Frosini/Timpano con “Archeologie Future” a Teatro Quarticciolo

Costruire il futuro prendendo coscienza di un passato cupo e discutibile. Fatto di violenza e perfidia, di ingiustizia e prevaricazione, di denaro e divisioni, di falso sensazionalismo. Evidenze quotidiane, a volte occulte altre spiattellate in faccia. Alla luce del sole o nelle soffuse stanze di un teatro, in una borgata romana.

Cuffie alle orecchie, ad ascoltare voci che si incrociano a generare un frullatore di rumori e suoni. Il caos, quello studiato a tavolino, per nulla casuale. Per distrarre, per spostare l’attenzione dei cuori e delle menti. “Archeologie future” è il progetto che è stato portato in scena dal 27 a 29 luglio a Teatro Quarticciolo nell’ambito della rassegna multidisciplinare “Sempre più fuori”. Elvira Frosini e Daniele Timpano, in collaborazione con Lorenzo Danesin, hanno dato forma a un percorso di 5 installazioni per drammaturgie sonore. Una reinvenzione in chiave silent experience di alcuni lavori che hanno reso celebre la Compagnia Frosini/Timpano. “Dux in scatola”, “Ecce Robot”, “Zombitudine”, “Acqua di Colonia”, “Ottantanove” hanno fornito frammenti drammaturgici e suggerito immaginari culturali articolati in altrettanti ambienti del Quarticciolo, allestisti ciascuno con scenografie (di Marta Montevecchi) e oggetti peculiari. Installazioni site-specific a definire mondi diversi, a orientare le sinapsi del pubblico – presente numeroso nei 3 giorni – su temi diversi.

I testi della compagnia in dialogo con musiche conosciute ma anche inedite, con nuove voci e citazioni. Luci, curate da Omar Scala e Luca Telleschi con la collaborazione di Marco Guarrera, a definire volumi e uno spettro variegato di emozioni.
Frosini/Timpano, alla guida in prima persona dei tour di gruppi in cuffia, hanno confezionato la rielaborazione nel periodo del lockdown, quando appunto si pose la necessità di interrompere le esibizioni dal vivo.

Archeologie Future, prodotto da Kataklisma Teatro e Scarti, è un lavoro forte e di rottura, polemico rispetto all’ordine costituito e dissacrante. Crudo e realista, nello sviscerare un lungo elenco di assurdità e ipocrisie che, nella centrifuga del vivere giorno dopo giorno, passano sotto traccia. Il coraggio di indagare, porre domande, la provocazione per scuotere.  
Il pubblico di Teatro Quarticciolo ha gradito.