di Maria Ester Campese
Per fare un salto tra le fiabe, attraverso l’arte, quale miglior occasione se non quella che ci viene offerta da Victor Nizovtsev. Classe 1965, Victor è un pittore russo che ci introduce in quello che è un magico luogo fatto di immagini che spaziano dal fantasy a isole marine con tanto di ammalianti sirene, fino a giungere a produzioni di spiccato folclore russo e con bimbi prossimi alle ninne nanne.
A soli nove anni frequentava già la scuola d’arte per bambini di Kotovsk per proseguire gli studi all’Ilia Repin College for Art di Chisinau. La sua formazione si è conclusa presso la prestigiosa Università Vera Muhina per le arti industriali di San Pietroburgo, in Russia.
Osservare i suoi dipinti è come poter fare un balzo all’indietro nel tempo e tornare ai dolcissimi ricordi infantili quando per addormentarci ci veniva narrata una fiaba. È proprio questa l’emozione che ci fornisce l’artista catapultandoci in un universo composito decifrabile attraverso un lessico di immagini che stuzzicano l’immaginifico.
In queste suggestive opere che includono una miriade di affascinanti simbolismi possiamo respirare la sospensione dal contesto di una vita quotidiana ordinaria in favore di un mondo felice e fantasioso. Anche la scelta del materiale utilizzato per la realizzazione le sue tele sembra dar enfasi ai soggetti dipinti. Le figure emergono in modo vivace grazie ai luccicanti smalti, oltre che i classici colori ad olio, che sembrano dar loro vita propria.
La sua è un’arte viva che non si rivolge al pubblico per il piacere di mostrarsi ma fa sì che lo spettatore diventi partecipe del narrato. Lo fa attraverso l’emozione dei bagliori delle sue ispirazioni che generosamente ci trasferisce con i protagonisti di queste sue favole. Non sono lezzosi, ma persone semplici, talora dalla dura vita, con grandi scarponi e “manone” lavoratrici che sottendono un cuore generoso.
Tra tutte le serie delle sue opere, particolarmente suggestiva quella delle fluttuanti sirene che aggraziate volgono uno sguardo persuasivo e coinvolgente tra bagliori di squame d’orate e vermiglie chiome. Queste figure mitologiche si approssimano allo stile aureo di Klimt che, proprio attraverso l’uso del color oro, riusciva a dare profondità alle sue opere, caricandole di emozione.
Ci si riappropria, attraverso l’osservazione di queste pitture, di quella energia creativa primaria propria dei bimbi per i quali l’impossibile è vicino e realizzabile. Da piccoli infatti è vivida e intatta la capacità di sospendere le convinzioni razionali potendo osservare il creato scevro da preconcetti. Ogni ipotesi è accettabile e possibile.
Con le loro piccole manine allungate verso la luna, i bimbi ci insegnano che con semplici gesti fatti di cuore possiamo trascinare fino a noi le cose. Alternativamente possono decidere di volare fin lassù per addormentarsi cullati dallo spicchio luminoso in cielo tra le dorate stelle.
Vogliamo concludere questo nostro dolce percorso tra le favole con una dichiarazione dello stesso artista che dice: “Spero che i miei quadri diano alla gente un piccolo assaggio della loro infanzia e ispirerà le loro storie. Come l’infanzia stessa, il mondo dei miei quadri non ha regole restrittive. È veramente un mondo dove tutto è possibile e tutto è intrigante. Potete vedere scorci di realtà nel mio lavoro, ma questi hanno senso solo se si guarda a loro con gli occhi di un bambino”.