Cerca

“Gino Badate: La Vita al Rallentatore”

Con “Cosa resterà di noi”, l’Argot Studio accoglie il viaggio surreale di un uomo che, nel limbo tra vita e morte, ripercorre la propria esistenza come fosse un sogno stropicciato, ma lucidissimo.

Un microfono, una vestaglia, delle ciabatte. Un uomo che forse è morto, forse no. Forse sogna, forse ricorda. Forse ha solo bisogno di raccontarsi prima di sparire. Così comincia Estate di una notte di mezzo sogno, monologo scritto e interpretato da Nicola Lo Russo – insieme a Pietro Cerchiello – tratto dal testo “Il sole blu” di Carlo Burei. Un lavoro che prende parola nella penultima serata del Festival Green DaysCosa resterà di noi, rassegna under 35 curata da Dominio Pubblico e in scena all’Argot Studio di Roma.

Nicola Lorusso

«Buonasera a tutti, a tutte e a… tuttæ, il mio nome è Gino, spero che basti. Spero che basti non è il cognome. Badate è il cognome. Gino Badate».
Gino entra così, a metà tra un comico surreale e un clown malinconico. Una maschera che si sgretola e si ricompone continuamente, come il racconto che ci regala. Una narrazione piena di vita stralunata, poetica e concreta allo stesso tempo. Gino è stato investito la notte del primo luglio. Insieme a lui, anche il cane. Da quel momento entra in uno stato indefinibile, un altrove in cui tutto si mischia: il prima e il dopo, il vero e il sognato. La sua vita si spalanca davanti come un vecchio film al rallentatore, e noi siamo lì, seduti accanto a lui, a guardare.

C’è l’asilo del nonno, il lavoro da barbiere con lo zio, la madre incinta per cento anni, l’amore per Pina, i ladri, il sogno di fare il regista, il camion che arriva. C’è tutto, ma niente resta uguale. I ricordi si fanno scena, la scena si fa domanda: chi sono stato? cosa resterà di me?

Il linguaggio dello spettacolo è ibrido, impastato di ironia e nonsense, ma anche di punte taglienti che arrivano dritte al cuore. La regia gioca con una semplicità e potenza evocativa: le luci, curate e funzionali, una voce che abita il corpo e lo spazio, anche quando lascia il palco per insinuarsi tra il pubblico, come a dire che la vita – quella vera – si nasconde proprio lì, dove non la cerchi.

Nicola Lo Russo dimostra una notevole padronanza scenica: è credibile, dinamico, sa dosare i tempi e i toni, passando dal grottesco al tenero, dall’assurdo al drammatico, senza perdere l’equilibrio.

Nicola Lorusso

Il testo scritto in collaborazione con Pietro Cerchiello è compatto, vibrante, e mantiene un’intelligenza teatrale che non sacrifica l’anima. Si sente il bisogno di Dio. Non un Dio risolutore, ma un interlocutore, a cui si lancia una domanda che resta sospesa. E forse è proprio quella sospensione – tra palco e platea, tra corpo e anima – il cuore di questo lavoro. Un cuore che batte anche quando sembra non volerlo fare più.

_____________________________

Estate di una notte di mezzo sogno di Pietro Cerchiello e Nicola Lorusso – con Nicola Lo Russo – Rassegna di teatro Green Days – cosa resterà di noi – Argot Studio 11 maggio 2025 – Organizzazione Dominio Pubblico.

error: Content is protected !!