Nella ricca programmazione del Teatro Nazionale arriva “Ciarlatani” di Pablo Remón.
Leggendo in locandina “con Silvio Orlando”, le mie aspettative rispetto a questo spettacolo erano già alte e già immaginavo uno spettacolo “big-name oriented”. Mi sono dovuta ricredere, per fortuna.
Ovviamente, quando in scena ci sono i “mostri” è naturale che in qualche modo il pubblico venga da loro folgorato, sono rimasta piacevolmente sorpresa dal trovarmi ad assistere a uno spettacolo magistralmente corale ed essere catturata da un’attrice nota a me solo di fama, Blu Yoshimi.
Cos’è I Ciarlatani? È uno spettacolo che parla di tutto e di niente contemporaneamente. Due storie in parallelo in una trama che si sviluppa attraverso piani diversi e flashback, ma che contemporaneamente contiene altre storie, raccontate attraverso illusioni, sogni, ispirazioni.
Da una parte una giovane attrice, Anna Velasco (Blu Yoshimi), delusa dal mondo della recitazione che ha scelto per seguire le orme del padre regista; dall’altra Diego (Silvio Orlando), un regista più “commerciale”, che vive una crisi personale proprio in un confronto con il regista Velasco.
A queste storie (portate in scena anche da Francesca Botti e Francesco Brandi) se ne intrecciano altre fra passato e presente, tra cui quella fra il comico e il grottesco, dai toni metateatrali, del drammaturgo che difende la propria opera di plagio. Ed è così che il confine fra realtà e finzione diventa labile e impercettibile.
I quattro artisti in scena hanno, difatti, saputo destreggiarsi fra ruoli e livelli, dimostrando una capacità attoriale assolutamente peculiare e plastica.
La scelta vincente della regia di Pablo Remòn è quella di lavorare su più livelli, sia fisici che emotivi, intrecciando storie, emozioni, vite, dando così allo spettacolo una profondità rara: gli spettatori si sono trovati a ridere di una battuta per poi, pochi minuti dopo, essere catturati da momenti di pura poesia visiva.
L’arte teatrale si mostra in questo spettacolo in alcune delle sue grandi potenzialità: in questo caso, giocando non solo con le capacità attoriali, ma anche attraverso l’uso magistrale dello spazio scenico modificando continuamente il palcoscenico. La scenografia (a cura di Roberto Crea), a prima vista minimale, si è trasformata in una sorta di macchina teatrale vivente grazie a elementi mobili e interattivi che hanno creato un continuo senso di sorpresa. Le transizioni tra una scena e l’altra sono state fluide e ingegnose, spesso accompagnate da piccoli effetti che hanno dato vita al palcoscenico stesso, rendendolo un protagonista a tutti gli effetti.
Anche le luci, curate da Luigi Biondi, hanno giocato un ruolo fondamentale nel definire le atmosfere dello spettacolo. La sapiente combinazione di toni caldi e freddi ha accompagnato con precisione chirurgica i cambi di registro narrativo, enfatizzando i momenti di tensione e sottolineando quelli di leggerezza. In particolare, l’uso dei controluce e delle ombre ha aggiunto un tocco quasi cinematografico ad alcune scene, regalando al pubblico immagini di grande suggestione visiva.
Così I Ciarlatani diventa uno specchio di una realtà volubile, dai toni della farsa, ma assolutamente vera, metafora anche dell’arte dello spettacolo, sposando quello che ci ha tramandato il caro Proietti parlando del teatro come il luogo “dove tutto è finto, ma niente è falso”.
E dopo un’ora e quarantacinque minuti il pubblico che ha riempito la sala del Teatro Ivo Chiesa ha applaudito senza sosta, felice e soddisfatto.
__________________________________________
Ciarlatani – con Silvio Orlando – di Pablo Remón – traduzione italiana di Davide Carnevali da Los Farsantes – e con Francesca Botti, Francesco Brandi, Blu Yoshimi – regia di Pablo Remòn – scene: Roberto Crea – luci: Luigi Biondi – costumi: Ornella e Marina Campanale – assistente alla regia: Raquel Alarcòn – Costumi: Ornella e Marina Campanale – Produzione: Cardellino srl, Spoleto Festival dei Due Mondi, Teatro di Roma – Teatro Nazionale – Teatro Ivo Chiesa dal 21 al 24 novembre 2024