Gli incantesimi di Victoria Chaplin seducono ma non convincono

Quella voglia irrefrenabile di drammaturgia al Biondo di Palermo

Il sipario è già aperto quando il pubblico entra nella Sala Grande del Teatro Biondo di Palermo per assistere allo spettacolo, fuori abbonamento, Bells and Spells. Ideato da Victoria Thierrée Chaplin, che ne firma anche la regia, lo spettacolo racconta in un atto unico, con pochi dialoghi, la vita di Aurélia, un’ abile cleptomane che si trova improvvisamente in balia degli oggetti di cui cerca di impadronirsi. Attraverso la danza, giochi di trasformismo, magie e acrobazie, Aurélia Thierrée, attrice francese e figlia di Victoria Thierrée Chaplin, si relaziona con il personaggio interpretato dal danzatore Jaime Martinez, ne nasce così uno spettacolo immaginario.

© Richard Haughton

Onirico quanto grottesco, lo spettacolo è un susseguirsi di scenari dai meccanismi improbabili, ricco di strani incontri, carillon impazziti e molte altre sorprese. La scenografia dello spettacolo richiama, alla memoria dei più esperti o degli amatori del teatro, quella delle messe in scena francesi di fine Ottocento, e alcuni pittori surrealisti. C’è spazio per giochi di magia e trasformismo, in un travolgente susseguirsi di scenari, surreali quanto onirici, dal gusto poetico.

Lo spettatore viene sedotto, stupito, ma c’è un qualcosa che manca … il collante drammaturgico che lega tutti questi quadri. Lo spettacolo risulta, per la maggior parte, un susseguirsi di immagini poetiche, belle da vedere, ma che forse sovreccitano lo sguardo dello spettatore. Non vi è tempo di innamorarsi di un’ immagine che quasi immediatamente ne segue un altra, nell’istante in cui si cerca di comprenderla, di farla propria, ne arriva un altra … e poi un’ altra…

Time out!

Si potrebbe riflettere sul fatto che la regista volesse metterci in ascolto di una mente contorta. Se fosse questo il caso allora dovremmo vedere lo spettacolo sotto quest’ottica: come il sogno di una mente affaticata, schiava delle sue stesse deviazioni. Potremmo dunque leggere la protagonista come in un delirio, alla ricerca del sé, quasi un personaggio cechoviano. Così Aurelia, nello spettacolo, da sfogo alla rappresentazione sommessa di una serie di stati d’animo, e nel tentativo di possedere ogni cosa, si perde nelle sue stesse derive. Un ragionamento contorto, forse imprudente, ma che potrebbe portarci una nuova lettura di questa mise-en-scène.

© Richard Haughton

Luci, costumi, musiche, scenografie molto ben riuscite, entusiasmanti i giochi di magia, i travestimenti e le coreografie. Lo spettacolo ha inaugurato il nuovo anno al Teatro Biondo riscuotendo successo tra il pubblico a conferma di un’annata entusiasmante, grazie soprattutto al coinvolgimento di eccellenze del teatro e della danza contemporanea, oltre che di molti artisti siciliani.

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Bells and Spells di Victoria Thierrée Chaplin – con Aurelia Thierrée e Jaime Martinez – scenografia e costumi Victoria Thierrée Chaplin – coreografia Armando Santin, Victoria Thierrée Chaplin – disegno luci Fiammetta Baldiserri, Nasser Hammadi – operatore luci Nick Burge – sound design Dom Bouffard – costumi e attrezzeria Monika Schwarzl – Direttore tecnico Gerd Walter – Tour manager Virginia Forlani – produzione Change Performing Arts Milano con Théâtre les Célestins Lyon / Théâtrarouge Genève – Teatro Biondo dal 3 al 7 gennaio..

Foto di copertina © Richard Haughton

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