L’Osservatorio Confcommercio lo consacra tra i festival cinematografici più noti d’Italia, confermando la forza di un progetto che da oltre cinquant’anni mette i giovani al centro del cinema.
Dallo studio “Osservatorio Impresa Cultura Italia” di Confcommercio, realizzato nel settembre 2025 su un campione rappresentativo dai 18 anni agli over 65, emerge un dato di grande rilievo: il Giffoni Film Festival è il terzo festival cinematografico più noto in Italia, preceduto soltanto dalla Mostra del Cinema e dalla Biennale di Venezia.
Un risultato che conferma come il Festival del cinema dei ragazzi, ideato 54 anni fa da Claudio Gubitosi, sia oggi uno dei riferimenti più solidi e riconoscibili del sistema culturale italiano. Un traguardo ancora più significativo se si considera che l’indagine non include uno dei target fondamentali della manifestazione, quello tra i 13 e i 17 anni, vero tessuto connettivo degli oltre 5.000 giovani giurati che ogni anno, dai 3 ai 18 anni, animano Giffoni, trasformandolo in una vetrina cinematografica internazionale unica nel suo genere.
Non a caso, il grande regista della Nouvelle Vague François Truffaut, tra i primi a visitare il Festival, scrisse in un documento oggi simbolo della manifestazione: «Se non c’era, bisognava inventarlo».
All’interno della lista dei 18 festival nazionali sottoposti agli intervistati, Giffoni si distingue come unica realtà al terzo posto per notorietà, con il 61% degli intervistati che dichiara di conoscerlo, a fronte del 67%registrato dalla Biennale e dalla Mostra del Cinema di Venezia.
Un risultato che rende orgogliosi Claudio Gubitosi e tutto lo staff, impegnato durante l’anno anche all’estero, nella moderna cittadella del cinema di Giffoni, uno spazio avveniristico che ospita un museo del cinema, sei sale cinematografiche e settori produttivi dedicati a film e documentari. Un modello culturale esportato e richiesto in tutto il mondo: dal Brasile alla Spagna, dalla Macedonia all’Albania, fino a Hollywood.
Nel corso degli anni, Giffoni ha accolto e messo a confronto le giovani generazioni di 52 Paesi con il grande star system internazionale: da premi Oscar a premi Nobel, da Alberto Sordi a Roberto Benigni, da Meryl Streep a Robert De Niro, da Susan Sarandon a Paolo Sorrentino, da Tony Servillo a Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale, Ornella Muti, Ennio Morricone, Oliver Stone, Richard Gere, Nicolas Cage, Roman Polanski, senza dimenticare protagonisti della musica e della televisione come Gianna Nannini e Renzo Arbore.
Come cronista non posso che provare una profonda soddisfazione per questo risultato, anche perché fui tra i primissimi a intuire il potenziale di una rassegna allora visionaria, ideata da un ambizioso ragazzo di appena 17 anni. In un contesto segnato dallo scetticismo e da non poche diffidenze, quel giovane riuscì a imporre con determinazione e coraggio un’idea nuova, controcorrente, dedicata ai giovani e al loro sguardo sul cinema.
Oggi, a oltre cinquant’anni dalla sua nascita, quel progetto non solo ha resistito al tempo, ma si è affermato come una realtà riconosciuta e rispettata nel panorama cinematografico internazionale, dimostrando che le intuizioni autentiche, quando sostenute da visione e passione, possono diventare storia.
«Il cinema è la grande fabbrica dei pensieri, della realtà, della fantasia e dei sogni», diceva Charlie Chaplin. Un pensiero che continua a a vivere a Giffoni, dove i sogni dei ragazzi restano il cuore pulsante di un festival unico al mondo.




