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Gli occhi degli altri, una storia di ieri che parla ancora all’oggi (ma la colpa è dell’oggi)

Il film di Andrea De Sica alla quarta giornata della Festa del Cinema di Roma

Quale può essere il senso di andare a ripescare una storia di squallida perversione, vecchia di quasi sessant’anni, che ci parla di amore malinteso, di sesso sfrenato (ma soprattutto annoiato, per il titolare degli “occhi che guardano”) per voglie esauste, sopraffate alla ricerca di un confine sempre un po’ più in là?

Filippo Timi & Jasmine Trinca

Il nostro contemporaneo, ci verrebbe da dire a noi che siamo distanti più di qualche generazione da quello strillo della cronaca nera, ha fatto definitivamente i conti con certo manierismo di stampo dannunziano di quel tipo di vicende.

Ma forse questa non è tutta la verità, se è vero, come è vero, che quella vecchia storia del 1970 ripescata da Andrea De Sica e portata sullo schermo, con una declinazione tutta contemporanea nei dettagli del racconto, non sembra poi così impolverata dal tempo. Il rumore di sottofondo, quello che più conta, ci parla di una educazione sentimentale che ancora non ha fatto del tutto i compiti a casa, e ancora non si può dire sorpassato il principio di piacere perverso che molte, troppe volte confonde nei maschi di oggi il gesto d’amore con la manipolazione del corpo, l’ossessione erotica spinta fino alle estreme conseguenze, il corpo della donna in balia della voglia capricciosa del compagno di turno, che nulla sa di relazione, ma tutto invece di pragmatismo erotico senza confini.

La vicenda raccontata è a quella che alla fine dell’estate del 1970 percorse l’Italia a sussurri purgati da telecronache ancora troppo pudibonde per esporsi ai particolari (narrati invece con dovizia dai rotocalchi “specializzati). Tutto accadde a Roma, quartiere Parioli: il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino, un nobile nullafacente, dedito all’erotismo sfrenato che con l’avanzare dell’età si era fatto esausto, aveva convinto la giovane moglie Anna Fallarino a vivere la propria relazione extraconiugale con il suo amante Massimo Minorenti alla luce del sole. Meglio davanti ai suoi occhi. Meglio ancora: quello sarebbe stato il loro appuntamento erotico. Lui, il Marchese Casati Stampa ci avrebbe messo solo gli occhi (scendendo nelle classi sociali, quei tipi lì sarebbero stati insultati “guardoni”. Nel caso del Marchese Casati Stampa si sarebbe parlato di voyeur e si sarebbe scomodato il dannunzianesimo, oltre che categoria della decadenza).

La vicenda rivive sullo schermo in tutta la sua forza, con quella curiosa percezione di aggiornamento di cui abbiamo riferito) attraverso una fotografia ineccepibile, un’atmosfera perfetta, tipica del noir erotico che sembra richiamar il Stanley Kubrick di Doppio sogno. La vicenda è trasferita in un’isola pontina e i nomi dei personaggi tutti cambiati. Rimane conservata la collocazione temporale e lo sviluppo della vicenda che è stata conclusa, come noto, con il ferale omicidio dei due amanti e il suicidio del loro assassino, il Marchese Casati Stampa.

Filippo Timi e Jasmine Trinca

Bravissimi i due protagonisti Jasmine Trinca e Filippo Timi nei panni dei due amanti sconsiderati e Matteo Olivetti in quelli di Cesare, il compagno sventurato della Marchesa.

Gli occhi degli altri -Regia e sceneggiatura Andrea De Sica – Con Jasmine Trinca (Elena), Filippo Timi (Lelio), Matteo Olivetti (Cesare), Anna Ferzetti (Rossella), Rita Abela (Nicoletta), Roberto De Francesco (Sandrone), Carmen Pommella (Pasqualina) – Fotografia Gianenrico Bianchi – Costumi Massimo Cantini Parrini – Produzione Vivo Film, Wildside, e Vision Distribution – Anno 2025 – Festa del Cinema di Roma 18 ottobre 2025

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