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Il dolore e i drammi familiari raccontati da un figlio

Con L’anniversario, vincitore dello Strega 2025, Andrea Bajani racconta il difficile rapporto familiare

Tutte le famiglie felici si assomigliano, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”, il celebre incipit del romanzo Anna Karenina di Lev Tolstoj potrebbe costituire un possibile aggancio per iniziare a parlare (e a scrivere) del Premio Strega 2025L’anniversario di Andrea Bajani. Un libro discusso, divisivo, che piace o non piace su un tema delicato e attuale: le relazioni familiari, la complessità del rapporto indissolubile tra genitori e figli.

Andrea Bajani

L’infelicità corre sui binari delle scelte prese per compiacere, per assecondare le aspettative dell’altro; chi ci sale non se ne accorge, è il tempo trascorso all’interno di una vita non decisa a presentare il conto in forme diverse e inaspettate. Molto spesso sono i figli a pagare lo scotto restituendo, poi, a modo loro, la somma delle parole e dei sentimenti non detti fin dall’infanzia. È questo che fa lo scrittore de L’anniversario, edito da Feltrinelli. La creazione di una narrazione simile ad un fiume in piena che abbatte argini e difese, un ricordo dietro l’altro, flashback e dialoghi che si mischiano con l’immaginazione adulta. Parole che restituiscono un’infelicità tenuta silente per anni e che ora trapassa le pagine e si fa vivida, tagliente, dolorosamente vera.

Andrea Bajani ripercorre gli anni di vita passati con i genitori, prima del distacco definitivo che lo vedrà lontano da loro per ben dieci anni, definiti come “i dieci anni migliori della mia vita”. Il protagonista scrive utilizzando sempre la prima persona e parte da sua madre, per delineare il quadro tormentato del proprio nucleo familiare. Lei, la madre appunto, è una donna remissiva, all’ombra di un marito dominante, padre-padrone autoritario, capace di trasformarla in una nullità, appendice del suo bisogno di controllo, pedina da spostare e usare in base alle proprie necessità.

Attorno a questa coppia, ci sono i due figli, fratello e sorella, che vivono e tentano di sopravvivere, a proprio modo, al rapporto malato dei genitori. Il romanzo è la restituzione e l’analisi attenta di quello che avvenne nel passato, tra le mura domestiche ma anche dentro, nel cuore e nella testa di un figlio incapace di sottrarsi, almeno fino all’età adulta, al padre e alla madre, alla dinamica lacerante di un rapporto familiare avvilente e schiacciante. Ci gravita dentro, ne rimane sporcato, vinto, lo rifiuta, fa finta addirittura di non esserne toccato, finge una normalità che non c’è. Il protagonista mette, via via, sempre più distanza da coloro che gli hanno dato la vita e che, lungo l’arco dell’esperienza, si rivelano essere altro, gli artifici della sua stessa asfissia. Il padre, tramite il controllo e la sopraffazione, la madre attraverso il silenzio, l’accettazione, la sofferenza muta e sorda, il nichilismo materno. Mancanza di ossigeno e di presenza, di amore sano.

“Questo, in generale, credo fu uno dei grandi fraintendimenti tra i miei genitori: lui voleva che lei fosse niente per potere, lui, essere qualcosa, e lei voleva essere niente perché essere niente era almeno qualcosa. Il che forse più che un fraintendimento fu, in qualche maniera, un patto mai espresso, il loro segreto. Il risultato fu che lei si annullò per davvero, e che lui, con quel niente seduto sul divano, impilò astio, disprezzo e disperazione (…)”.

Dentro le parole di Bajani c’è un’introspezione straordinaria, resa acuta da una scrittura ricercata e sofferente, tale da rendere la lettura un’ascesa verso il buio, verso il dolore inesprimibile. Un tormento fermo lì, da anni, che solo la forza e la capacità di auto-osservazione riesce a far emergere e smuovere tramite la scrittura. Un ascolto di se stessi difficile, perché svela e mette a nudo la propria famiglia, la propria origine.

L’anniversario è una traversata, scritta tutta d’un fiato, lungo sentimenti contrastanti, ambiguità, spiegazioni talvolta psicologiche, lacune; cerca di far luce su una realtà, a tratti reale e vera e a tratti inventata, diffusa e condivisa, fatta di violenza e controllo, di sopraffazione e silenzio. Non c’è un epilogo vero e proprio, ma un grande spazio aperto alla riflessione. La lontananza è l’unica soluzione scelta, per poter ricominciare. Un taglio netto, definitivo. L’abbandono possibile dei propri genitori. 

Alexandre Dumas, nel suo Il conte di Montecristo, scriveva che “A tutti i mali ci sono due rimedi: il tempo e il silenzio”: il protagonista del romanzo di Andrea Bajani ha vissuto il silenzio e il tempo necessari per poter tornare indietro e scavare a fondo, dentro il male del padre e l’infelicità impalpabile della madre, dentro se stesso e il suo stesso male interiore. Una manifestazione di sopravvivenza e una denuncia a quell’omertà che spesso ammanta l’atmosfera familiare. Un atto di coraggio, in sostanza, fatto di parole lucide e fini come lame che spezzano un amore che amore non è mai stato e dividono, alla fine, i protagonisti della storia.

@PremioStrega.it

Con 194 voti favorevoli, L’anniversario di Andrea Bajani è stato proclamato vincitore del Premio Strega 2025. Meritato o meno che sia, questo romanzo ha la “pecca” di essere intriso di un sentimento ricorrente, la tristezza, opprimente e tesa, capace di allineare e uniformare lo stato d’animo tra le pagine, ma ha il pregio di essere costituito da una scrittura attenta e profonda, mai scontata. La struttura narrativa, priva di ricchezza e articolazioni nella trama, è così controbilanciata da uno stile personale, spiazzante. La forma valorizza il contenuto e lo rende vivo. Ciò che “strega” sta principalmente in questo. Un libro da leggere per capire, per rivivere quell’infelicità vissuta da ciascun protagonista in modi opposti. Un breve testo che pesa perché tramuta il dolore personale in narrazione.

L’anniversario – Andrea Bajani – Feltrinelli Editore – Immagine di copertina/in evidenza: @PremioStrega.it

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