“Home, I’m Darling” al Teatro Belli: in scena la complessità della vita e l’imprevedibilità delle scelte.

 di Miriam Bocchino

 

È stato in scena, in streaming, al Teatro Belli lo spettacolo “Home, I’m Darling” della drammaturga e sceneggiatrice britannica Laura Wade, con la regia di Luchino Giordana e Ester Tatangelo.

L’opera, vincitrice del Laurence Oliver Award alla migliore commedia, ha preso parte alla rassegna teatrale “Trend – Nuove frontiere della scena britannica” che durerà fino al 21 dicembre 2020.

Il testo, tradotto da Andrea Peghinelli, sapientemente interpretato e con una attenta regia, narra allo spettatore una vita di coppia, apparentemente serena, in cui le convenzioni sociali non diventano costrizione mentale.

La felicità, tuttavia, è solo una mera rappresentazione giacché lentamente emerge l’artificio su cui è fondata.

I due protagonisti sono Judy (Valentina Valsania) e Johnny (Roberto Turchetta): lei è una felice casalinga mentre lui lavora nel mercato immobiliare.

Judy appare ben lieta di accudire la casa e il marito: la sua è una scelta di vita, compiuta, almeno apparentemente, con cognizione e coscienza di sé. La donna, nonostante sia laureata e con un passato lavorativo nella finanza, ha deciso liberamente di vivere nel suo micro – cosmo domestico: non possiede, infatti, alcuna ambizione se non quella di continuare a condurre la propria esistenza serenamente e indietro nel tempo.

I protagonisti, sebbene la storia sia ambientata nei tempi moderni, vivono come se fossero negli anni ’50. La passione comune per quel periodo li porta a vestirsi e a cibarsi come allora, a possedere una casa vintage e a privarsi delle nuove tecnologie, tranne di un computer per Judy e di un cellulare per Johnny.

Qui, tuttavia, sorge il primo vero dilemma: quanto questi strumenti tecnologici incidono sulle loro vite apparentemente perfette?

Judy utilizza il pc per vendere dei vestiti mentre Johnny conduce una vita al di fuori dell’abitazione che stride nettamente con l’accordo preso insieme alla moglie: vivere a pieno gli anni ’50 e i ruoli dell’epoca (la donna a casa e il marito al lavoro).

Alla loro vita di coppia si contrappone la madre femminista di Judy, Sylvia (Elena Callegari) che, in netta opposizione con la figlia, non riesce ad accettare il suo stile di vita e i due amici, Fran (Laura Nardi) e Marcus (Luchino Giordana).

Le crepe della relazione tra Judy e Johnny inizieranno a emergere quando l’uomo non riuscirà a ottenere l’ambita promozione: lo spettatore comprenderà come il rapporto sia basato molto sull’idea e pochissimo sulla sostanza.

Johnny non appare, infatti, convinto della scelta compiuta, ancora di più quando arriva in ufficio il nuovo capo, Alex (Roberta Mattei), una donna bella ed emancipata. Judy, al contempo, rinchiusa nella nostalgia di anni non vissuti, sembra così fragile da essere pronta ad accettare, senza opporsi, un tradimento per non porre fine al suo artificio.

Gli anni ’50 diventano, nello spettacolo, emblema della solitudine della protagonista che, troppo impaurita per cercare il proprio posto nel mondo, ha preferito abbandonarlo per vivere di finzione e di un’idea.

“Home, I’m Darling” è uno spettacolo in grado di bilanciare la commedia e il dramma. La vita di tutti i personaggi racchiude, infatti, un substrato latente di ironia, solitudine e paura.

Appare semplice per lo spettatore, nella prima fase, condannare bonariamente, così come fa Sylvia, la scelta di Judy, ma l’interrogativo successivamente sorge: il libero arbitrio non è un diritto per il quale si è combattuto? Il problema, quindi, non è la vita condotta dalla donna bensì la motivazione che sottostà alla scelta.

La pièce, grazie, anche, alle musiche (Marco Vidino) e al gioco di luci, restituisce la verità del testo, sostiene la tensione narrativa e fa intravedere la complessità della vita e dei rapporti umani: quest’ultimi, da sempre, fautori di domande ed emblemi di misteri.

 

Assistente alla regia: Elena Lunghi

Coreografie live: Marco Pitorri

Light designer: Diego Labonia

Scene: Francesco Ghisu

Costumi: Ilaria Capanna

Video e post produzione: Michele Bevilacqua

Compagnia pupilunari/produzione: Hermit Crab

Coprodotto con Teatro del Carro e Compagnia Dracma

Prodotto grazie al contributo del Nuovo Imaie