di Andrea Cavazzini
Ci sono eventi che segnano. Altri che “si sognano”. La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica organizzata dalla Biennale di Venezia è certamente uno di quelli che ti segnano e si sognano. Entrambe le cose. La mostra come di consueto si è svolta al Lido di Venezia dal 2 al 12 settembre 2020 e quest anno ha visto trionfare il film della cinese naturalizzata americana Chloé Zhao con “Nomadland”. Chi non conosce la bellezza del Lido di Venezia durante la mostra del cinema? Il red carpet incanta tutti al passaggio dei vari protagonisti e diventa l’emblema di una bellezza, quella del cinema e del mondo che ruota attorno ad esso, senza tempo. L’artista, pittore, Massimiliano Ferragina, che ho conosciuto lo scorso dicembre in occasione di un suo vernissage al quartiere degli artisti al Pigneto dal titolo “PANACEA. L’ARTE DELLA MEDICINA DELL’ANIMA”, è reduce dalla sua Personale pittorica a Cosenza, (Retoriche Figure-Lumina et colores, Museo del Presente, a cura di Roberto Sottile dal 9 luglio al 19 agosto). La sua pittura è basata sull’uso di colori primari dirompenti, di squarci cromatici su fondi neri, di simboli nascosti ma presenti; un continuo viaggio dentro l’animo umano. Un’inquietudine che solo l’arte può sanare. Invitato al Festival del Cinema Venezia, ci racconta le sue emozioni e le sue impressioni in questa intervista.
Massimiliano, che ci fa un pittore al Festival del Cinema?
Questa domanda mi fa sorridere, perché è vero! La risposta è abbastanza semplice, sono stato invitato ad una premiazione all’interno del Festival, veniva premiato un video di una nota subrette italiana, e sono stato accreditato dagli organizzatori, tutto è successo veloce, ma tanto gradito. Colgo subito per dire che esserci ha ribaltato completamente la mia idea del Festival…
In che senso…?
Nel senso che esserci significa vivere l’esperienza, osservare quello che le telecamere non ti fanno vedere, incontrare faccia a faccia i protagonisti che spesso appaiono irraggiungibili. Esserci capovolge quanto abbiamo immaginato, che è fatto principalmente di quel luccichio tanto esposto mediaticamente, esserci ti fa invece entrare nel mondo del cinema e del festival stesso, tanto lavoro, tante figure che corrono come schegge impazzite, tante maestranze, fotografi, parrucchieri, truccatori, modelli e modelle, set eventi paralleli, camerieri, uomini della sicurezza, e tante tante figure che davvero rendono possibile la riuscita del festival…non appaiono in TV ma sono quelli che rendono la magia possibile…ed io li ho visti…
Un pittore al festival del cinema, cosa porta a casa?
Sono consapevole che per molti il legame “Pittura e Cinema” può sembrare blando, quasi impossibile, invece da sempre esiste un rapporto tra Cinema e Pittura, fin dalla nascita il Cinema deve tanto all’iconografia pittorica, di tutta la storia dell’arte, che ne ha inevitabilmente influenzato le scelte, le storie, i progetti. Ci sono registi che nei loro film hanno costruito scene come fossero quadri, anzi, hanno riproposto dei famosissimi quadri nelle loro scene, è divertente a volte cercarne le similitudini. L’artista pittore porta a casa intanto l’entusiasmo che una rassegna così famosa e altisonante genera. Si portano a casa suggestioni, emozioni, scaturite da incontri e confronti che inevitabilmente si creano in questi contesti. Un giorno intero al festiva del cinema di Venezia basta per fare il pieno di conoscenze e quindi “dialoghi” su temi comuni tra artisti, la luce, la prospettiva, il colore, la fotografia, gli oggetti di scena e la oro posizione…se ci pensiamo costruire e organizzare un set è come costruire ed organizzare una tela…i temi non mancano certo, rimane per quanto mi riguarda, centrale, la relazione umana, che è sempre arricchente, in special modo se si condivide un progetto di vita e professionale volto a diffondere messaggi di bellezza.
Vorresti brevemente rivelarci uno di questi “dialoghi”?
Pensavo di arrivare al Lido, all’hotel Excelsior dove si teneva l’evento di premiazione, e di non conoscere nessuno, anche se ero in compagnia della nota coreografa veneta, e maestra di danza, Edi Florian, che ringrazio! Pensavo di guardarmi intorno come un marziano, invece ho trovato amicizie e conoscenze maturate in questi anni di percorso artistico, i dialoghi quindi già erano avviati, ed è stata una bella soddisfazione comprendere che la mia arte, come quella di molti per fortuna, ruota in un circolo virtuoso che è fatto di rispetto, accoglienza, creatività.
In conclusione di questa breve chiacchierata, quali saranno i tuoi progetti immediati?
Il 1 ottobre esporrò presso lo Scavolini store in Via Tuscolana 1874, una decina di mie opere all’interno di un progetto dal titolo “Art Kitchen & design”.