Il primo agosto Giancarlo Giannini spegne simbolicamente 80 candeline. Non festeggerà perché non ama gli anniversari e non gli importa di ciò che è stato, ma pensa al futuro e a ciò che può ancora regalare al suo pubblico.
Giancarlo Giannini, il Primo Agosto ha compiuto 80 anni. Lui protagonista del cinema italiano, interprete di personaggi diversi tra loro, perfettamente a suo agio nei panni del proletario Mimi metallurgico, come sotto la drammatica e aristocratica direzione di Visconti e di Scola.
Spezino di nascita del piccolo Borgo di Pitelli, napoletano da adolescente e romano nell’età dell’Accademia. Discepolo del Maestro Sergio Graziani che lo scrittura per “W Amleto” e lo consacra ai successi della critica teatrale. In questo giovanissimo talento arde però il fuoco del cinema e dopo il successo televisivo di David Copperfild nel 1965, eccolo brillare nei panni di Christian nel thriller “Libido” di Gastaldi e Salerno, considerato dal Premio Oscar Quentin Tarantino il miglior film di genere.
Giannini ha stretto una fattiva collaborazione artistica con la geniale ed eclettica Lina Wertmüller, oltre che con Coppola e Monicelli. È apprezzatissimo anche in America, secondo solo a Rodolfo Valentino nella ”Walk of fame”. Stimato ovunque, forse solo il festival friulano ancora non si è accorto di lui, come per suo stesso recente e dichiarato rammarico.
Provando a raccontare il Giannini uomo, oltre l’attore, non si può non riconoscere che la vita non gli ha risparmiato niente: sia nel bene accompagnandolo ai grandi successi, che nei dolori, con la prematura scomparsa del figlio Lorenzo, che ovviamente, lo ha profondamente segnato.
Giancarlo oggi appare come un professionista che sta dando ancora il meglio se. Ciò può essere possibile per la sua serenità interiore dovuta ad una fede profonda, proficua e consapevole, lo rende oggi un’icona e grazie ai programmi Rai cui presta la voce e le interpretazioni dei classici, è molto aprrezzato anche dai più giovani.
Il poliedrico Giannini si diletta poi quale inventore nel campo dell’elettronica, non tradendo la scelta delle scuole superiori degli anni napoletani tanto da farne brevetti.
Insomma l’attore fenomeno dell’interpretazione di dialetti piace oggi più di ieri. Pasqualino sette bellezze, doppiatore divo e soprattutto filosofo del suo stesso tempo che lo ha portato a dichiarare che è il divenire ció che gli interessa e che la consapevolezza della morte la fa apparire meno terribile rendendo la vita una meravigliosa e quotidiana scoperta.