Il sogno di un Nietzsche umano… fin troppo umano!

Sul palco dell’OFF/OFF Theatre, Ennio Coltorti racconta “Il sogno di Nietzsche” sospeso tra genio e fragilità umana.

Fin troppo a lungo il pensiero filosofico di Nietzsche è stato indebitamente associato al nazionalsocialismo, in particolare all’ideologia nazista. Se Nietzsche fosse qui oggi – vista l’attuale tendenza a doversi dichiarare, spesso in modo ripetitivo e anacronistico, anti qualcosa per ottenere, molto probabilmente, consenso comune (e sia chiaro, non è mia intenzione avvallare né sottovalutare certe posizioni di potere) si professerebbe con fermezza un dissidente di quel nazismo che, travisando il concetto di Übermensch (Superuomo) e di Volontà di potenza, ne fece un simbolo culturale per giustificare e legittimare il dominio ariano e il darwinismo sociale.  Le sue parole, però, parlano chiaro: il suo pensiero e il suo intelletto incarnano la libertà, la creatività e la trasgressione dei dogmi. Elementi che, già di per sé, lo pongono in netta opposizione a qualsiasi forma di oppressione e totalitarismo.

Adriana Ortolani, Ennio Coltorti e Emiliano Coltorti

Un preambolo, questo, necessario per inquadrare il raffinato testo di Maricla Boggio, che, rispettando fedelmente la matrice filologica degli scritti del filosofo, ci regala un ritratto di Nietzsche nei suoi aspetti più umani, sinceri, sentimentali. Un Nietzsche spogliato da sovrastrutture moralistiche e metafisiche; rivelato nella sua essenza più autentica: un Nietzsche umano…. Fin troppo umano!

Così, traendo spunto dai fitti carteggi – qui sapientemente evocati da voci fuori campo in un sapiente uso drammaturgico delle luci – con Lou Salomè (della quale è attratto sia intellettualmente che sentimentalmente, cedendo così alle pulsioni dell’inconscio) e Paul Rée (di cui ammira, almeno inizialmente, il fervore intellettuale), oltre che dalla sua ultima opera Ecce Homo, il testo mette in scena un complesso – quanto singolare, per l’epoca – rapporto a tre. In questo rapporto “di amorosi sensi” tanto affettivi quanto intellettuali, Nietzsche cerca di sublimare il proprio intelletto e il proprio desiderio di realizzazione. Tuttavia, quel sogno di una vita si infrange sotto il peso delle convenzioni, dei moralismi, delle pulsioni inconsce contro cui avevano lottato. Il risultato è, pertanto, una lotta interiore tra ragione e passione; tra filosofia e sentimento; dove proprio nelle debolezze e fragilità umane si svela il cuore della filosofia Nietzschiana. Ci viene restituito così, un pensiero in cui ragione e pulsione emotiva coesistono, ricollocando il concetto di Superuomo – strumentalizzato dall’ideologia nazista – in una dimensione profondamente umanistica.

Adriana Ortolani e Emiliano Coltorti

Senza alcuna pretesa di sperimentazione – e lungi dall’essere un limite – la pièce si radica nelle tradizioni più classiche del teatro. Dall’impeccabile recitazione prosastica degli interpreti alle scelte scenografiche essenziali, ma funzionali; tutto contribuisce a mettere in risalto la dualità del filosofo.  Gli scrim sullo sfondo e gli elementi scenici immutabili separano la scena in due livelli concettuali: da una parte il genio folle e schizofrenico di Nietzsche con le sue reminiscenze; dall’altra, un Nietzsche più intimo, che si rivela nelle sue debolezze e contraddizioni tipicamente e imprescindibilmente umane. È qui, che Il passato e il presente si rivelano come fili che si intrecciano e tutto ciò che accade ritorna, tutto si incontra e si avvolge su sé stesso. È così che si diventa ciò che si è: unicamente, Friedrich Nietzsche.

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Il sogno di Nietzsche. Di Maricla Boggio. Con Ennio Coltorti, Adriana Ortolani, Emiliano Coltorti. Regia, Ennio Coltorti. Costumi, Rita Forzano. Selezione musicale, Sergio Pietro. OFF/OFF Theatre, 14 – 16 gennaio 2025