“Il fiore di Parigi”: l’amore e la vita di Simone de Beauvoir

Il fiore di Parigi” è la storia di Simone de Beauvoir: la sua vita, la sua passione e il suo rapporto con Sartre, raccontati dalla penna di Caroline Bernard.

Parlare dell’amore che ha legato due vite intere e che ha fatto grandi i suoi protagonisti è una pretesa e un obiettivo ardui e difficili, irraggiungibili. Se, poi, si tratta di Jean-Paul Sartre e di Simone de Beauvoir, il tentativo si complica ulteriormente. Il loro è stato uno degli amori più difficili da comprendere, complessi da analizzare. Ci ha provato il romanzo Il fiore di Parigi della scrittrice tedesca Caroline Bernard, edito da Tre60.

La narrazione, incentrata su Simone de Beauvoir, presenta la sua figura sotto la maggior parte dei punti di vista grazie allo sviluppo narrativo del suo percorso di formazione e crescita. Simone è la ragazza, l’insegnante, l’appassionata studiosa e lettrice, avida di vita e di conoscenza, l’amica e la compagna, l’intellettuale acuta e riflessiva, l’amante, la figlia insoddisfatta e scalpitante, la scrittrice, ma soprattutto la donna capace di determinare il proprio percorso, di inseguire i propri obiettivi quando il resto del mondo le presentava una sola scelta. Il romanzo è, di fatto, un inno alla sua personalità fuori dal comune, differente e vivace.

Dai primi passi, giovanissima, all’interno del mondo accademico all’incontro determinante con il filosofo Sartre: la sua vita viene raccontata a partire da questi momenti, per poi esplorare la sua crescita e il suo approdo a scrittrice, consapevole e conosciuta. Non si tratta di una biografia vera e propria: la storia, infatti, si ferma al 1951. 

Tra le pagine, si scopre e si percepisce l’intento dell’autrice Caroline Bernard: offrire un’immagine più nitida, anche se a tratti un po’ troppo celebrativa, della sua protagonista proprio a partire dal suo incontro e dal suo rapporto con Jean-Paul Sartre, il filosofo esistenzialista francese che, nei libri, ancora oggi, la lascia in ombra. Tra loro nasce una storia d’amore che, ancora oggi, è spesso criticata e difficilmente comprensibile: entrambi hanno avuto amanti e compagni reciproci. Una relazione “aperta”, circondata da una serie di persone (allievi e allieve, triangoli improbabili compresi) che costituiscono la loro “famiglia”, il loro nucleo di affetti.

Da questo romanzo si scopre che ciò che li accumuna e li tiene uniti per tutta la vita è un’intesa intellettuale, personale e conoscitiva straordinaria. Simone de Beauvoir rappresenta un faro e un punto di riferimento per Sartre. È lei a correggere i testi di lui, è lei che gli fornisce punti di vista diversi da analizzare, gli spunti determinanti alle sue idee. Mentre Sartre, dal canto suo, la spinge a dare slancio al suo desiderio di scrivere, trova in Simone stessa la compagna, la musa e l’interlocutrice perfetta alle sue teorizzazioni sulla libertà, che diventano poi gli assi fondamentali di tutta la sua filosofia. Come in una proporzione matematica, l’uno sta all’altro in maniera speculare.

Entrambi si cercano, si confrontano costantemente, la mente di uno si riflette in quella dell’altro. Qualsiasi accadimento, dalle trasferte per lavoro alla Seconda Guerra Mondiale, non scalfisce quest’unione mentale e questa fiducia profonda. La personalità e l’individualità di ciascuno rimane, così come le peculiarità che arricchiscono entrambi a vicenda. 

Ma al di là di questa singolare e rara simbiosi, Caroline Bernard pone l’accento sul lato più emotivo della sua protagonista, sulla sua sofferenza e sulla sua continua lotta in un mondo ancora troppo duro e chiuso. 

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Se la vita quotidiana, il lavoro e l’aspirazione a quella libertà indipendente dal mondo esterno non le risparmiamo fatiche, conquiste e riprese, Simone fa i conti, più volte, proprio con il tipo di rapporto stabilito con Sartre. Le innumerevoli amanti di lui, che pure lei ha, non la lasciano indifferente così come l’atteggiamento e l’irremovibile lotta del filosofo alle convenzioni borghesi, che rifiuta qualsiasi tipologia di ordinarietà e di costrizione. L’accettazione del loro primissimo patto, che li vedrà uniti per anni, diventa fonte di dubbi e di interrogativi, a tratti risolti, a tratti mitigati dalle rassicurazioni. Un accordo che rispecchia la loro considerazione della vita, il loro pensiero, il loro voto alla piena libertà.

Simone de Beauvoir impara così a convivere con una situazione che la lascia, per così dire, svincolata da legami e dai doveri domestici, familiari, ma, allo stesso tempo, la lega a una serie di situazioni dolorose, fatte di gelosie e di solitudini. Non da ultimo, le viene cucito addosso il ruolo di seguace, di discepola, l’ombra e l’amante di Sartre, oscurata dal pregiudizio e da un’epoca troppo limitata per contenere la potenza delle sue scelte e del suo essere.

Il ritratto che esce da Il fiore di Parigi, dalla struttura semplice e dalla narrazione a tratti un po’ troppo enfatizzata e romanzata, è quello di una figura determinata, forte, convinta, anticonformista, influente, capace di raggiungere i propri obiettivi proprio perché consapevole della sua sofferenza personale, dei limiti di un rapporto difficile da accettare senza conseguenze emotive. Il suo percorso è tale anche grazie alle fatiche vissute e ad un amore, tra i tanti amori incontrati, unico, creativo e lacerante allo stesso tempo.

L’insegnamento forte di questo romanzo e di queste due vite intrecciate sembra un paradosso: non si è mai liberi e compresi fino in fondo, pianamente, perché si è sempre in relazione, immersi in un contesto, in una società, in una cultura, nelle scelte altrui. In tutto questo, il concetto di amore assume sfumature e sensi infiniti, personali.

La vita di questa donna lo dimostra: alla passività e alla mera accettazione, lei risponde con il desiderio e gli sforzi continui, nonostante i giudizi, le critiche, le opinioni. Nonostante tutto e oltre. Ed è in questo atteggiamento che sta il senso nascosto della libertà e dell’indipendenza che questa donna, Simone de Beauvoir, incarna e rappresenta ancora oggi.

“Il fiore di Parigi” – Caroline Bernard

Tre60 – TEA Tascabili degli Editori Associati S.r.l., Milano, 2022

Foto di copertina/in evidenza: @ grey-panthers

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