“Garagenvolk” di Natalija Yefimkina, il documentario: la recensione.

 di Miriam Bocchino

 

Dal 21 al 30 gennaio 2021 si è svolta la 32^ edizione del Trieste Film Festival, rassegna dedicata al cinema dell’Europa centro orientale: tra i film in concorso, nella sezione documentari, l’opera “Garagenvolk” (La gente dei garage) della regista Natalija Yefimkina.

Il documentario, il primo lungometraggio per la giovane regista nata a Kiev, racconta la vita pulsante di una piccola cittadina del nord della Russia, che trova la sua manifestazione in una lunga distesa di garage.

Il luogo, dove l’unica fonte di sostentamento sembra essere una società mineraria, ospita, in un territorio apparentemente anonimo e deprimente, un variegato universo umano che nei garage, capanne di lamiera poco accoglienti esternamente, trova la sua autonomia e indipendenza.

La macchina da presa segue, cogliendo ogni rumore e immagine, l’esistenza di persone che dei garage hanno fatto rifugio e apoteosi della loro volontà.

Il paesaggio inospitale sembra raccontare come un luogo possa trasformarsi per divenire visione di altro: palestra, laboratorio, stazione radio, sala prove o semplicemente “casa”. I garage, infatti, alla vista appaiono anonimi e privi di senso, così come le vite di alcuni esseri umani, ma a uno sguardo più attento diventano narrazione e mistero.

Sono l’enigma di chi ha scavato tutta la vita per raggiungere il centro della sua terra, o di chi ha smarrito la sua meta, perdendo la fidanzata tra il fuoco, o di chi lotta contro il male di vivere, o di chi sogna un luogo lontano per costruire il proprio futuro.

Gli abitanti dei garage, smarriti tra la miniera e le montagne, nascondono la loro esistenza e i loro desideri dietro le lamiere, apparentemente privi della possibilità di abbandonare quel luogo per diventare pienamente “esistenti”.

Nella vita grama di questi cittadini russi, i garage diventano occasione per vivere autonomamente i propri pensieri e per ritrovarsi, anche, attraverso le parole.

Natalija Yefimkina concede al documentario la possibilità di “viaggiare” da solo: nessuna musica o artificio ma solo lo sguardo imparziale a narrare le tante storie nascoste dietro al silenzio.

Il paesaggio, quasi lunare, accoglie le anime vaganti di chi, in un luogo privo di tempo, si scopre e si modifica, pur rimanendo uguale.

Tra il silenzio e il rumore, nei frammenti di vita, “Garagenvolk” racconta ciò ogni uomo desidera: un fine.

“Ha rinunciato al garage tutto d’un colpo”: in fondo, forse, quello che la macchina da presa vuole mostrarci è come un posto possa divenire uno scopo per non perdersi e per continuare a ritrovarsi.

 

Sceneggiatura: Natalija Yefimkina.

Fotografia: Axel Schneppat.

Montaggio: Nicole Fischer, Lucia Gerhardt, Markus Schmidt, Barbara Toennieshen.

Suono: Aleksej Antonov, Ivan Arapov, Sebastian Reuter, Paul Wilke.

Produzione: Tamtam Film.

Coproduzione: Mitteldeutscher Rundfunk.

In collaborazione con: ARTE.

 Con il sostegno di: Creative Europe Media, BKM, FFHSH, FFA.

Distribuzione internazionale: Rise and Shine.