Mentre c’è grande attesa per il “milionario” Megalopolis di Coppola, ecco i primi due film in concorso passati al giudizio della stampa
Una pattuglia di giovani volontari nordisti nell’America del 1862, quella della terribile guerra di Secessione, è l’emozionante viaggio dei protagonisti del film I dannati, primo film italiano in concorso nella sezione “En certain regard” alla 77° edizione del Festival del cinema di Cannes, dove nel frattempo come buon auspicio è tornato anche a splendere il sole.
Esponente di quel cinema indipendente di Hollywood, il regista italo americano Roberto Minervini, classe 1950, famiglia marchigiana trapiantata a New York, documentarista di spessore, già ospite di Cannes nel 2013 con Ferma il tuo cuore in affanno, ha realizzato un lungometraggio dal costo di 3 milioni di dollari girato tutto in esterni nel Montana che più americano di così, come ha sottolineato la critica, non potrebbe essere. Un’epopea western a cui il cinema, parlando di conquiste dello sterminato west americano aveva più volte visitato, basta ricordare Balla coi lupi di Kevin Costner, che contestava la storia di quelle guerre segnate da morti e violenze. In questo caso la macchina da presa prevalentemente “a spalla” segue questi giovani volontari in una lunga estenuante marcia a piedi e a cavallo che perlustrano e presidiano uno sterminato territorio brulicante di sudisti.
«Volevo andare oltre la retorica della guerra, col metodo del cinema del reale ponendo di fondo la domanda della giusta causa, dove la vittoria trascende anche i morti in una America che vuole a tutti i costi la sua unità, parlando di Dio e chiedendosi dove stanno andando. Questi ragazzi in divisa blu sono più uomini che soldati», ha detto il regista.
I dannati di Minervini è un vero e proprio film politico, che richiama Il deserto dei tartari di Buzzati come hanno sottolineato i giornali, dove il nemico è alle porte ma non si vede mai in maniera definita.
Ma a Cannes, come abbiamo anticipato ieri è anche la giornata di Furiosa: A Mad Max saga, diretto dall’australiano George Miller che riprende Furiosa il personaggio della famosa saga portato al successo da una Charlize Theron rasata e senza un braccio nel capitolo Fury Road, ora adolescente con il volto e il fisico dell’attrice Anya Taylor Joy. Un prequel che finalmente siamo riusciti a vedere questa mattina, in arrivo nelle sale italiane dal 23 maggio. Uno spettacolare viaggio a ritroso in un mondo disegnato dall’intelligenza artificiale ambientato in un mondo post-apocalittico che vede la giovane Furiosa imperatrice di un mondo in disfacimento. Nel cast anche Chris Hemsworth, nei panni del signore della guerra Dementus.
E a proposito di mondi in disfacimento oggi è anche la giornata del tre volte premio Oscar e Palma d’ oro a Cannes Francis Ford Coppola che presenta in concorso l’attesissimo Megalopolis che abbiamo finito appena di vedere. Un film con le stimmate del cult ancora prima di uscire nelle sale, dall’esorbitante costo di quasi 200 milioni di dollari dove con un cast stellare capeggiato dai premi Oscar Dustin Hoffman (Kramer contro Kramer 1980 e Rain main 1989) e John Voight (Tornando a casa 1978) e con loro anche Adam Driver (Coppa Volpi per Hungry Hearts) e Zendaya, da vita a un viaggio onirico oltre il quale non possiamo andare. Ma possiamo dirvi che Coppola che non ha ancora trovato un distributore, si è prodotto il film da solo vendendosi perfino la sua splendida tenuta vinicola in California per 500 milioni.
il mondo di Megalopolis vive e rivive parallelamente fra il declino americano e quello dell’impero romano. Fra bene e male, tradimenti e vendette, ponendosi ancora una volta la domanda che non solo in America si pongono tutti: ma il futuro di chi sarà?