“I Tarocchi, palcoscenico dell’universo”: la mostra alla Galleria Vittoria

Un tentativo di visualizzare l’ignoto, di tracciarne le traiettorie variabili, le onde inattese: è da un interrogativo tanto indeterminato quanto cruciale che prende corpo la mostra “I Tarocchi, palcoscenico dell’universo” presente alla Galleria Vittoria dal 1 al 15 Marzo.

Se – afferma la curatrice Tiziana Todi- l’allestimento di “Zona Rossa” si orientava a riflettere sul difficile presente, quello di “I tarocchi, palcoscenico dell’universo” si interroga sul futuro: attraverso le immagini esoteriche dei tarocchi essa ne espone le declinazioni, restituite dagli sguardi eterogenei di dieci artiste.

Rimanda alla distruzione il “Tredicesimo Arcano”: si fa oggetto dell’opera di Liana Santuccio nel tentativo di evocare una trasformazione che trapassa il senso di frammentazione per attuare il rinnovamento di sé: se le sue tinte alternano il giallo e il nero suggerendo nella bicromia la stessa essenzialità delle linee tracciate, diverso è l’approccio di Flaviana Pesce che, nel ritrarre la carta dell’Appeso, si orienta verso tonalità molteplici, sgargianti, che spaziano dal verde dei tronchi d’albero al giallo della terra.

Così come in “L’Appeso”, ritroviamo ne “La Torre” la stessa policromia della pittrice in questo caso rivolta a restituire il contrasto tra il bianco traslucido del cielo rappresentato, l’arancio delle lingue di fuoco, le sfere variopinte che seguono nel vuoto la traiettoria dei soggetti precipitanti.

È il passaggio a tonalità pastello a caratterizzare l’opera di Renata Solimini che nel dipingere “Il Matto” restituisce ora la forza creatrice, ora la componente di instabilità del tarocco senza numero: posto sull’orlo di un dirupo, tra sole e luna, l’uomo vestito di stracci e campanelli rimanda a una spensieratezza ambigua, gravata da un’insicurezza che ne è rovescio e controparte.

Dell’ alternanza tra blu e rosso la pittrice sceglie di riprodurre il sesto arcano, la carta degli Amanti ritratti nell’atto di sfiorarsi le labbra mentre due immensi occhi femminili li sovrastano.

Diverso è l’approccio di Amalia Cavallaro che nel riprodurre la carta de “La Ruota” ricorre a un collage che nell’accostamento di fotogrammi, linee e articoli di giornale trova il significante per l’incessante mutamento della realtà andando a sancire il climax di un percorso espositivo che secondo la visione artistica della Galleria in Via Margutta da sempre si mostra orientato alla contemporaneità; contemporaneità in questo caso articolata su sguardi artistici unicamente femminili.

Con Amalia Cavallaro, Cristina D’Ambrosio, Sonia De Rossi, Roberta Di Sarra, Alba Gonzales, Luminita Zaharia, Flaviana Pesce, Liana Santuccio, Renata Solimini, Federica Zuccheri.