La serie di Ryan Murphy indaga il rapporto tra Bette Davis e Joan Crawford tra gelosie e incomprensioni
Ryan Murphy, prolifico autore di produzioni TV di successo, si è cimentato nel 2017 con la prima stagione di Feud (“Faida”), serie antologica che indaga i complessi retroscena del dorato mondo hollywoodiano. Gli otto episodi sono dedicati all’eterna rivalità tra Bette Davis e Joan Crawford (interpretate rispettivamente da Susan Sarandon e Jessica Lange), le due leggendarie attrici della “golden age” capaci, con le loro interpretazioni, di incantare milioni di spettatori.

Bette Davis e Joan Crawford sul set di “What Ever Happened to Baby Jane?”
Due donne all’apparenza diversissime: Bette più brava che bella e Joan più bella che brava. Eppure, potevano considerarsi l’una lo specchio dell’altra; entrambe vittime della misoginia che affliggeva Hollywood, avevano un passato burrascoso, fatto di abusi e pressioni psicologiche. Murphy, con mano chirurgica, passa al setaccio gli anni in cui Bette e Joan hanno mostrato al mondo il loro antagonismo, esploso durante la lavorazione del film cult Che fine ha fatto Baby Jane? (What Ever Happened to Baby Jane? R. Aldrich, 1962). In realtà, il loro rapporto mostrava crepe fin dagli anni Trenta a causa delle, seppur inconsapevoli, ingerenze professionali di Joan nella nascente carriera di Bette.
Tutto iniziò per colpa di un uomo
Il culmine fu il conteso amore per l’attore Franchot Tone, di cui Bette si invaghì. L’uomo però si innamorò perdutamente della sensuale Joan che sposò, lasciando la Davis nello sconforto. Molto permalosa, Bette si legò al dito questo “affronto” e considerò ogni passo professionale e privato della Crawford come un deliberato gesto a suo danno.
Nei primi anni Sessanta il mondo del cinema stava cambiando pelle e le due dive, ormai in declino, si trovarono “costrette” ad accettare di lavorare insieme per una produzione considerata di serie B. La lavorazione di Baby Jane fu molto complessa dato che le due cercavano continuamente di ostacolarsi; la Davis arrivò addirittura a ferire in testa la Crawford durante la realizzazione di una scena.
Ma dietro la rivalità, le attrici nascondevano una profonda ossessione per l’altra. Joan sperava di essere accettata e stimata professionalmente da Bette la quale, invece, nutriva una profonda tensione emotiva per la rivale, di cui invidiava la bellezza e lo spiccato magnetismo.
Due interpreti d’eccezione
La serie, disponibile su Disney+, si avvale di due interpreti di prim’ordine, perfettamente aderenti ai ruoli affidati. Se la Sarandon spinge l’acceleratore sulla supponenza della Davis – atteggiamento che cela una mancanza di fiducia in sé stessa – la Lange dà vita a una Crawford magnifica e decadente, alla costante ricerca d’affetto e attenzione.
Glamour e malinconica, la prima stagione di Feud segue una narrazione che procede per flashback e flash forward. Coprotagoniste, le colleghe di Bette e Joan (spicca Olivia de Havilland, interpretata da una troppo melliflua Catherine Zeta-Jones) che ricordano i momenti topici della loro animosità. Accanto a questi racconti “di facciata” Murphy scava nel profondo, mostrando agli spettatori il lato umano delle dive, il loro desolante quotidiano, il rapporto conflittuale con i figli, le invidie con le altre colleghe (su tutte, l’irraggiungibile Katharine Hepburn), i gossip costruiti ad arte dalla pettegola Hedda Hopper.
Se il quinto episodio, dedicato alla memorabile rivalsa di Joan su Bette durante la notte degli Oscar, segna l’apice della loro animoso divismo, nell’ottavo si toccano le corde del rimpianto. L’intimo desiderio di una Crawford ormai morente si materializza in un sogno in cui le due tentano di superare le incomprensioni e stringere un’amicizia.
Una serie tutta da gustare
La prima stagione di Feud è curatissima, soprattutto nelle ricostruzioni dei film interpretati dalle dive. La parte del leone (o meglio, della leonessa) la fa la Lange, con buona pace dell’impeccabile Sarandon. Si percepisce che Murphy provi una simpatia particolare per la Crawford, una donna “creata per gli altri”. La diva ebbe una carriera altalenante e la sua memoria venne macchiata dalla velenosa autobiografia della figlia Christina, adottata negli anni Quaranta. Un’anima fragile e instabile quella di Joan, a cui la Lange fornisce una luce speciale.
L’aspetto interessante di questo biopic è la riflessione sulla potenza distruttiva del cinema e sulla tormentata accettazione della vecchiaia. L’aggressiva femminilità che un tempo aveva distinto le due stelle negli anni si opacizza, lasciando spazio a un’angosciante solitudine. Eppure, Bette e Joan sono state estremamente all’avanguardia per i tempi. Madri di famiglia emancipate, erano loro a far quadrare i conti in casa. Venerate e strapagate in gioventù, negli anni del loro declino si trovarono a dover combattere per restare a galla ed emergere in un mondo ipercompetitivo.

Una scena tratta dal quinto episodio “E la vincitrice è… (gli Oscar 1963)”
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Feud – da un’idea di Ryan Murphy – Con Jessica Lange, Susan Sarandon, Judy Davis, Kierman Shipka, Jackie Hoffman, Alfred Molina, Stanley Tucci, Alison Wright, Naomi Watt, Diane Lane, Chloé Sevigny, Calista Flockart, Demi Moore, Molly Ringwald, Treat Williams, Joe Mantello, Russel Tovery, Tom Hollander – Anno 2017




