Il Teatro nel Cinema

In “Anna Karenina” di Joe Wright e in “Venere in Pelliccia” di Roman Polański il Teatro diventa protagonista nei film

Il Teatro e il Cinema sono da sempre stati due mondi paralleli che si sono evoluti col tempo separatamente, con metodologie e caratteristiche che li contraddistinguono da sempre.

Aaron Johnson e Keira Knightley in “Anna Karenina” – © Web

Il primo, tempio dei greci, delle maschere comico-tragiche e regno della catarsi come fenomeno di purificazione che attraversa convenzionalmente gli spettatori. L’altro, creatore e fabbricatore di sogni che attraverso un macchinario riesce a proiettare immagini della realtà e della finzione.

Cosa mai potrebbero avere in comune i due pilastri portanti delle Arti? Alcuni importanti film hanno voluto rendere omaggio al Teatro rappresentando le commedie di grandi drammaturghi internazionali. Ma è mai possibile utilizzare il Teatro, luogo sacro in cui predomina la tridimensionalità, come scenografia di un set cinematografico? Nel film Anna Karenina di Joe Wright del 2012, il mondo classista russo dell’Ottocento viene totalmente ambientato in un teatro: partendo da terra, la platea diventa luogo d’incontro di tutte le classi sociali, seguendo anche il corso delle stagioni cicliche in Russia o diventando persino una distesa prateria di campagna. Sul palco invece, le classi più nobili, abbandonandosi a balli sfarzosi e intrighi di corte. Ma il palco ospita un altro elemento: il treno – elemento emblematico di tutto il film – su cui viaggia Anna Karenina da San Pietroburgo fino alla stazione di Mosca, dove avverrà l’incontro col Conte Aleksej Vronskij, l’ufficiale che rimarrà ammaliato dalla figura della donna. Nei piani superiori, le classi sociali meno abbienti risiedono nei luoghi più nascosti del teatro, ovvero dietro le quinte o nelle zone d’ombra sopra il palco. Joe Wright – con la preziosa collaborazione del drammaturgo e sceneggiatore britannico Tom Stoppard – ha minuziosamente studiato la struttura di un teatro ottocentesco, il Teatro Wagneriano, e lo ha riportato in chiave cinematografica, sottolineando come le strutture sociali possano adattarsi ed essere riportate alle strutture caratterizzanti di un teatro.

Ma il Teatro può diventare luogo di un gioco di potere e di un rovesciamento delle parti come avviene nel film Venere in Pelliccia del regista Roman Polański del 2013. Il regista teatrale Thomasha appena terminato i provini di uno spettacolo, un adattamento teatrale del Venere in pelliccia di Leopold von Sacher-Masoch. Un’attrice di nome Vanda arriva tardi alle audizioni. Tra le numerose suppliche e insistenze da parte dell’attrice, i due recitano sul palco, proprio come farebbero due attori sulla scena. La ragazza per l’occasione, crea l’involucro perfetto con le luci teatrali adatte per la scena e insieme si immergono in un dialogo a due, tratto dalla pièce teatrale. Durante la loro rappresentazione, la magia del Teatro viene resa evidente dal mestiere del Cinema, dove tutti i sensi degli spettatori vengono attivati: gli elementi scenici invisibili che in Teatro verrebbero solo mimati, nel film vengono percepiti dal punto di vista sonoro per dar spazio all’immaginazione, proprio per stimolare allo spettatore la magia del Teatro e tutto quello che ne consegue. Con un finale che omaggia il Teatro Greco, ovvero Le Baccanti di Euripide, dove Vanda recita dei versi in greco antico, esegue una danza rituale attorno a Thomas per poi scomparire nel nulla, abbandonandolo al proprio destino con un gesto più che teatrale.

