Il germe dell’odio durante l’era fascista
In questi giorni turbolenti di fine novembre segnati da vari tumulti politici, è andato in scena lo spettacolo Matteotti – anatomia di un fascismo, la drammaturgia di Stefano Massini sul fatto di cronaca nera incentrato sull’omicidio di Giacomo Matteotti, prelevato per mano della squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini il 10 giugno 1924 presso Lungotevere Flaminio per aver espressamente denunciato l’illegalità della politica di Benito Mussolini.

Ottavia Piccolo e I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo – © Web
Ottavia Piccolo, in un lungo e coinvolgente monologo, ripercorre l’ascesa politica del parlamentare socialista lungo le pianure venete con i primi scontri delle squadre d’azione del futuro politico e generale dell’aviazione italiana Italo Balbo fino al suo profetico discorso in Parlamento a Roma tenuto il 30 maggio 1924, un J’accuse che si levò come una Tempesta (proprio come veniva soprannominato nella sua terra natìa), lungi mirando sulla politica sospetta di Mussolini e dell’idealismo fascista per concludersi nella tragica scomparsa, dove Mussolini si assunse ogni responsabilità politica, morale e storica del delitto Matteotti.
È proprio nelle assenze che il seme dell’odio e della paura si insediano nei contesti politici e sociali, così com’è avvenuto nel vuoto lasciato dalla Repubblica di Weimar dal 1933 con il suo inevitabile declino e l’ascesa del regime totalitario nazista con tutto quello che ne consegue e lo stesso avvenne negli esordi della politica fascista tramite le prime persecuzioni dei socialisti.
La protagonista, in un monologo di quasi un’ora e mezza, non rimane mai completamente sola sulla scena: a scortare attivamente la narrazione, il complesso musicale de I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo composto da vari elementi musicali. Il gruppo musicale irradia una tensione emotiva da vero coprotagonista coinvolto nella storia, entrando e uscendo dal palco in un accompagnamento musicale persistente anche da dietro le quinte, emancipandosi dalla classica postura da compagine musicale che si è soliti vedere.
La scenografia e le luci fanno da collante per tutta la rappresentazione come a voler sostenere l’attrice e tutto il racconto fino alla fine in un percorso sensoriale unico e travolgente. Sulla scena blocchi grigi di varie forme geometriche vengono ripetutamente spostati nei vari cambi di scena scanditi dalle tematiche suggerite nello sfondo proiettato sulla scena con parole scritte a caratteri cubitali e con immagini che precedono iconograficamente luoghi ed argomenti.

Ottavia Piccolo – © Web
Ottavia Piccolo è lineare, composta, forte e di grande impatto emotivo sulla scena. E’ vestita di rosso e fa da contraltare alla scenografia e ai costumi dell’orchestra che sono di grigio. Un barlume di colore che si tinge di vinaccia per presagire un dramma conosciuto ai molti e che richiama il colore di una tendenza politica dissacrata durante l’era fascista. Si riconosce subito la penna sapiente di Stefano Massini, già conosciuto come autore di importanti drammaturgie dai tratti sociali e politici come 7 Minuti e che con questo spettacolo portato al Teatro Vittoria di Roma ha raccolto numerosi consensi come confermato dalla stessa attrice alla fine della performance, che ha voluto ringraziare pubblicamente gli spettatori per l’intensa partecipazione emotiva.
Il delitto Matteotti rimane una pagina oscura di un periodo storico che parla ancora a questi nostri tempi difficili e incerti che chiamano tutti a sorvegliare sulle conquiste di libertà che con troppa faciloneria diamo per scontate.
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“Matteotti – anatomia di un fascismo” – Di Stefano Massini – Con Ottavia Piccolo e I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo – Regia Sandra Mangini – Musiche Enrico Fink – Produzione Argot Produzioni e Officine della Cultura – in coproduzione con Fondazione Sipario Toscana Onlus – La città del Teatro, Teatro delle Briciole – Solares Fondazione delle Arti e Teatro Stabile dell’Umbria – con il contributo del Ministero della Cultura e della Regione Toscana – Dal 25 al 30 novembre al Teatro Vittoria di Roma.




