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Il fascino del teatro napoletano sotto le stelle

Estate a Napoli: la magia degli spettacoli sotto le stelle, dalle origini del café-chantant all’Arena Flegrea

Nelle caldi estati napoletane, gli intrattenimenti musicali e teatrali da sempre giocano un ruolo chiave nello sviluppo economico e culturale della città. Un fitto programma di concerti, spettacoli di prosa e folcloristici trasforma Napoli in una sorta di grande teatro, con rappresentazioni all’aperto e nei principali edifici storici. Questa storia ha radici antiche: comincia alla fine dell’Ottocento, quando nella città partenopea esplose la moda dei café-chantant, una forma d’intrattenimento che, nata in Francia nella prima metà del secolo, in breve tempo conquistò i gusti del pubblico piccolo borghese e popolare.

Il Salone Margherita, primo cafè-chantant italiano

Il Salone Margherita

Furono inaugurate apposite sale per accogliere questa nuova forma d’arte e per gli attori dialettali e i cantanti si aprirono nuovi spazi e nuove occasioni di lavoro, proprio perché i programmi del caffè-concerto si reggevano particolarmente sui numeri comici e sulle esibizioni melodiche. Prendendo spunto dalla moda francese, alcuni proprietari di “caffè” e “birrerie” attrezzavano i loro locali con pedane o palchetti per far intrattenere i clienti, nelle ore maggiore di affluenza, con esibizioni di cantanti e piccole orchestrine. Piante e motivi floreali rendevano ancora più gradevole l’ambiente intorno ai tavolini, sistemati all’aperto. Un recinto delimitava lo spazio riservato al pubblico pagante dagli spettatori di passaggio. Alcuni di questi locali erano particolarmente attivi in estate, molti dei quali si trovavano al Vomero o vicino al mare, come ad esempio lo stabilimento Terrazze di Santa Lucia, l’elegante ritrovo estivo Teatro Excelsior e il Miramar.

Quest’ultimo, accogliente e delizioso teatro, fu inaugurato il 14 luglio del 1912, sul piazzale di via Partenope, dove oggi si trova il monumento a Umberto I. Costruito in legno, con ampia terrazza sul mare, si distingueva per i suoi apprezzati repertori di café-chantant. Vi trionfarono, infatti, i nomi più illustri del panorama artistico italiano, come Ettore Petrolini, Armando Gill, Peppino Villani, Nicola Maldacea ed Elvira Donnarumma. Tra i ritrovi più eleganti della città, l’Eldorado Lucia era uno dei più amati dai napoletani. Inaugurato nell’estate del 1894 da Gabriele Valanzano a ridosso del Castel dell’Ovo, da giugno a settembre ospitava primarie compagnie di operette e di varietà. L’intero complesso si presentava come una vera e propria cittadella in muratura all’interno della quale era stata realizzata una zona termale dove si potevano fare i bagni con l’acqua ferrata, che proveniva direttamente dalla sorgente di Palazzo Reale. Durante la stagione estiva questo locale diventava meta prediletta soprattutto dagli appassionati del café-chantant, i quali avevano l’opportunità di godere le esibizioni dei loro beniamini al fresco di terrazze panoramiche sul mare e piccoli chalets ornati di glicini. Nell’interno del locale diverse erano le occasioni di svago che allietavano le giornate dei clienti: teatro, bar-ristorante, biliardi, macchinette che distribuivano cioccolata, bersagli mobili, campi da tennis, altalene e piscine di acqua di mare, una per i signori e l’altra per le signore. I migliori attori e cantanti del tempo calcarono il palcoscenico del teatro dell’Eldorado Lucia, fra cui Gilda Mignonette, Gennaro Pasquariello e Raffaele Viviani.

Per la musica e la prosa sotto le stelle, occupava (e occupa tuttora) uno spazio di fondamentale importanza l’Arena Flegrea, il grande teatro all’aperto della Mostra d’Oltremare. Fu progettata nel 1937 dall’architetto Giulio De Luca, il quale ebbe l’incarico da Mussolini, desideroso di realizzare un “teatro di massa per le masse”. Terminata la costruzione nel 1940, anno dell’entrata in guerra dell’Italia, l’inaugurazione ufficiale ebbe luogo soltanto dodici anni dopo: il 7 luglio del 1952, con il taglio del nastro da parte del Sindaco Domenico Moscati e del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Il teatro, però, aprì definitivamente le sue porte al pubblico solo nell’estate dell’anno successivo. L’Arena Flegrea divenne ben presto la sede estiva del San Carlo che, quando terminava la sua stagione teatrale, continuava la produzione artistica e culturale nel teatro all’aperto, da fine giugno ai primi di settembre.

Tra la metà degli anni Cinquanta e la fine del decennio successivo, questo “novello” anfiteatro divenne molto richiesto non solo dai napoletani ma anche dai turisti, i quali si prenotavano con mesi in anticipo per assistere ai grandi spettacoli d’opera rappresentati all’Arena. Le “prime” in cartellone si svolgevano in un contesto di grande eleganza: le signore indossavano abiti dai colori estivi, gli uomini, invece, tendenzialmente pantalone grigio e giacca blu. In quei giorni – come ricorda Mino Cucciniello nel suo volume I ricordi della mia Napoli (Napoli, Rogiosi Editore, 2015) – si aveva la possibilità di ascoltare le più grandi voci liriche dell’epoca: memorabili restano La Gioconda (1953) con Fedora Barbieri e Giuseppe Di Stefano, per la regia di Roberto Rossellini, e la Madama Butterfly (1958) con Renata Tebaldi, alla cui prima presenziò l’allora presidente della Camera Giovanni Leone. Oltre alla lirica, l’Arena Flegrea ospitò anche la grande prosa, come il Sogno d’una notte di mezza estate (1953) di Shakespeare con Giorgio Albertazzi, nonché show e concerti di celebri vedette nazionali e internazionali come Paul Anka, Rita Pavone, Massimo Ranieri e Gianni Morandi.

LOCATION MED EXHIBIT PRINT | Mostra d'Oltremare di Napoli

Mostra D’Oltremare

Addirittura anche il Principe della Risata, Totò, fece un recital su questo palcoscenico all’aperto, presentato da un giovanissimo Pippo Baudo. <<L’ho conosciuto a Napoli all’Arena Flegrea>>, ricordò il famoso conduttore in un’intervista, <<Fu il suo ultimo spettacolo. Franca Faldini me lo affidò e lo accompagnai sottobraccio al centro del palcoscenico. Prima di recitare “A livella” mi guardò dal basso in alto e mi disse “Figlio mio, quanto sei lungo!”>>. Altro spazio teatrale apprezzato, nelle calde sere d’estate, era il Teatro della Verzura, situato sulla collina del Vomero nella Villa Floridiana. Era questo un graziosissimo teatrino naturale a pianta ellittica, con quinte arboree e platea costituita da una gradinata in piperno circondata da siepi di mirto. A partire dalla metà degli anni Sessanta, questa location tornò a vivere con la compagnia di Mico Galdieri che allestì spettacoli di grande successo (di critica e di pubblico) avvalendosi dei migliori attori del teatro italiano e dialettale: da Ugo D’Alessio a Carlo Taranto, da Giuseppe Anatrelli a Gennarino Palumbo, da Giustino Durano a Gianrico Tedeschi, da Pupella Maggio a Enzo Cannavale.

Foto di copertina: Arena Flegrea

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