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Good Boy: il mondo visto con gli occhi di un cane

La nuova edizione di Alice nella Città si tinge di horror con un film che è già diventato un fenomeno di culto per il suo protagonista: Indy, un cane alle prese con una casa infestata.

Apre la XXIII Edizione di Alice nella città, in programma dal 15 al 26 ottobre in concomitanza con La Festa del Cinema di Roma, Good Boy di Ben Leonberg, un film che si fonda su un’intuizione geniale, quella di presentare un horror tradizionale per tutti gli aspetti salvo che per il fondamento stesso del film: adottare il punto di vista del cane. Una scelta che si riversa sulle scelte stilistiche di un film che segue lo sguardo del cane, senza però ricorrere a un’estenuante totalizzante soggettiva.

Infatti oltre a vedere ciò che vede il cane e come lo vede, vediamo continuamente anche il cane stesso. Pertanto l’intelligenza è stata anche nel prediligere a una soggettiva vera e propria, che ci avrebbe mostrato solo quello che il cane vedeva fisicamente e dunque non se stesso, un insieme di inquadrature volte a mostrare il suo punto di vista in modo totale, che quindi comprende in primis se stesso e le proprie sensazioni ed emozioni. Il volto dell’essere umano invece è mostrato solo alla fine in un momento nevralgico del film, una scelta estetica di forte impatto.

Good Boy è un viaggio nella mente di un cane di famiglia. Ogni cosa la vediamo amplificata in base alla soggettività dell’animale. Un televisore che non prende può essere molto inquietante se non sai esattamente cosa sia e perché fa così. Tutto ha un nuovo aspetto, un nuovo odore. Così senza neanche rendercene conto accade una cosa bellissima: cambia il nostro modo di vedere il mondo e con esso quello di percepire il cane. Ogni dettaglio per lui ha una grande importanza, tutto può essere pericoloso e motivo di preoccupazione e a volte, o spesso, percepisce qualcosa che deve ancora essere chiaro per noi, che deve ancora arrivare.

La trama è molto semplice: Todd e Indy, un meraviglioso Nova Scotia Duck Tolling Retriver, si trasferiscono in una vecchia casa di famiglia abbandonata. Todd è convinto della scelta e non vuole sentire ragioni, respingendo anche le perplessità della sorella Vera, ma Indy inizia a vedere e sentire strane cose e presto l’ipotesi di una presenza maligna nella casa si fa concreta per noi spettatori.

Good Boy ci fa riflettere su quanto i cani siano dipendenti da noi e dunque inermi. Il mondo del cane crolla senza il suo umano di riferimento. Indy è un simbolo di eroismo e lealtà, un protettore nell’oscurità. Un film struggente, raccontato con estrema dolcezza, soprattutto per quanto riguarda il rapporto umano-animale, ma anche con tutti gli stilemi e la forza del genere. Un horror psicologico, dove la mente esplorata è quella del cane. Un mind game film insolito, dove le incertezze del cane e del suo umano di riferimento si sgretolano in una torbida dinamica di prospettive. Infatti lo sguardo umano verso la fine viene accolto, si perde la soggettiva del cane e lo si guarda con occhi esterni. Questo cambiamento radicale coincide con un evento in grado di rimettere tutto in gioco e ristabilire nuovi significati e scopi.

Un film di genere low budget, una sorprendente opera prima indipendente, nata in seconda battuta come evoluzione di un cortometraggio diretto sempre da Leonberg e girato nell’arco di tre anni. Indy è interpretato tra l’altro proprio dal cane del regista, una scelta più che vincente vista la sua disposizione a collaborare e la sua spontaneità di fronte alla macchina da presa e alla troupe, nonché quello sguardo che vi mancherà fuori dalla sala. Alice nella città sceglie quest’anno come film d’apertura un horror che rievoca per impatto e drammaturgia grandi film di genere come Poltergeist, consapevole che il mondo dei giovani è abitato anche da tenebre e inquietudini e che non si può scappare dalla forza dell’oscurità, ma solo imparare ad affrontarla e farne tesoro. Così sceglie di parlare al pubblico giovanile senza edulcorare il male e la paura, scelta coraggiosa e di grande consapevolezza.

Come Stephen King, Ben Leonberg è partito da una premessa originale, da un “e se accadesse questo”, che nel caso specifico è l’attenzione rivolta dal cane a eventi soprannaturali che gli altri intorno a lui ignorano, e ha sviluppato, con la collaborazione di Alex Cannon, una sceneggiatura tradizionale e dal rigore spietato, forte di quell’elemento di eccentricità contenutistica e stilistica.

Good Boy invoglia a riscoprire la bellezza dei film di genere attraverso gli occhi di un cane e attraverso questa prospettiva nuova a indagare il nostro rapporto con la morte e la precarietà della vita. Un vortice di forze demoniache che rappresentano la nostra paura di perdere chi amiamo, filtrate e fronteggiate dallo sguardo dell’innocenza.

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Good Boy di Ben Leonberg – Sceneggiatura Ben Leonberg e Alex Cannon – Con: Indy, Shane Jensen, Airelle Friedman, Larry Fessenden, Stuart Rudin, Anya Krawcheck – Montaggio: Curtis Roberts – Musiche: Sam Boase-Miller – Fotografia: Wade Grebnoel – Paese di produzione: USA – Festa del Cinema di Roma 2025 15 ottobre 2025

Fonte immagini: ©Web

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