“The Beast in me”, la serie thriller Netflix in top10 da 3 settimane
Cosa c’è di vero nelle voci che ci circondano ogni giorno? Nei pettegolezzi del vicinato, nei mormorii dei colleghi, nei bisbiglii dei passanti. E se venire accusati di qualcosa che non si è mai fatto, diventasse la nostra realtà? Se tutte le voci poi diventassero la marea, come potremmo provare la nostra innocenza? Domande che forse trovano risposta nella miniserie The Beast in Me, uscita su Netflix il 13 novembre 2025. Firmata da Gabe Rotter e con tra i produttori esecutivi Jodie Foster, Conan O’Brien, e Claire Danes si è annunciata fin da subito un prodotto da divorare con gli occhi.

La storia segue la scrittrice di successo Agata Wiggs (Claire Danes), ritirata dalla vita pubblica dopo la morte del figlio. Questo, e la fine del suo matrimonio, l’hanno resa una figura isolata, sospesa a metà tra passato e presente. Quando il ricchissimo vicino di casa Nile Jarvis (Matthew Rhys) si presenta alla sua porta, Aggie sembra intravedere un’occasione. È qui che l’autrice, spenta e fragile, alla ricerca di qualcosa che torni a riaccenderla, gli propone un progetto al di là di una semplice biografia: la possibilità di donare se stesso al mondo. Redimersi dalle voci che lo perseguitano. Carismatico, enigmatico, manipolatore, Nile Jarvis è accusato dai media della scomparsa di sua moglie.
Una possibilità per entrambi, per trovare una via d’uscita dai mostri che li circondano. Un’occasione che si trasforma in un gioco ambiguo, in cui la linea tra osservatrice e preda si fa sempre più sottile. I due si sfidano in un duello continuo fatto di parole e indizi, all’interno di una sceneggiatura ritmica e tagliente. Le inquadrature sono molto intime, ma anche soffocanti. Gli attori che guardano direttamente in camera, facendo emergere l’angoscia interiore di Aggie. Al centro c’è sempre la voce della scrittrice che decide come raccontare la storia, immersa in un caso investigativo e quindi responsabile del raccontare la vita di questo magnate immobiliare che sembra essere colpevole, come potrebbe essere innocente. O forse no.
Narrazione e manipolazione sono le chiavi su cui si concentrano gli otto episodi della serie nata dall’idea del team che ha creato Homeland – caccia alla spia. L’ambiguità è uno dei perni su cui ruota questa macchina inaffidabile: la prospettiva traballante e lasciva della protagonista ci fa immergere in un mondo grigio e passivo, trascinato da una corrente che si fa plasmare dai soldi e dalle parole. Il mondo dei ricchi si scontra con la politica, l’attualità, la giustizia sociale. I Jarvis diventano il pieno simbolo dell’impunità: colpe impronunciabili portate via dal potere del denaro in un gioco psicologico che mette in crisi ogni integrità morale.

Consigliata a chi ama i thriller psicologici, i drammi interiori, i giochi di manipolazione mentale. Se si cerca l’introspezione più che il sangue, la tensione più che l’azione, questa serie offre tutto questo con una buona dose di colpi di scena. Perfetta anche per chi vuole guardare qualcosa di compatto, senza l’impegno di lunghe stagioni: otto puntate dove ogni scena ha peso, ogni silenzio parla più di mille parole.
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The Beast in Me – Regia: Antonio Campos, Tyne Rafaeli, Lila Neugebauer – Ideatore: Gabe Rotter – Con: Claires Danes, Matthew Rhys, Brittany Snow, Natalie Morales – Scenografia: Loren Weeks – Musiche: Sean Callery, Tim Callobre, Sara Barone – Costumi: Arjun Bhasin – Trucco: Tisa Howard – Montaggio: Philip Neel, Kane Platt, Ralph Jean-Pierre, Shelby Siegel – Fotografia: Lyle Vincent – Casa di Produzione: Teakwood Lane Productions, Overall Production, Conaco, 20th Television – Data di uscita: 13 novembre 2025.




