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Hommage vince Sguardi Altrove 2024: la crisi dell’essere regista

Un film sulla crisi professionale e personale di una regista coreana, ma anche una storia d’amore, di speranza e di vita

Hommage è il lungometraggio della regista sudcoreana Shin Su-won, che si aggiudica il premio più importante del Women’s International Film Festival Sguardi Altrove 2024. Il film racconta di tutte le difficoltà che si trova ad affrontare una regista donna. Non soltanto i problemi legati alla sfera familiare, che la vedono colpevole di inseguire i propri sogni a scapito dell’equilibrio casalingo, ma anche nel ricevere fiducia e finanziamenti per poter svolgere un lavoro che la vedrebbe comunque sottopagata. Si parla anche di donne e del problema sociale dell’invecchiamento, della malattia e della solitudine. Soprattutto però, si parla di cinema, di sogni e di passioni, le uniche medicine per continuare a vivere.

Hommage racconta la storia di Ji-wan, una regista che, arrivata alla soglia della mezza età, si ritrova in una profonda crisi, tanto professionale quanto personale. I suoi film si rivelano un flop al botteghino, non accontentando i gusti mainstream del pubblico. Questo la porta ad avere grosse difficoltà nel ricevere finanziamenti per poterne realizzare altri. Così, si trova costretta ad accettare l’offerta di un complesso restauro di The Woman Judge, un film degli anni Sessanta risalente alla prima ondata di registe. Questo la porterà a intraprendere un viaggio alla riscoperta dell’amore per il suo lavoro, che le darà la forza di continuare a perseverare.

Si tratta di un film non sfacciatamente ma profondamente femminile e femminista. La protagonista rappresenta un’ottima chiave per decostruire tutta una serie di stereotipi e pregiudizi sul ruolo sociale della donna. Uno dei pochi lungometraggi che rende centrale un’anti-eroina atipica. Non le viene richiesto di adempiere a determinati canoni di bellezza. Non le viene richiesto un comportamento o un ruolo tipicamente maschile, che spesso si rivela l’unica chiave per poter raccontare storie femminili. Si parla apertamente di menopausa, senza quella costante censura su un fattore biologico che interessa quantomeno metà della popolazione mondiale.

Con Hommage si portano alla luce alcune delle tantissime difficoltà, sia a livello di retribuzione che di accesso a determinati mestieri, che le donne devono affrontare per poter dare forma ai propri sogni. Ji-wan fa la regista e pretende che la casa sia mantenuta con la collaborazione di tutti i componenti della famiglia. Ma non riceve alcun sostegno da essi in ambito casalingo, né tantomeno fiducia lavorativa da nessuna delle persone che la circondano. La solitudine è infatti l’unica fedele compagna della protagonista, creando una sottile atmosfera malinconica durante tutto lo svolgimento dei fatti.

Hommage è un film che scorre lento con il pregio di non annoiare. Riflessivo, con silenzi partecipativi per il pubblico, presenta inquadrature al dettaglio e frequenti primi piani sulla protagonista che consentono a quest’ultimo di riflettere sul suo stato d’animo da una distanza consapevole. La sua anima e la conseguente influenza tecnica si sente essere di stampo sudcoreano. Si respira un’atmosfera di insoddisfazione, di frustrazione, di depressione (che porta persino la protagonista ad ammalarsi fisicamente), ma anche di perseveranza e di passione.

La regista pone anche un’attenzione particolare nella descrizione della componente maschile e dei rapporti con essa. Il fatto che il marito non dia valore al lavoro di Ji-wan e non faccia altro che imprigionarla in una gabbia di genere, che lo ritrae come il perfetto esempio di figlio del patriarcato, porta la protagonista a separarsi. Anche il legame con il figlio (bravissimo l’attore che lo interpreta, Tang Jun-sang) è particolare. Si vede che quest’ultimo cerca inconsciamente di proteggerla, ma la giudica e la disprezza a un livello ancora più profondo.

Hommage è una parziale storia autobiografica, ma è anche un film che mostra i lati più oscuri del cinema. Denuncia gli ostacoli della condizione professionale delle donne nell’industria cinematografica, persistente tuttora. Mostra anche il lato più crudo e difficile della realizzazione dei film: non bastano i sogni, la passione e grandi idee, servono anche possibilità, conoscenze e soprattutto finanziamenti.

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Shin Su-won ha ammesso che tra le sue influenze cinematografiche, insieme a Bong Joon-ho e Stanley Kubrick, c’è anche Paolo Sorrentino. Aver vinto con Hommage nel 2022 il Florence Korea Film Festival e quest’anno il Women’s International Film Festival Sguardi Altrove la riempie quindi di maggior orgoglio e di una rinnovata speranza.

Hommage è un omaggio al cinema e alle donne. A chi lavora, per sé e per le altre, per potersi affermare in contesti per loro svantaggiosi e penalizzanti. A chi, per tutto ciò, è costretta a dover mollare. Un inno alla perseveranza e al valore della speranza soprattutto per il cinema d’autore, vittima di una realtà ancora troppo buia. Una dichiarazione d’amore per il cinema e per le emozioni che è capace di suscitare. Un ringraziamento a chi non smette di credere nei propri sogni e a chi si lascia trasportare dalle storie sul grande schermo.

Hommage – scritto e diretto da Shin Su-won – con Lee Jung-eun, Kwon Hae-hyo, Tang Jun-sang, Lee Joo-shil