Al Teatro Arcobaleno, Vincenzo Zingaro e la sua Compagnia Castalia rappresentano un classico della commedia degli equivoci: i Menecmi
In un giorno come tanti, un ricco mercante greco si reca in Sicilia assieme ai figli gemelli. Uno dei due, di nome Menecmo, si smarrisce nella calca e non viene più ritrovato. All’altro gemello viene quindi dato il nome Menecmo, per commemorare il fratello scomparso.

Anni dopo, Menecmo II si mette in viaggio, assistito dal fedele servo Messenione e determinato a ritrovare il fratello perduto: il quale, adottato da un ricco mercante, conduce una relazione extraconiugale con una prostituta che tiene nascosta dalla opprimente moglie. Dalla sua parte il fedele “parassita” Spazzola, così chiamato perché a tavola “spazzola tutto”. Segue una serie di equivoci che ribaltano ogni convenzione sociale, in cui nessuno sa mai davvero cosa (o chi) si troverà davanti.
Tra i grandi classici della cultura greca e romana che costituiscono il repertorio del teatro Arcobaleno, le commedie plautine rappresentano uno degli elementi più stabili e apprezzati. Questa particolare interpretazione dei Menecmi, o “il gioco del doppio”, è affidata alle mani sapienti di Vincenzo Zingaro, fedele difensore e promotore di tale mondo con la sua Compagnia Castalia. E ancora una volta, sul palcoscenico, si percepiscono la sua passione e cultura in ogni aspetto.
La tematica del doppio permea i Menecmi – entrambi portati alla vita da Piero Sarpa – sin dalla premessa. I protagonisti non sono solo gemelli uguali, ma portano lo stesso nome, e vivono l’uno la vita dell’altro senza rendersene conto. Si scambiano beni materiali, servitori, persino la moglie e l’amante, e fino alla fine nessuno, men che meno loro stessi, sembra realizzare la messinscena in corso.
Come commedia, i Menecmi richiede una dignità particolare: i personaggi, seppur tipi caratteristici, esistono al di fuori dei loro confini prescritti e presentano spesso forte levatura. Spicca in questo senso il servo di Menecmo II, Messenione, fedele e arguto: un carismatico Rocco Militone che affianca il suo Menecmo con la testa sulle spalle. Catalizzano l’attenzione anche lo Spazzola di Giovanni Ribò, un seguace scaltro e dalla mente lesta, e la vivacissima Erotia di Annalena Lombardi, una etera dai modi eccentrici e dalla passione sempre accesa.
L’elemento comico di questi Menecmi è acuito dalla varietà di dialetti parlati dai protagonisti. Siamo a Epidamio, oggi Durazzo, in Albania, ma la coloritura vocale non può non essere italiana. Menecmo II e Messenione dialogano in siciliano, Spazzola “tiene fame” in napoletano, il cuoco assunto da Erotia (Fabrizio Passerini) si lamenta in fiorentino, la serva di Erotia (Laura De Angelis) parla pugliese, mentre la moglie e il suocero di Menecmo II (di nuovo De Angelis e Ugo Cardinali) sfoggiano un’incandescente parlata romanesca. Questa varietà di linguaggio dona ai Menecmi un notevole senso di scala, allargando la dimensione della commedia al di fuori del tempo e dello spazio nei quali esiste. Siamo in Italia, e dappertutto. In qualunque momento.
Il palco stesso è strutturato in base all’immagine del doppio, con due piani paralleli in cui gli attori si incontrano e avvicendano. Sono arredati in maniera analoga, con props identiche, come le due facce di uno specchio che non c’è. In cima a quel palco gli attori hanno una chimica collaudata e interagiscono con notevole fluidità, donando anche ai lati più egoisti dei loro personaggi una simpatia immediata.

Alla base della compagnia Castalia di Vincenzo Zingaro vi è un progetto preciso: quello di rimodernare e portare al presente la commedia classica, rendendola accessibile e piacevole, ma non snaturata e facilona. I Menecmi sono un tassello di tale iniziativa, e uno dei più efficaci: perché il copione è fluido ed eterno, le tematiche sono tuttora un caposaldo della commedia all’italiana, e l’uso sapiente degli anacronismi – inclusi i costumi di scena, più adatti al Rinascimento – aiuta a consolidare la natura senza tempo di questo spettacolo. E come ultima conferma, le risate del pubblico.
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I Menecmi (Il gioco del doppio) – di T.M. Plauto – Adattamento e regia di Vincenzo Zingaro – con Piero Sarpa, Annalena Lombardi, Giovanni Ribò, Rocco Militano, Fabrizio Passerini, Laura De Angelis, Maurizio Casté – Musiche Giovanni Zappalorto– Costumi Emiliana Di Rubbo – Scene Vincenzo Zingaro – Luci Giovanna Venzi – Produzione: COMPAGNIA CASTALIA – Teatro Arcobaleno dal 21 febbraio al 9 marzo 2025