edipo re

Il potere della verità nell’Edipo Re di De Rosa

Un viaggio di verità e destino al Teatro Nazionale di Genova, tra regia raffinata, interpretazioni magistrali e scenografie che catturano l’essenza della tragedia classica.

Portare in scena la tragedia classica per eccellenza, l’opera perfetta, non è sicuramente un’impresa per tutti. Come sempre, difatti, ero molto titubante prima di assistere a questa messinscena, ma per fortuna esistono ancora i registi in grado di sorprendere e affascinare. Andrea De Rosa con il suo Edipo Re vince la sfida della tragedia perfetta, portando in scena una traduzione contemporanea assolutamente perfetta.

Edipo re
ph Andrea Macchia

Ad accogliere il numeroso pubblico del Teatro Nazionale di Genova è un sipario aperto che mostra una scena dominata dal nero e dall’oro. Ed è con le scene intelligentemente studiate da Daniele Spanò che l’opera ha inizio ancor prima dell’arrivo degli attori, prima ancora che si spengano le luci, grazie a questa atmosfera cupa, che già raccoglie un’impalpabile e latente verità, un senso di colpa che si tramanda da secoli.

La drammaturgia dell’opera è affidata a Fabrizio Sinisi che in questa versione rispetta fedelmente il mito dal punto di vista filologico, ma sposta l’attenzione su ciò che, come esseri umani, non riusciamo a controllare né a comprendere: l’inesorabilità e l’inspiegabilità del destino. In questa prospettiva, il vero protagonista nascosto e artefice della tragedia non è più l’eroe tebano, ma Apollo, dio vendicativo e capriccioso, che si manifesta ora attraverso le ambigue parole di Tiresia, ora in quelle cariche di sangue e dolore dei messaggeri.  

Il percorso antieroico di Edipo, dalle colpe inconsapevoli come il parricidio e l’incesto, al confronto (solo narrato) con la Sfinge, fino allo scontro diretto con i propri limiti umani, è reso come un viaggio di consapevolezza intenso e violento

In scena, tutto questo è reso con maestria da un gruppo di interpreti eccellenti: Francesca Cutolo e Francesca Della Monica incarnano la voce corale di una Tebe in disfacimento, mentre Fabio Pasquini presta ambiguità e complessità al personaggio di Creonte. Frédérique Loliée offre una Giocasta intensa ed elegante, chiamata a confrontarsi con un destino ineluttabile, mentre Roberto Latini interpreta Tiresia e Apollo, figura multiforme e intrusa, custode di verità ineludibili.

Infine, Marco Foschi, con grande capacità attoriale, dà vita a un Edipo re profondamente umano, la cui solidità si sgretola fino a trasformarsi in una maschera di dolore e follia: Foschi offre agli spettatori una toccante interpretazione dell’uomo sconfitto, sopraffatto da un destino implacabile, aggrappato fino all’ultimo a un ostinato rifiuto della verità, che tuttavia lo insegue senza tregua.

A incorniciare e dare ancor più drammaticità alla storia vi è il disegno luci curato da Pasquale Mari, che con un intelligente studio dà un valore semantico a queste luci calde, che cambiano direzione e puntano a una verità che via via si scopre.

L‘Edipo Re diretto da Andrea De Rosa dimostra come, nel teatro di parola capace di dar vita al corpo scenico, bastano una consapevolezza intellettuale e un coinvolgimento emotivo per accendere l’attenzione sul presente. Attraverso un testo tradotto con passione e una regia chiara ed elegante, si invita a un impegno responsabile verso il nostro tempo, che dobbiamo essere pronti ad affrontare.

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Edipo Re è, prima di essere tragedia della libertà e prima ancora di essere tragedia della sessualità, come colto da Freud, una suprema e inestricabile tragedia della luce. Al centro vi è il rapporto dell’uomo – e, di riflesso, della società – con la verità e con la visione di essa. Vedere la verità può accecare, rivelarsi insopportabile e, infine, bruciare lo sguardo, fino a condurre, per un crudele contrappasso, alla totale cecità. Ed è così, che dopo secoli, studi, influenze nel mondo della teatro, della letteratura, della psicanalisi, della filologia etc, Edipo continua a stupirci e a insegnarci il potere della verità.

E dopo un’ora e un quarto di spettacolo, gli applausi sono interminabili, bravi, bravi.

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Edipo Re di Sofocle – traduzione Fabrizio Sinisi – adattamento e regia Andrea De Rosa – con (in o.a.) Francesca Cutolo (coro), Francesca Della Monica (coro), Marco Foschi (Edipo), Roberto Latini (Tiresia), Frédérique Loliée (Giocasta), Fabio Pasquini (Creonte) – scene Daniele Spanò – luci Pasquale Mari – suono G.U.P. Alcaro – costumi Graziella Pepe (realizzati presso Laboratorio di Sartoria del PICCOLO TEATRO DI MILANO – TEATRO D’EUROPA) – produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura, Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale – Durata: 1 ora e 15 minuti (atto unico) – Visto il 21 gennaio 2025 presso il Teatro Ivo Chiesa di Genova