Il Santo per antonomasia nel brillante monologo di Giovanni Scifoni
di Gabriele Almansi
C’è aria di allegra convivialità al Teatro Sala Umberto di Roma, quella di una periodica riunione di amici, quelli che seguono da anni Giovanni Scifoni quando si dedica al palcoscenico, fra un film e una serie televisiva.
L’artista neocatecumenale ha inanellato in tempi recenti vari monologhisu temi prossimi alla fede religiosa, senza pretese di apostolato ma con dichiarati intenti divulgativi. Nella sua ultima fatica affronta il Santo dei Santi, il Patrono d’Italia come venne consacrato nel Ventennio, il Poverello d’Assisi, noto con il soprannome di Francesco, attribuitogli a probabile causa delle origini d’oltralpe della madre: all’anagrafe Giovanni di Pietro di Bernardone.
Ne propone un ritratto concreto, non agiografico e non psicanalitico; ne riassume le scelte senza giudicarle, interrogandosi sul suo carisma e sulla preminente popolarità del santo rispetto ai suoi pur notevoli “colleghi” . Dall’infanzia inquieta nella bottega paterna alla ambita carriera nelle armi, dalla sorprendente conversione giunta poco prima di partecipare alla Crociata all’inatteso placet papale alla predicazione (“l’oratore di Dio”), poi gli scontri interni alla confraternita fino alla realizzazione del primo presepe a Greccio (ne ricorrono ora gli 800 anni) fino alla morte fra i suoi più fedeli compagni.
C’è ironia e rispetto, nel testo dello spettacolo diretto da Francesco Brandi, c’è sia contemporaneità sia storicità nella narrazione, c’è un ritmo perfettamente assistito dal mirabile trio di musicisti composto da Luciano Di Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli alle prese con strumenti antichi.
Ma c’è prima di tutto la grande capacità affabulatoria dell’interprete coniugata a un sapiente e disinvolto uso del corpo, anche in giullarate e danze, che non evocano né riecheggiano illustri e trascorsi mattatori della scena con materia analoga, né romani né milanesi, per intenderci. E le doti canore, già evidenziate anche nei passati allestimenti di musical, da Jesus Christ Superstar ad Alleluja brava gente di una ventina d’anni fa, ribadiscono la versatilità di Scifoni.Il frugale impianto scenico, voluto dallo stesso regista, è un palchetto che funge anche da supporto per un fondale via via disegnato dall’attore medesimo fino al finale coup de thèatre.Pubblico foltissimo di evidente fede scifoniana, che asseconda grato le interazioni e che viene generosamente e letteralmente abbracciato a spettacolo concluso dal popolare protagonista, anche scrittore nonchè premiato autore televisivo e web.
Frà. San Francesco, la superstar del medioevo di e con Giovanni Scifoni – Regia di Francesco Ferdinando Brandi – strumenti antichi: Luciano Di Giandomenico, Maurizio Picchiò, Stefano Carloncelli – musiche di Luciano Di Giandomenico – produzione Viola Produzioni – Centro di produzione teatrale in collaborazione con Teatro Carcano – distribuzione Mismaonda – Teatro Sala Umberto dal 5 al 23 dicembre 2023