La magia dell’incontro. L’incontro che scombussola i piani. Assumono nuova forma, aprono e chiudono un cerchio. Il cerchio disegnato dall’amore. L’amore per la vita, la fede a dare speranza e spiegazione, i rimedi e le vie d’uscita offerte dalla scienza. Un sapere che in ultimo però ha origine dall’uomo e ad esso ritorna. Linfa, quella che sgorga senza preavviso dalle emozioni. È il miracolo dell’esistenza.
Lo spettacolo “Il miracolo” ha debuttato lo scorso 11 gennaio al Teatro Cometa Off, Rione Testaccio. Scritto con maestria da Franca De Angelis e puntualmente diretto da Christian Angeli. Regia asciutta, scenografia essenziale. Il palcoscenico trasformato in uno studio medico: due sedie e un tavolo che vengono continuamente spostati. Buio e luce. Scatti irrequieti che sono cifra di una narrazione a strappi. Anna Cianca e Galliano Mariani sono protagonisti incapaci di stare fermi, sempre in movimento. Rimpallano come flipper tra i propri stati d’animo. Suor Teresa crede di essere incinta e sulle onde della gioia si precipita come un uragano in uno studio medico. Qui trova lo stanco Sergio, medico disamorato della vita e in procinto di raggiungere il luogo dove ha chiesto di esser aiutato a morire.
Quell’incontro accende una miriade di connessioni e sviluppi. Sergio si toglie la maschera e confessa. Vuole farla finita perché la scomparsa del suo amato Lorenzo ha tolto senso alla sua esistenza. Insostenibile il dolore. Sorella Teresa conosceva il sacerdote Lorenzo, era sua amica e sapeva della loro relazione. Sergio le confessa che avrebbero voluto diventare genitori. Ma entra in scena la malattia e si prende tutto, sogni e progetti. La malattia aleggia anche su Teresa, convinta di avere in grembo un dono di Dio, un bambino concepito senza rapporti carnali e in un’età dove la fertilità per la donna è ormai una chimera. Sergio da buon medico chiede evidenze, prove che avvalorino la pancia gonfia della sorella. Lei cede dopo una strenua lotta di nervi. Gli esami supportano i timori di Sergio, non è un bambino quella palla che sta crescendo. E la vita di Teresa è in serio pericolo. Testarda e sempre positiva lei si attacca alla fede, e non importa che il convento l’abbia nel frattempo etichettata e cacciata. Non importa che le sue condizioni di salute a un certo punto precipitino.
Le sedute in studio si fanno sempre più frequenti e familiari. Sedimenta un rapporto di rispetto, comprensione e complicità. I due si aprono ai sorrisi, arrivano a ballare a braccetto sulle note di un musical, come proiettati d’improvviso a Broadway. È tutto molto coinvolgente, ma scritto con estremo garbo. Il pubblico apprezza e risponde.
Teresa trova in Sergio un nuovo riferimento, Sergio trae dai racconti di Teresa la forza di elaborare il lutto in una chiave diversa. Gli accenti cambiano sillaba, da gravi e sulla perdita slittano sugli acuti e il ricordo. Al punto che Sergio strappa le carte pronte per il fine-vita e rimane in questo mondo, per fare da padre a quel figlio di nome Lorenzo che, per miracolo, è sceso dal Cielo.
Il miracolo è l’amore. Senza confini e senza giudizi, al di là degli schemi e delle convenzioni.
“Il miracolo” sarà in cartellone al Cometa Off fino al 23 gennaio.