Tra la magia dei ricordi e lo slancio del futuro, il Festival accoglie i ritorni, le nuove storie e le verità più profonde raccontate da chi il cinema lo vive, lo fa, e lo ama.
«Siamo tornati come per magia tutti bambini», ha detto emozionato Claudio Gubitosi, fondatore del Giffoni Film Festival, davanti a un pubblico giovane e appassionato che non solo ama il cinema, ma lo rinnova, lo rende eterno.

Andrea Arru, Marta Filippi, Matteo Branciamore e Claudio Amendola
Tra gli ospiti più attesi di questa edizione, il cast de I Cesaroni…il ritorno, nuova serie in 12 episodi in onda su Canale 5 dal prossimo inverno. Il mattatore Claudio Amendola, protagonista e ora anche regista, ha presentato il progetto insieme a Matteo Branciamore, Marta Filippi e Andrea Arru, sottolineando come la serie continui a parlare di ciò che più ci riguarda: «La famiglia: allargata, umana, ironica, popolare. Commovente e divertente».
A dieci anni dall’ultima stagione, la celebre bottiglieria della Garbatella riapre i battenti, ma senza alcuni volti storici: Antonello Fassari (Cesare), scomparso questa primavera e ricordato con commozione, e gli assenti Max Tortora e Alessandra Mastronardi .
Nel frattempo, il Giffoni premia anche il film Tutta colpa del rock di Andrea Jublin, con un irresistibile Lillo (senza Greg), nel ruolo di un padre assente che per una serie di tragicomici errori finisce in carcere e trova nel rock una via di riscatto, dove formerà una band con altri detenuti per partecipare a un concorso musicale.
Tra i momenti più intensi, l’intervento di Ambra Angiolini nel Giardino degli Aranci, regina di una giornata colorata dedicata ai più piccoli.
«Oggi si diventa famosi per un rutto in do maggiore», ha detto ironicamente, aggiungendo: «Io la mia identità l’ho trovata solo in teatro. È lì che oggi porto Oliva Denaro con La reginetta di Leenane. C’è chi si finge morto, io invece rido».

Ambra Angiolini
Mark Ruffalo, quattro volte candidato all’Oscar e protagonista di film iconici come Povere creature di Yorgos Lanthimos (2023) e Shutter Island di Martin Scorsese (2010), era rimasto colpito dalla magia di Giffoni nel 2015, durante la sua prima visita alla “città del cinema”. Seduto con una granita al limone tra le mani, mi disse con sincerità disarmante: «Qui ritrovo l’umiltà. Il successo può essere angosciante, ma la gioia di questi ragazzi mi rigenera. Fellini lo sapeva: ironia, speranza e leggerezza sono la vera forza del cinema». Poi sorrise e concluse: «In fondo, tutti vorremmo essere un po’ italiani». E aggiungo io: soprattutto, più umani!