Il regista racconta la sua visione dell’opera di Tony Cucchiara, l’attualità dei suoi messaggi e la lotta tra bene e male nel mondo di oggi.
Torna in scena al Teatro Orione lo storico musical degli anni ‘70 di Tony Cucchiara Caino e Abele, che racconta l’eterno scontro tra Bene e Male, attraverso personaggi storici, letterari e mitologici. Adamo ed Eva, Caino e Abele, Gesù e il tradimento di Giuda, San Francesco e Santa Chiara, Giulietta e Romeo, Giovanna D’Arco, Anna Frank, fino ad arrivare a esempi presenti di ingiustizia e sofferenza come i migranti di oggi.
A dirigere questo colossal del teatro musicale è Ariele Vincenti, drammaturgo, attore e regista teatrale. Nato a Roma nel 1977, laureato al D.A.M.S. e diplomato nella scuola di recitazione Teatro e Azione, è stato aiuto regia e actor coach nei musical Faust e Evita. Nel 2016 ha debuttato con il monologo Marocchinate, scritto in collaborazione con Simone Cristicchi, dove racconta i soprusi perpetrati a danno di migliaia di donne ciociare durante la guerra. È autore e regista di numerosi spettacoli, dove alle volte recita anche. Citiamo Storie Bastarde, I matti di Dio, Ago Capitano Silenzioso, Vita da Cani, La Tovaglia di Trilussa e lo spettacolo Dalle Sbarre alle Stelle, realizzato con 12 detenuti del carcere di Pescara.
Abbiamo avuto modo di intervistare Ariele Vincenti in occasione del debutto romano del 31 marzo di questa nuova versione di Caino e Abele da lui riproposta e aggiornata. Una conversazione che ha coinvolto temi importanti, come il conflitto tra Male e Bene nell’epoca contemporanea, il valore simbolico di alcuni personaggi e le scelte artistiche adottate nella messa in scena.
Perché hai sentito l’esigenza di riportare nei teatri questo celebre musical e cosa ha di importante da dirci?
L ‘idea è stata del produttore Massimiliano Franco che dopo Forza Venite Gente mi ha riaffidato questo nuovo progetto L’esigenza che ho avuto da subito è stata evidenziare i grandi messaggi dell’opera che purtroppo sono attuali oggi ancora di più di 50 anni fa…
Quali elementi di continuità ci sono con il musical originale di Tony Cucchiara e quali novità?
Sono partito dalle canzoni a cui ho aggiunto circa 40 minuti tra recitazione e coreografie di Dalila Frassanito. Gli arrangiamenti sono del Maestro Marco Iardella e le scenografie di Alessandro Chiti e i costumi di Dora Onorato .Il lavoro di un anno che abbiamo fatto mira ad avvicinare la gente ai grandi personaggi e ai temi universali dello spettacolo come l’eterna contrapposizione tra il bene e il male…tra la pace e la guerra…tra innocenti e colpevoli…tra ultimi e potenti usando un linguaggio aderente ai tempi che viviamo incastonato all’interno dei canoni della regia moderna in modo che sia usufruibile ad ogni tipo di pubblico che in questo modo può conoscere le storie di Giovanna D’arco Romeo e Giulietta Giuda e Gesù e tanti altri in modo schietto ,realistico e senza retorica…
Come combattere una forza sleale e subdola come il male?
Agendo con onestà in tutto quello che facciamo ognuno nel suo piccolo. Non bisogna pensare solo al nostro orticello ma dobbiamo imparare a sentirci parte di una comunità. Approcciarci sempre con umiltà e curiosità davanti a ciò che non conosciamo solo così possiamo combattere il male che oggi si manifesta sotto diverse spoglie. Dobbiamo saper distinguere…trovare altri linguaggi di comunicazione senza filtri e cercare di fare ognuno il suo lavoro con sincerità e passione solo così possiamo realmente cambiare le cose.
Cosa rappresenta per te Gesù, una figura spirituale o storica?
Gesù rappresenta entrambe le cose anche se ritengo sia soggettivo…io ci vedo gli ultimi, i dimenticati, coloro che vivono ai margini di una società che non è interessata a loro ma anzi è sempre pronta a giudicare superficialmente…oppure quelli che non fanno audience o che non hanno i follower, a Roma.si chiamano i “pori Cristi” ognuno ha i suoi…
Romeo e Giulietta in questo discorso di archetipi del bene e del male cosa simboleggiano?
Rappresentano la purezza dei giovani contrapposta alla corruzione di sentimenti ed emozione degli adulti.
Quali sono nella storia contemporanea esempi estremi di ingiustizia che divengono simbolo del male nella nostra epoca e quali sono invece alcune figure che a tuo parere gli si contrappongono a favore del bene?
Sono i barconi con mamme e bambini rispediti al mittente…i bambini che vengono uccisi a Gaza, le popolazioni civili bombardate, .lo sfruttamento umano, le ingiustizie sociali…ma la lista, purtroppo è molto più lunga. La contrapposizione al male sono tutti coloro che tendono una mano verso l’altro…come dice Trilussa: “ E me consolo che in un’epoca nera come questa s’incontri ancora quarche bon cristiano che, se sto pe’ cascà, me dà una mano”.