Allo Spazio Diamante gli studi del Festival inDivenire per dare voce alle compagnie italiane di professionisti emergenti.
C’è una regola d’oro nella composizione artistica: tutto è sempre in divenire. Dal canovaccio della prima commedia dell’arte al TanzTheater di Pina Bausch, dal mainstream del jazz al flusso di coscienza di James Joyce, la chiave di volta dell’arte è la ricerca, continua, rischiosa, estenuante. Un abbandonarsi consapevole alle suggestioni e ai suggerimenti, alle intuizioni e alle scoperte.
inDivenire, Festival dell’arte scenica alla sua IV edizione ideato da Alessandro Longobardi e con la direzione artistica del regista e giornalista Giampiero Cicciò, è ora in corso a Roma, presso lo Spazio Diamante in via Prenestina, per dar voce alle compagnie italiane di professionisti emergenti.
Il progetto è interessante: 16 compagnie, 16 studi. Bozzetti, della durata di 30 o 35 minuti al massimo e poi il confronto con il pubblico. Autori, registi e attori di fronte al giudizio della giuria e degli spettatori, di fronte alle domande, alle risposte e al processo in divenire delle loro idee. Una possibilità data agli artisti di non forzare gli esiti del percorso creativo bensì di dilatarlo, mettendo al vaglio della sperimentazione il proprio campione di spettacolo. Non è detto, pertanto, che la prima a cui si assiste durante il Festival sia poi la resa definitiva della rappresentazione. Nel divenire degli studi in scena si compartecipa e l’arte assume così la sua veste forse più nobile, di emblema di condivisione e comune presa di conoscenza.
Tra i progetti selezionati per questa edizione 2023 troviamo Scomodi di Silvia Maria Vitale, con Valentina Martino Ghiglia, Alessandra De Pascalis e Giuseppe Coppola, per la regia del collettivo della Compagnia P.G.A. Scarl. Una scomoda indagine sulla malattia mentale, esasperata nelle premesse e chissà negli esiti.
Nella ricerca ossessiva di una donna, Maria, i tre protagonisti, due donne e un uomo, sembrano cercare l’assoluzione per le proprie manie. La scena è scarna, squallida quanto basta per restituire allo spettatore la visione lucida e distaccata di uno sguardo psicopatico, colorata solo ogni tanto da sprazzi di una comicità volutamente isterica.
Il giudizio sembra essere netto: la malattia mentale è rovinosa, violenta, soffre di una mancanza totale di empatia, è manipolatoria e subdola, necessita di nascondere e di nascondersi.
I tre attori, in alcuni passaggi, sembrano diventare un solo personaggio, specchiandosi l’un l’altro nella gestualità e nei movimenti. Assumono pose da fantoccio, urlano e ridono, cedendo ogni tanto alla realtà invadente delle emozioni. Si vergognano.
L’incontro che segue lo studio, nelle parole degli stessi esecutori, conferma un’impostazione teorica scomoda e netta. Si parla di psicopatici distinguendo un loro da un noi, sottolineando i tratti malati e pericolosi dei soggetti oggetto di studio, tanto da risultare troppo. Si lascia intendere la volontà di estremizzare e ci si domanda se sia per offendere la verità o per difenderla. Una verità certamente scomoda, da qualsiasi punto di vista la si voglia analizzare.
Il bozzetto riesce comunque a interessare e l’abbattimento della quarta parete funziona. Quando gli attori si mescolano al pubblico, attraversando la platea e infilandosi tra le poltrone, ci si sente chiamati in causa, perché domandano di più della sola attenzione. Forse, da opera in divenire, sarà la risposta di chi guarda a definire quanto malato è un malato mentale.
In giuria: Sonia Barbadoro, Emanuele Baroni, Riccardo Bocci, Annalisa Canfora, Giampiero Cicciò, Isabella Di Cola, Gianni Guardigli, Rossella Marchi, Luciano Melchionna, Andrea Pocosgnich. Per i premi miglior Promozione Web e Visual in giuria sarà curata da Livia Clementi e Davide Di Nardo.
Festival inDivenire dal 17 al 29 gennaio 2023
Credits:
PRESIDENTE: Alessandro Longobardi
DIRETTORE ARTISTICO: Giampiero Cicciò
SEDE OPERATIVA: Spazio Diamante
ORGANIZZAZIONE: Viola Produzioni
COORDINATORE TECNICO: Gianluca Tomasella