanza inattesa e non voluta.
Il testo di De Meo è denso e stratificato, capace di evocare domande profonde sulla libertà, il senso di colpa e il bisogno di redenzione. Le interpretazioni di Florio e Giangrasso sono potenti e partecipate: i loro corpi, le loro voci e le loro espressioni trasmettono con crudezza e autenticità il dolore e la speranza dei loro personaggi. La regia, attenta ai dettagli e al ritmo narrativo, riesce a mantenere alta la tensione emotiva fino alla fine, senza alcun calo di attenzione per tutta la durata della rappresentazione. Uno degli aspetti più affascinanti di “Un giorno diverso” è la sua capacità di lasciare interrogativi aperti. Il pubblico non è chiamato a trovare risposte definitive, ma a immergersi in un’esperienza condivisa di riflessione e catarsi. L’ultimo atto, in cui Uomo e Donna si spogliano dei vestiti impregnati di colpa, rappresenta un tentativo di rinascita, ma anche una domanda senza risposta: è davvero possibile liberarsi del passato? L’atto di svestirsi viene presentato come una soluzione estrema per rinunciare a vivere e confrontarsi con la quotidianità, ma così facendo i personaggi si ritrovano in un mondo di automi, dove l’asocialità diventa il nuovo stile di vita.
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Un giorno diverso è uno spettacolo che scuote e coinvolge, capace di parlare alle fragilità di ogni spettatore. Una messa in scena potente e coraggiosa, che conferma il teatro come spazio di esplorazione dell’animo umano. E’ la pièce per chi cerca un’esperienza teatrale intensa e profonda.
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Un giorno diverso – Drammaturgia e regia Domenico De Meo – con Francesca Florio, Diego Giangrasso – Musiche Martina De Santis – Video Addis Rossi – Scene Ariele Amodio – Costumi Simòne Gadì – Disegno luci Javer Delle Monache – Grafiche Aurora Elisei – Teatro Fortezza Est dal 6 al 8 febbraio 2025
Foto di ©Grazia Menna