C’è fervore nell’aria fuori dal Short Theatre il 15 settembre per la nuova performance di Muna Mussie, Fòro fóro. Le porte si aprono e ad accogliere gli spettatori c’è una stanza vuota e silenziosa. Cinque tele nere con una scritta in braille e cinque donne bendate con dei gomitoli in mano. Le luci al neon illuminano fievolmente le figure che, guidate dalla Mussie stessa, tessono sopra le scritte in braille. L’ago entra ed esce, fora la tela creando qualcosa di completamente nuovo. Il titolo allude al fòro, luogo legato, fin dall’antica Roma, al ritrovo della comunità, dove si scambiavano merci e idee, e a fóro che rimanda al buco che fa l’ago sulla tela. Mussie avvicina il linguaggio braille al ricamo, entrambi forano e modificano una superficie, creando segni, immagini tattili e parole tangibili.
Nuove figure e significati vengono ricamati sulle tele mentre le parole disordinate di “Faccetta Nera” riecheggiano nella sala. Le donne le urlano senza un ordine preciso. In questo modo perdono il loro significato originale, non vengono stigmatizzate ma rimasticate e digerite per poi venire vomitate in forma completamente nuova. Il testo della canzone non possiede più lo stesso contenuto, ora è diventato altro.
Mussie non ha paura della storia, anzi, vuole smuovere la rigidità che spesso la contraddistingue. Mussie ha messo in dialogo passato e futuro, cercando di elaborare una parte di storia ancora difficile da accettare. Ha aperto una conversazione con il passato, un passato che spesso non vogliamo ascoltare e che sembra troppo pesante da gestire. La storia non è e non deve essere un taboo. La nostra storia è la nostra storia, che ci piaccia o no. Non possiamo cambiarla o ignorarla ma possiamo imparare da essa.
Il ricamo è il mezzo con il quale si trasferisce qualcosa sul tessuto della realtà, ricamando usiamo attivamente le nostre mani, le nostre dita, per creare un nuovo segno che poi possiamo disfare e far diventare altro da sé. Scegliere i fili, creare nuove storie, comporre e scomporre, fare qualcosa per disfarlo poco dopo cambiando in continuazione.
Il filo è metaforicamente il filo del destino che ci unisce tutti. Passato, presente e futuro. Vedenti e non vedenti. Nazioni e popoli diversi. Siamo tutti legati e tutti possiamo intervenire attivamente per creare il nostro futuro, utilizzando il passato per andare avanti. Mussie è estremamente attuale e Fòro fóro è la performance di cui abbiamo bisogno in questo momento.