Giacomo (Matteotti) e la potenza delle parole

I discorsi di Matteotti protagonisti dello spettacolo firmato da Cotugno e Borgia 

Sul palcoscenico del Teatro Duse di Genova, prendono vita le immortali parole di Giacomo Matteotti in occasione del centenario dal suo assassinio.

Protagonisti dell’opera Giacomo sono i due storici interventi in Parlamento del politico che ha avuto il coraggio di dire la verità mettendo a rischio la sua stessa vita: quello del 31 gennaio 1921, in cui denuncia le connivenze tra le forze politiche borghesi e le squadracce fasciste insieme al celebre e letale, per lui, discorso del 30 maggio 1924 in cui contesta i risultati delle elezioni di quell’anno, l’ultima seduta a cui partecipa prima di essere assassinato.

ph Luca Del Pia

«Il monologo – scrive il regista Gianpiero Borgiavuole porre in risalto il discorso politico di Matteotti, mettendo a confronto due dei suoi interventi in Parlamento […]Questa tragedia, politica e anti-spettacolare, consiste nella riproposizione delle parole di Matteotti nella loro nuda e terrificante verità».

A dar voce a Giacomo è Elena Cotugno che, in una notevole prova d’attrice, mostra il potere e il valore delle parole, in particolar modo di alcune che sembrano ormai quasi obsolete: idea, democrazia, politica.

Lo spettacolo si sviluppa in due fasi quasi contrastanti, un primo momento segnato dal discorso del 1921 e un secondo con il discorso del 1924, intervallati da quello che sembra essere un richiamo forzato al silenzio in cui, con voce flebile, Elena Cotugno intona brani di note canzoni popolari.

Nella prima parte della messinscena Cotugno evoca le parole di Matteotti prendendo una posizione ferma, a occhi quasi chiusi, seduta fra le panche di un Parlamento che sembra essere stato scosso da un terremoto. Pronuncia l’intero potente discorso senza mai fermarsi, come uno stream of consciousness politico, deciso.

Il tentativo di pronunciare il secondo discorso, quello del 1924, viene evocato in maniera diametralmente opposta, in cui Cotugno-Matteotti ingaggia la lotta nuova, fisica e verbale, contro i rappresentanti del partito fascista presenti in aula che interrompono con grida, insulti e offese (tutti rappresentati da Cotugno). Così l’attrice evoca la gravità delle parole matteottiane, con un dinamismo recitativo fisico e vocale, dichiarando quelle che erano le intenzioni del parlamentare: «non parlo imprudentemente ma parlamentarmente», concludendo il suo intervento con un urlo silenzioso alla libertà e alla democrazia.

Giacomo è l’esito di uno studio iniziato nel 2019 da Elena Cotugno e Gianpiero Borgia intorno alla figura dello storico segretario del Partito Socialista, in cui viene sviluppato un lavoro sul ruolo lontano dalla tradizione italiana della maschera, sia parodistica sia documentaristica. Sono notevoli le difficoltà di portare in scena un testo così strutturato, a partire proprio dalle parole che son le vere protagoniste attorno a cui si sviluppa tutto il senso dello spettacolo. Sono parole lontane dalla teatralità, dalla spettacolarizzazione.

ph Luca Del Pia

Con Giacomo, Cotugno e Borgia mostrano come sia ancora possibile l’esistenza del teatro sociale, come possa ancora essere uno strumento per la comunità, in cui l’arte drammatica si cimenta in argomenti nuovi e popolari, togliendo tutti quegli effetti “da teatro”, con quinte e luci a vista. Anche il modus recitandi di Cotugno è peculiare e mostra un’arte attoriale e uno studio del ruolo impattanti, passando dalla quasi assenza di mobilità a un dinamismo altalenante ed evidenziato.

Dopo 100 anni da quegli anni in cui fare politica significava anche rischiare la propria vita, in cui la “Politica” poteva anche essere un atto popolare e di ribellione, le parole di Matteotti risuonano ancora forti e Giacomo accompagna ancora il lavoro di teatranti che oggi vogliono mostrare come il teatro sia necessario.

_______________________________________________

Giacomo. un intervento d’arte drammatica in ambito politico – di Elena Cotugno e Gianpiero Alighiero Borgia – Produzione TB, Artisti Associati Gorizia con il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il patrocinio di Comune di Fratta Polesine, Fondazione Giacomo Matteotti, Fondazione di Studi Storici “Filippo Turati” e Fondazione Circolo Fratelli Rosselli – Drammaturgia Elena Cotugno e Gianpiero Borgia – Ideazione, coaching, regia e luci Gianpiero Borgia – Interprete Elena Cotugno – Costumi Giuseppe Avallone – Artigiano dello spazio scenico Filippo Sarcinelli.

In scena al Teatro Eleonora Duse di Genova dal 5 al 7 aprile 2024

Foto inevidenza: ph Luca Del Pia