Emmanuelle Seigner e Mathieu Amalric in “Venere in pelliccia” – © Web

È possibile quindi intrecciare Teatro e Cinema nello stesso contesto? La risposta è scritta nella scena del film del 2018 Cyrano, mon amour diretto da Alexis Michalik: nella scena finale del convento, quando Rossana aspetta la visita del suo amico Cyrano, il passaggio dalla scena teatrale al film diventa inevitabile e spontaneo. La grande quercia posta al centro della scena, i lunghi corridoi del convento prendono vita e fanno trasportare lo spettatore realmente nel contesto rappresentato.

Una cosa è certa: col Teatro e col Cinema sognare è possibile.

I credits dei film citati:

“Anna Karenina” – Soggetto dall’omonimo romanzo di Lev Tolstoj – Regia di Joe Wright – Sceneggiatura di Tom Stoppard – con Keira Knightley (Anna Karenina), Aaron Johnson (Conte Aleksej Vronskij), Jude Law (Aleksej Karenin), Matthew Macfadyen (Stepan Arkadevič Oblonskij,”Stiva”), Kelly Macdonald (Dar’ja Aleksandrovna, “Dolly”), Domhnall Gleeson (Konstantin Levin), Alicia Vikander (Ekaterina Ščerbackaja,”Kitty”), David Wilmot (Nikolai), Michelle Dockery (Principessa Mjagkaja), Emily Watson (Contessa Lydia), Eros Vlahos (Boris), Olivia Williams (Contessa Vronskaja), Holliday Grainger (La Baronessa), Steve Evets (Theodore), Buffy Davis (Agafia), Raphaël Personnaz (Aleksander Vronsky), Shirley Henderson (Meme Kartasov), Hera Hilmar (Varja Vronskaja), Ruth Wilson (Principessa “Betsy”), Bill Skarsgård (Capitano Machouten), Cara Delevingne (Contessina Sorokina), Susanne Lothar (Principessa Shcherbatskya), Pip Torrens (Principe Shcherbatsky), Alexandra Roach (Contessa Nordston), Freya Galpin (Masha Oblonsky), Cecily Morrisey (Lili Oblonsky), Theo Morrisey (Grisha Oblosnky), Octavia Morrisey (Tanya Oblonsky), Beatrice Morrisey (Vasya Oblonsky), Thomas Howes (Yashvin) – Casa di produzione Studio Canal, Working Title Films – Fotografia di Seamus McGarvey – Montaggio di Melanie Oliver – Musiche di Dario Marianelli – Scenografia di Sarah Greenwood – Costumi di Jacqueline Durran – 2012

“Venere in pelliccia” – Regia di Roman Polański – con Emmanuelle Seigner (Vanda) e Mathieu Amalric (Thomas) – Soggetto (dramma teatrale) di David Ives – Sceneggiatura di David Ives e Roman Polański – Produttori Robert Benmussa e Alain Sarde – Casa di produzione R.P. Productions, A.S. Films – Distribuzione in italiano 01 Distribution – Fotografia di Paweł Edelman – Montaggio di Hervé de Luze e Margot Meynier – Musiche di Alexandre Desplat – Scenografia di Jean Rabasse – Costumi di Dinah Collin – Trucco di Didier Lavergne – 2013

“Cyrano, mon amour” – Regia e sceneggiatura di Alexis Michalik – con Thomas Solivéres (Edmond Rostand), Olivier Gourmet (Constant Coquelin), Mathilde Seigner (Maria Legault), Tom Leeb (Léo Volny), Lucie Boujenah (Jeanne), Alice de Lencquesaing (Rosemonde Gérard), Clémentine Célarié (Sarah Bernhardt), Igor Gotesman (Jean Coquelin), Dominique Pinon (Lucien), Simon Abkarian (Ange Floury), Marc Andréoni (Marcel Floury), Jean-Michel Martial (Monsieur Honoré), Olivier Lejeune (L’ispettore), Antoine Duléry (L’attore arrogante), Alexis Michalik (Georges Feydeau), Blandine Bellavoir (Suzon), Guillaume Bouchède (L’attore scettico) – Casa di produzione Légende Films, Rosemonde Films, Umedia – Distribuzione in italiano Officine Ubu – Fotografia di Giovanni Fiore Coltellacci – 2018

Cinema & TV
Elena Salvati

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