Al Teatro Ghione un viaggio ironico e struggente tra maschere, libertà e identità.
Giorgio Marchesi è di nuovo in scena con Il fu Mattia Pascal, di cui firma l’adattamento e insieme a Simonetta Solder la regia. Punto focale di questo lavoro è l’umorismo pirandelliano sviscerato con passione da una messa in scena che mette al centro l’attore-personaggio e l’intesa con l’accompagnamento musicale dal vivo. Infatti il palco è tutto di Giorgio Marchesi e del musicista e compositore Raffaele Toninelli con il suo contrabasso, un duo che ricorda il teatro di varietà, anche per l’energia incandescente dello stesso Marchesi e la sua fisicità prorompente da performer.
Raffaele Toninelli e Giorgio Marchesi
Un’irruzione di giocosità e perdita di sé, che omaggia Pirandello senza rinunciare a una propria visione, volta a coinvolgere un pubblico più variegato con uno spettacolo allettante e coinvolgente, che non abbandona la profondità pirandelliana ma la inserisce nelle pieghe di un monologo frizzante e appassionato. La bravura di Giorgio Marchesi è un collante che scandisce attimo per attimo l’andatura di questo tributo tragicomico alla mutevolezza e relatività dell’esistenza. Esperienze grottesche costellano un percorso di conoscenza inversa di sé, nel senso che il protagonista trova se stesso nella frammentarietà e instabilità della propria identità, in quella lapide finale che non gli resta che contemplare e nel suo “Io sono il fu Mattia Pascal”.
Mattia Pascal si scopre “attore di una tragedia che più buffa non si sarebbe potuta immaginare” né rappresentare: Giorgio Marchesi mette l’accento sulla condizione di teatrante del protagonista e, insieme a lui, dell’umanità: senza maschera non diventiamo liberi, ma semplicemente perdiamo anche quella parvenza illusoria di identità che avevamo. Ne esce un Mattia Pascal istrionico, compiaciuto, consapevole della sua perdizione, intrappolato in un limbo esistenziale a cui si rassegna, e anzi di cui sorride, facendone oggetto di una performance autocelebrativa. Inetto a tutto, trova forse l’unico escamotage per sfuggire alla noia e al non essere in questo racconto delle proprie gesta non gesta, nella narrazione delle sue morti.
Un prototipo dell’uomo moderno che incarna un nuovo “eroismo”, fatto di virtualità, invenzione e incapacità di cavalcare la vita reale a favore della costruzione di un’identità plasmata dal soggetto stesso a proprio piacimento. In tal senso, e non solo, è molto interessante la sequenza della genesi di Adriano, che richiede un’attenzione particolare, tanto da immaginarne infanzia e parentele in modo maniacale. La regia servendosi in questa fase dell’uso della tecnologia evidenzia questo legame con la modernità e con la società dell’immagine, oltre a creare dinamismo visivo e maggiore coinvolgimento.

Giorgio Marchesi
Nel racconto del fu Mattia Pascal Giorgio Marchesi si destreggia con disinvoltura e grande maestria in una narrazione in prima persona da vero cantastorie-performer dove passa dal racconto in stile memoriale all’interpretazione specifica della moltitudine dei personaggi, grotteschi ed esilaranti. Il minimalismo formale della scenografia accentua la centralità di Marchesi e del suo collega Raffaele Toninelli, sempre con lui sul palco, spalla e confidente, alleato e punto di riferimento nel calderone narrativo che Marchesi mette in scena. Il fu Mattia Pascal si tinge di eleganza e semplicità, freschezza e spontaneità, ebbrezza estrosa e libertà espressiva. Giorgio Marchesi incanta e conquista, danzando tra le parole del testo pirandelliano, oscillando tra Mattia Pascal e Adriano Meis, funambolo in equilibrio nel buio della vita, leggero, ironico, per poi arrestarsi in brevi momenti di introspezione funerea o di contemplazione malinconia e nuovamente riprendere la corsa al racconto. Un adattamento agrodolce e personale trasportato in un tempo indefinito novecentesco che ci parla del presente e del passato, dell’umanità nella sua mancanza di certezze.
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Il fu Matti Pascal di Luigi Pirandello – Regia: Giorgio Marchesi, e Simonetta Solder – Con Giorgio Marchesi – Al contrabbasso: Raffaele Toninelli – Teatro Ghione dal 6 al 9 novembre 2025




