Satira, genio attoriale e denuncia sociale: Diego Frisina conquista Teatrosophia
Sold-out, applausi scroscianti, risate a scena aperta e una tensione narrativa che non lascia scampo: Ho rapito Paolo Mieli è un’operazione intellettuale coraggiosa, acuminata, portata in scena da un Diego Frisina capace di trasformare un monologo in un’esplosione di significati, comicità e scomode verità. Diretto insieme a Mario Pizzuti, Frisina porta sul palco di Teatrosophia un one-man-show che lascia il segno e registra il tutto esaurito. Un risultato non casuale: il pubblico ha risposto con entusiasmo travolgente a un’ora abbondante di teatro vivo, vibrante, necessario. Un teatro che riflette sul presente e lo fa senza compromessi, con una satira feroce e raffinata, capace di strappare risate mentre affonda coltelli nelle contraddizioni della nostra epoca.

Lo spunto iniziale è surreale ma lucidissimo: Frisina, invitato nel salotto televisivo di Otto e Mezzo per parlare del proprio mestiere, si ritrova improvvisamente a dover commentare un dibattito sulla guerra. A quel tavolo simbolico siedono alcuni dei volti più noti del panorama mediatico e politico italiano, veri o camuffati da caricature fulminanti: Scanzi, Bocchino, Cacciari, e via discorrendo, nel grande teatrino dell’opinione pubblica preconfezionata.
Da questa premessa prende corpo un racconto visionario, satirico fino all’assurdo, ma sempre lucidissimo nella sua denuncia: com’è possibile oggi, in un mondo dominato dalla propaganda e dall’informazione manipolata, essere davvero pacifisti? Frisina esplora la domanda con ironia caustica e creatività scenica. Dialoga con Alexa, che si trasforma in una folle amante virtuale, e arriva a una soluzione tanto paradossale quanto potentemente simbolica: fondare un Movimento Pacifista Terrorista, con una bandiera arcobaleno che incrocia un Kalashnikov.
È qui che il teatro si fa allegoria, che la risata si trasforma in pensiero critico, che il surreale diventa strumento per smascherare il reale. Frisina conduce il pubblico in un crescendo surreale che culmina nel rapimento (immaginario ma carico di significati) del giornalista Paolo Mieli. Il gesto assurdo è un detonatore drammaturgico che porta alla luce la più profonda accusa dello spettacolo: l’informazione contemporanea è spesso un’arma, usata per generare consenso, costruire nemici, giustificare guerre – militari, economiche, culturali.
Ma a rendere Ho rapito Paolo Mieli uno spettacolo memorabile non è solo la scrittura – brillante, tagliente, strutturata – quanto l’incredibile performance di Diego Frisina. Il palco è il suo territorio naturale: si muove con una padronanza fisica e vocale notevole, cambia personaggi, registri, tonalità, sfrutta ogni centimetro dello spazio scenico con una consapevolezza totale. Passa dalla satira più irriverente all’emozione autentica, dalla parodia più sfrenata alla riflessione amara, senza mai perdere il ritmo, tenendo il pubblico inchiodato per oltre un’ora.
Frisina costruisce un universo narrativo stratificato, dove ogni dettaglio è al servizio del racconto. Il disegno luci, curato con precisione, accompagna con efficacia le svolte emotive e narrative del monologo, enfatizzando i passaggi chiave con sobrietà e senso del ritmo.
Il successo dello spettacolo è testimoniato da un pubblico entusiasta, partecipe, complice. Le risate sono spontanee, continue, ma mai superficiali: sono la prova tangibile di una comunicazione riuscita, di una connessione autentica tra attore e platea. L’ovazione finale non è solo un tributo alla bravura di Frisina, ma anche il segno che il messaggio è arrivato forte, chiaro, necessario.
Ho rapito Paolo Mieli è un piccolo miracolo di teatro civile in chiave satirica. Uno di quegli spettacoli che fanno ridere, riflettere e – soprattutto – inquietano. Perché la domanda che lascia in sospeso è semplice, ma bruciante: davvero siamo liberi di scegliere cosa pensiamo, o qualcuno lo fa al posto nostro, con un titolo di giornale o un talk-show?

Con questo lavoro, Frisina non solo conferma di essere un attore di grande talento, ma anche un autore lucido, coraggioso, capace di usare l’arte per illuminare le zone più oscure della nostra quotidianità mediatica. Un nome da seguire. Un teatro da non perdere.
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Ho rapito Paolo Mieli – di e con Diego Frisina, regia Diego Frisina, Mario Pizzuti, suoni Alessandro Scorta, Gian Luca Fraddosio, animazioni Marina Angelucci, co-produzione Fortezza Est, Inventaria 2025 La Festa del Teatro Off, XV edizione, Teatrosophia 7 giugno 2025
Foto di ©Grazia Menna