Gli “angeli del fango” dei vecchi dischi

L’associazione Museo Virtuale del disco e dello spettacolo ha salvato una collezione di dischi a 78 giri dopo l’alluvione in Emilia Romagna.

L’alluvione in Emilia Romagna ha causato gravissimi danni. Tra questi, ci sono anche i ricordi delle famiglie che hanno visto in un attimo scomparire tutto nell’acqua e nel fango.

Ma gli angeli del fango della storia che vi raccontiamo hanno estratto dalla melma degli oggetti che letteralmente cantano e parlano. Si tratta di “vecchi” dischi a 78 giri: supporti sonori utilizzati dagli inizi del Novecento fino alla fine degli anni Cinquanta.

I dischi salvati dal Museo Virtuale del disco e dello spettacolo

L’associazione Museo Virtuale del disco e dello spettacolo, che con la sua radio e il suo vasto archivio si occupa di valorizzare la canzone italiana, è stata chiamata ad intervenire nel salvataggio di una collezione. Il presidente, dell’associazione Massimo Baldino così ci racconta:

«Tempo fa ci ha scritto Mirko Minardi: il padre Natale era un nostro socio e soprattutto possedeva una collezione: circa 1000 dischi, ai quali era molto affezionato. Ma l’alluvione ha invaso la casa e i dischi sono rimasti in balia di acqua e fango per un po’.

A questo punto Mirko, pur in un momento così drammatico, ha pensato a noi e ci ha scritto se fossimo interessati a questo piccolo grande tesoro che altrimenti sarebbe andato perduto: il tempo di informarci e organizzarci e il nostro collaboratore Walter Martinelli è partito per recuperare i dischi».

Da una prima ricognizione è poi emerso che alcuni dischi si sono irrimediabilmente rovinati mentre altri si presentano ancora in buono stato di conservazione.

Vedendo i titoli è emerso il grande valore artistico della collezione. Sono presenti dischi di grandi etichette come La voce del padrone: celebre per il suo logo che ritrae un cane davanti alla tromba di un grammofono. Seguono altre case discografiche come la Odeon, la Columbia, la Vis, la Cetra e la Fonit.

Di quest’ultima il cantante più importante e famoso è stato Natalino Otto che con le orchestre di Gorni Kramer, fin dalla Seconda guerra mondiale, ha scritto le pagine più felici della canzone jazz italiana.

L’incarico di restaurare e digitalizzare il prezioso materiale è stato affidato a Walter Martinelli.

La tecnica della digitalizzazione dei dischi implica numerosissimi vantaggi. Innanzitutto sarà possibile ascoltare i dischi e poter intervenire direttamente sul suono per migliorarlo. La registrazione verrà poi inserita nell’ampia discoteca digitale dell’associazione e sarà disponibile per tutti i soci e verrà inserita nella programmazione di Radio il Discobolo, liberamente fruibile sul sito http://www.ildiscobolo.net/.

Si tratta dunque di una complessa azione di recupero, salvaguardia e condivisione di un patrimonio come quello discografico-musicale perennemente a rischio.

I supporti sonori, nel caso specifico i dischi, sono oggetti fragilissimi. La difficolta nell’ascoltarli li rende inutili e spesso considerati di scarso valore. Con Radio il Discobolo ogni canzone viene catalogata e inserita all’interno di collegamenti ipertestuali che la mettono in rapporto con le biografie di chi l’ha scritta e interpretata.

Questa è una storia di un vero e proprio salvataggio, che restituisce alla collettività un pezzo importante della nostra storia.