I SIGNORI BARBABLU al Manzoni: La recensione

Due donne confabulano, parlottano, rassettano la stanza; un’eccentrica colf, un’anziana signora, attendono curiose l’imminente arrivo degli ospiti.

E’ nel tranquillo interno d’un salotto inglese, fra i quadri e il mobilio d’un un cottage fin troppo isolato; che s’apre “I signori Barbablù” di Gerard Verner, in scena al Teatro Manzoni di Roma per la regia di Silvio Giordani.

Dapprima silenzioso, l’ambiente si colora all’ingresso dei coniugi Wenton: costretto lui da un doppiopetto in raso rosa, si atteggia lei svolazzante in un abito a pois: moine e convenevoli lascerebbero sottendere un consueto sviluppo, quand’ecco che Elsie emette un grido terrore.

L’urlo diviene azione scatenante per il ribaltamento degli eventi; funzionale ad incrinare il clima di quieta apparenza, colora la scena di mistero rivelando la presenza di una realtà che non è ciò che appare.

Giocata sulla simultanea presenza di giallo e commedia, la narrazione contiene segmenti di prevedibilità che non ne compromettono però l’esito divertente: dimostrandosi a proprio agio nei rispettivi ruoli, gli interpreti riescono a caratterizzarne i tratti permettendo di mantenere viva l’attenzione della componente spettatoriale.

Ecco che il mistero a poco a poco si svela: un reciproco sabotaggio diviene l’unico intento dei due novelli sposi che, continuamente interrotti da tre eccentrici personaggi, sembrano non giungere mai all’esito desiderato: aiutanti più o meno consapevoli di uno smascheramento reciproco saranno un sospettoso dottore e una domestica stralunata che, muovendosi attorno all’onnipresente figura della proprietaria di casa, si dimostreranno decisivi per la risoluzione finale.

Tra imboscate, esplosioni, pietanze avvelenate, una commedia piacevole e dai toni leggeri che, pur facendo ricorso a stratagemmi tradizionali, non annoia ma coinvolge e che si caratterizza per l’empatia dimostrata dagli attori (Miriam Mesturino, Edoardo Siravo, Lucia Ricalzone, Maria Cristina Gionta, Pierre Bresolin) ai loro personaggi ben diretti da Silvio Giordani.

Teatro Roma
Flaminia Zacchilli

Amanti: in terapia si piange

Una commedia forse troppo leggera, dedita a fare luce sulla controversa figura degli “amanti” e sul peso delle relazioni extraconiugali 

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