Dall1 al 5 febbraio all’Off-Off Theatre di Roma va in scena lo spettacolo dedicato a Sibilla Aleramo “Amo dunque sono” con Viola Graziosi per i testo di Alessandra Cenni e la regia di Consuelo Barilari.
All’Off Off Theatre di Roma abbiamo visto sul palcoscenico la straordinaria vita di Sibilla Aleramo. Non si tratta di una messa in scena didascalica: Viola Graziosi si fa narratrice e interprete, svelando a poco a poco il nome della protagonista.
Ci sono inquietudini, un’epoca, un contesto storico. Il tutto nasce da una ferita, da un abuso che diventa la base per la riscossa, il riscatto di voler vivere da protagonista. È nata così, elemento dopo elemento, pennellata dopo pennellata, in una giustapposizione di toni cangianti la figura di Sibilla Aleramo.
I suoi amori, tanti in numero quanto in varietà: mille colori e stati d’animo che nascono e turbano la nostra protagonista.
Accanto alla recitazione, sul palco interagiva con l’attrice la voce fuori campo di Graziano Piazza: calda, meditata, dalle pause efficaci e riflessive. Oltre a ciò degne di nota sono le musiche da Mulholland Drive di Angelo Badalamenti.
L’elemento visivo era accresciuto dalle proiezioni e dalle luci: due elementi che all’Off-off Theatre sono sempre magistralmente utilizzati. Le luci governavano lo spazio scenico, a creare il giusto cono visivo per intendere i pochi elementi scenici.
Sullo schermo, ad immergere lo spettatore è stato proiettato un frammento del film del 2015 Suffragette diretto da Sarah Gavron. Ma era poco più che una citazione: un colore, un’atmosfera, una folla che travolgeva e veniva travolta dalla storia.
Tra le videoproiezioni, anche quelle di Gianluca De Pasquale. Abbiamo visto Viola Graziosi “duplicata” in video e sul palco. Suggestivo il momento in cui Sibilla Aleramo era due volte coperta da un lungo velo bianco, portatore di una intensa riflessione sul matrimonio.
Sibilla Aleramo è oggi un nome non molto ricordato. Una donna, una scrittrice, una poetessa e una giornalista che si conosce poco e poco è studiata. Ma chi era Sibilla Aleramo?
Il suo vero nome era Marta Felicina Faccio, lo pseudonimo Sibilla Aleramo le venne dato dal direttore della Nuova antologia Giovanni Cena che conobbe trasferendosi nella capitale. L’opera per cui è maggiormente ricordata è il romanzo del 1906 Una donna, in cui dipinge la condizione femminile in Italia a cavallo fra il XIX e il XX secolo. Del 1927 è Amo dunque sono che ha dato il nome allo spettacolo teatrale.
Il testo, la regia, le musiche, le luci e la recitazione sono stati tutti propensi a dipingerci Sibilla Aleramo come una donna – in fin de conti – serena con se stessa e sazia del proprio vissuto. Lo “scandalo” può nascere in chi è fuori dall’Off-Off Theatre, per chi è dentro non può esistere lo “scandalo” perché il tutto è sereno, limpido… in altri termini: libero.
Concludendo si potrebbe dire che, di tutto lo spettacolo, possiamo ammirare il garbo e l’educazione, uno sguardo privato e discreto sulla vita di una grande donna.