La prima serie lanciata da Sky in questo 2021 è quanto di più glamour, trendy e intrigante si possa immaginare. Attori da Oscar, location da sogno, abiti da sfilata e una trama che tiene incollati fino all’ultimo fotogramma.
The Undoing- le verità non dette, con protagonisti Nicole Kidman e Hugh Grant nei panni di Grace e Jonathan Fraser, ricca e felice coppia dell’Upper East Side di New York, il magnifico Donald Sutherland (premio Oscar nel 2017) nel ruolo del ricchissimo padre di Grace, Franklin Reinhardt, oltre alla giovane attrice italiana Matilda De Angelis nella parte di Elena Alves, artista intrigante e misteriosa.
Per scoprire il suo assassino partirà un giallo psicologico, ricco di colpi di scena, che non a caso ha come protagonisti una Nicole Kidman psichiatra e Hugh Grant, pediatra oncologo.
Undoing è tuttavia, a dispetto dei nomi altisonanti, un’operazione corale, perché tanti sono gli aspetti che lo compongono e ne fanno un prodotto di alta qualità.
Cominciamo da un’altra protagonista che non ho finora citato e cioè la città di New York, bellissima, ripresa al suo meglio dal direttore della fotografia Anthony Dod Mantle, in scorci mozzafiato: che sia Manhattan, il Central Park o Harlem è sempre sfavillante sia di notte che di giorno.
Le case scelte come set esistono veramente, sono sontuose, ci aprono un mondo che raramente possiamo vedere, grazie anche alla scenografa Keri Lederman che le ha a volte modificate, a volte completamente arredate ex novo, come nel caso della casa dei coniugi Fraser, un appartamento in mattoni scuri tra la Fifth Avenue e Madison Avenue a due passi da Central Park, appositamente allestita per dare l’idea di un lusso più caldo e meno formale.
Puro sfarzo ritroviamo invece nella casa del ricco padre, per la quale si sono utilizzate due location diverse, tutte sulla Fifth Avenue.
La famiglia Alves è invece più modesta e non appartiene a questa alta borghesia newyorkese, abita ad Harlem in una casa piccola e disordinata. Il loro primo figlio frequenta l’esclusiva scuola dei ricchi solo grazie a una borsa di studio, ma Elena è un personaggio intrigante, sensuale e seducente, passionale e provocante.
Manderà all’aria l’intera finzione di questa società perfetta, portando allo scoperto proprio quelle verità non dette del titolo.
Ultima location da sogno, la casa delle vacanze a Long Island, intima e ovviamente isolata sulla spiaggia selvaggia.
L’arte è un’altra protagonista della storia: la vittima era un’artista, Donald Sutherland un collezionista, le case sono piene di quadri di pregio, e spesso gli incontri tra Nicole Kidman e suo padre si svolgono nelle sale del bellissimo Frick Museum a Manhattan.
Altro capitolo che sta facendo discutere e che sta influenzando anche la moda sono i costumi di Signe Sejlund. Quelli di Nicole Kidman sono degni di una collezione da sfilata, con cappotti da sogno che hanno già fatto tendenza e degli abiti da sera da urlo.
Fanno parte dell’inarrivabile mondo patinato che tutta la serie ci propone, con una Grace Fraser sempre perfetta, anche quando va in carcere a trovare il marito accusato del delitto, bellissima con il suo incedere elegante e i ramati, fluenti capelli, inarrivabile e forse un po’ troppo algida e senza emozioni per essere credibile.
Stupisce positivamente la prova di Hugh Grant che è riuscito brillantemente ad abbandonare l’aria da bravo ragazzo un po’ ingenuo e pasticcione, mettendo invece in scena le mille sfumature di un uomo adulto, padre, marito e medico, la cui irreprensibile vita viene sconvolta quando si apprende della sua relazione con la bella Elena, venendo poi travolto dall’accusa di averla orrendamente uccisa.
Fino all’ultimo episodio non capiremo chi è l’assassino, grazie a una serie di colpi di scena e depistaggi che ci fanno vedere le sei puntate tutte d’un fiato.
La serie è già un cult, se ne parla, se ne discute, si critica e ci si divide tra chi l’ha apprezzata e chi la trova un’operazione vuota, di pura apparenza.
Da vedere sicuramente, non solo per farsi una propria opinione, ma perché le tante professionalità e l’accuratezza di scene, costumi, sceneggiatura e regia danno vita ad un prodotto davvero curato, godibile e moderno; insomma un risultato finale che, pur tra diverse perplessità, si rivela alla fine straordinario.