I Macchiaioli è la mostra che, con 80 opere, racconta il mondo e la prospettiva di questo gruppo artistico italiano. Un itinerario che pone al centro la realtà e la vita quotidiana, esattamente come sono, aperto fino al 10 aprile 2023.
“La macchia è la solidità dei corpi di fronte alla luce,” così Giovanni Fattori riassume gli elementi principali della corrente e del gruppo di artisti di cui egli era tra i più importanti esponenti, i Macchiaioli. Una pittura essenziale, fatta dal vero unita alla stabilità, alla compattezza delle forme create dai giochi di luce, dai contrasti creati sulla tela. A Trieste è possibile vivere e vedere quest’unione, la sintesi delle parole di Fattori, grazie alla mostra I Macchiaioli, curata da Tiziano Panconi e ospitata presso il Museo Revoltella. Un’iniziativa che riporta questo gruppo al centro, con circa 80 opere capaci di rappresentare la semplicità di un paesaggio, di una scena domestica, all’aperto, con un realismo e un impatto espressivo superanti il tempo.
È questa una delle caratteristiche che emerge tra gli spazi espositivi: la presenza viva, la sensazione di trovarsi ancora lì, in quel luogo, davanti a quella precisa scena, catturata dall’artista in un giorno qualunque. È possibile, allora, passare da ampi campi coltivati sovrastati da un cielo limpido, ai volti dei contadini immersi nel lavoro, dallo scorcio di una via cittadina ad un momento di convivialità quotidiana. Ciò che i Macchiaioli hanno visto e vissuto in prima persona, è raccolto in questa mostra, su queste tele. Questo gruppo di artisti si è posto in netto contrasto alle tradizioni precedenti per aprire le porte alle avventure artistiche successive: un gruppo tutto italiano, in grado di essere avanguardia e movimento, con i suoi ideali e le sue peculiarità. Un insieme dotato di un’identità condivisa, che fa suo l’appellativo “macchiaioli” (all’inizio dispregiativo) e che, nonostante tutto, ha voluto rompere gli schemi e ridare nuove prospettive all’arte.
L’esposizione è un modo per conoscere ciascuno di loro, nell’assonanza ma anche nella naturale diversità. Spiccano il già nominato Giovanni Fattori, ma anche Telemaco Signorini e Silvestro Lega, Giovanni Boldini, Vito d’Ancona, Giuseppe Abbati, Cristiano Banti, Federico Zandomeneghi, Odoardo Borrani e molti altri.
I soggetti sono tra i più diversi, dalla scena di una battaglia concitata in Fanteria italiana di Giovanni Fattori, alla veduta di un piccolo spazio cittadino rappresentata in Solferino (1859) di Telemaco Signorini o in Tramonto in Maremma (1900-05) sempre di Fattori. Si passa poi al mondo delle persone, con la delicatezza di una mamma che prende le mani del suo bambino, realizzati in Mamma con bambino (1866-67) da Silvestro Lega, alla quasi solitudine del ragazzino, appoggiato ad un muro illuminato dal sole, dipinto da Giuseppe De Nittis, che si avvicina per certi versi al Bambino a Riomaggiore (1894-95) di Signorini.
Il realismo diventa l’obiettivo di questi artisti, le scene sono concrete e di impatto visivo immediato, non ci sono significati nascosti o celebrazioni magnifiche. Lo dimostra anche l’opera Signore al pianoforte (1869) di Giovanni Boldini, dove la spontaneità di un momento (il soggetto di spalle, immerso nel suo lavoro) viene impressa nei movimenti.
Su tutto conta la realtà e il suo peso, le infinite dimensioni della vita, i momenti più spensierati e le fatiche, la sofferenza del duro lavoro e della guerra, la naturalità di una giornata, all’aria aperta.
I Macchiaioli è un percorso dove la pittura è fatta dal vivo, con soggetti veri, semplici e precisi, le linee sono generate dalla luce e dai contrasti, dalle macchie di colore realizzate una sull’altra, una sovrapposizione istantanea. Colpisce la forza della luce che dà forma ai soggetti, ai loro contorni sfumati e “macchiati”.
Il soggetto è il vero, la quotidianità, la gente comune e un paesaggio mai uguale a se stesso. La natura e l’umanità immerse nella vita, quei piccoli momenti che, senza la tela, sono persi inevitabilmente. Questa è una delle riflessioni che sorgono davanti a questi quadri: i Macchiaioli hanno colto il valore della semplicità, della vita umile che scorre con le sue persone e i suoi fatti e li hanno fermati, privandoli del tempo e della dimenticanza. Nei loro dipinti entra la luce che dà forma ai soggetti, quelle macchie che, insieme, realizzano spazi e confini, persone e oggetti dove contano solo il vero e l’essenziale.