Hollywood tra polemiche e celebrazioni: il cinema spaventa la politica

Oscar, polemiche e vetrine internazionali: dal caso Gascón alle tensioni tra cinema e potere

Alla vigilia della settimana degli Oscar, Hollywood è in fermento, non solo per l’attesa di scoprire chi trionferà nella notte più scintillante del cinema, ma anche per le immancabili polemiche che accompagnano l’industria cinematografica. Nel frattempo, a Berlino, la Berlinale ha appena chiuso i battenti con una selezione di film in cui sesso e amore hanno dominato la scena, confermando ancora una volta il ruolo del cinema come specchio dei tempi e strumento di riflessione sulla società. Eppure, tra le celebrazioni e le critiche, una domanda aleggia tra gli addetti ai lavori: il cinema spaventa la politica?

Se lo chiede il premio Oscar Gabriele Salvatores in una lunga intervista con la brava Arianna Finos, di Repubblica, sollecitando il cinema italiano fra tax credit, inchieste e scandali, a far quadrato almeno per salvare quel che resta non solo a Roma delle sale cinematografiche (Quarta Parete è stata trai i primi a parlarne).

L’interrogativo di Gabriele Salvatores ci invita a riflettere a pochi giorni dal gala degli Oscar a Los Angeles, dove le polemiche non mancano. Tra le voci più interessanti spicca quella di Isabella Rossellini, membro della giuria dell’Academy e candidata come miglior attrice non protagonista per Conclave. L’attrice ha dichiarato di aver votato a favore di Karla Sofía Gascón, protagonista transgender di Emilia Perez, il film di Jacques Audiard.

Tuttavia, la candidatura della Gascón è stata offuscata da un’ondata di controversie legate ad alcune sue dichiarazioni ritenute razziste nei confronti di neri e cinesi. Questo ha scatenato non solo l’indignazione dell’opinione pubblica, ma anche la reazione del regista Audiard e della potente Netflix, che sembra aver preso le distanze dall’attrice, arrivando persino a rimuovere il suo nome dai manifesti promozionali negli Stati Uniti.

Un episodio che riaccende il dibattito sulla libertà di espressione e sulle conseguenze delle parole pronunciate nello spazio pubblico, in un momento in cui il cinema si intreccia sempre più con le dinamiche sociali e politiche globali.

C’è chi sostiene che la dura reazione contro Karla Sofía Gascón possa essere influenzata anche dal clima politico negli Stati Uniti. Alcuni vedono in questa levata di scudi un’eco delle recenti dichiarazioni del neo-presidente Donald Trump, che ha espresso pubblicamente la sua opposizione all’universo transgender, puntando il dito contro Hollywood.

Isabella Rossellini, però, si smarca dalle polemiche: «Non mi interessano le controversie, l’ho giudicata come attrice», ha dichiarato. Figlia di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, ed ex moglie di Martin Scorsese, l’attrice è candidata per il ruolo di una suora in Conclave, unico personaggio femminile in un film che racconta la lotta di potere tra vescovi.

Non resta che attendere la cerimonia degli Oscar il prossimo 2 marzo per vedere come si concluderà questa vicenda e chi si aggiudicherà le ambite statuette.

E a pochi giorni dalla notte degli Oscar, la straordinaria cornice del Chinese Theatre di Hollywood Boulevard, accanto al Sony Theatre, ospita il Los Angeles Italia Film, Fashion and Art Fest. L’evento, diretto da Pascal Vicedomini e presieduto dalla produttrice Raffaella De Laurentiis, è affiancato da personalità di spicco come lo sceneggiatore premio Oscar Nick Vallelonga, l’attore e regista Franco NeroTony Renis. Un’importante vetrina promozionale per il cinema italiano oltreoceano. «Un evento americano che celebra il cinema italiano», ha sottolineato Vicedomini.

Quest’anno il festival propone ben 30 anteprime, tra cui i film TV Champagne di Cinzia TH Torrini Leopardi di Sergio Rubini, oltre a due retrospettive dedicate a Sergio Castellitto e Isabella Rossellini. Quest’ultima interverrà, insieme all’arredatrice Cynthia Sleiter, alla speciale proiezione di Conclave di Edward Berger.

Tra gli ospiti d’onore spicca il regista Pupi Avati, che presenterà in anteprima il suo ultimo film L’orto americano. Tra gli eventi più attesi anche La Bohème di Mario Martone, il docufilm sull’Aida all’Arena di Verona e un omaggio a Giacomo Puccini con l’orchestra della Fenice di Venezia a Piazza San Marco, a cura di Rai Cultura.

Il festival dedica inoltre spazio ai documentari, tra cui Water and Sugar, incentrato sul grande direttore della fotografia Carlo Di Palma. La chiusura, prevista per il 1° marzo, sarà affidata alla proiezione speciale di The Last Supper (L’ultima cena) di Mario Borrelli. Il regista, che ha collaborato con cineasti del calibro di Francis Ford CoppolaQuentin Tarantino, Tim Burton e Bernardo Bertolucci, ha descritto il suo film come «un’opera di armonia e trasformazione». La sceneggiatura, scritta con John Collins, si ispira a La Passione di Cristo di Mel Gibson e Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli. Il ruolo di Gesù è affidato a Jamie Ward, mentre Robert Knepper interpreta Giuda e James Oliver Wheatley veste i panni di Pietro. Il tema centrale del film ruota attorno al significato odierno del sacrificio di Cristo in relazione al popolo ebraico.

Teatro Roma
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