A Valmelaina il rito collettivo dei fan di Carlo Verdone: ogni 15 agosto si celebra la scena cult con Enzo e la sua Fiat Dino, tra citazioni, nostalgia e nuove generazioni che conoscono il film a memoria
Il popolo di Un sacco bello, come ogni 15 agosto, si ritrova anche quest’anno a celebrare a 45 anni dall’uscita del film il leggendario “palo della morte”, reso celebre da Carlo Verdone nell’episodio di Enzo, il coatto romano che sogna di partire per Cracovia a bordo della sua Fiat Dino Spider.

È qui, in via Giovanni Conti, a Valmelaina – periferia nord di Roma – che i fan si danno appuntamento ogni Ferragosto, tra citazioni diventate culto e foto commemorative nel luogo dove, nel 2020, il III Municipio ha voluto rendere omaggio a Verdone con una targa celebrativa. Un riconoscimento che ha consacrato questo angolo di Roma a vero e proprio luogo di pellegrinaggio per gli amanti del film.
Non manca nemmeno il nostalgico a bordo di una moto, che a tutto volume spara le note della colonna sonora composta dal Maestro Ennio Morricone: un mix indimenticabile di malinconia e leggerezza, capace di restituire tutta la magia e l’ironia di Un sacco bello.
Un quartiere profondamente trasformato da quel lontano gennaio del 1980, anno in cui uscì Un sacco bello. All’epoca, via Giovanni Conti era un lungo viale segnato da pochi palazzoni residenziali, testimonianza concreta della massiccia espansione urbana degli anni ’70. A dominare la scena, due imponenti tralicci che separavano le carreggiate, oggi sostituiti da una fitta vegetazione che costeggia tutto il rettilineo. Un luogo che, come più volte ricordato dallo stesso Verdone, si rivelò perfetto come set: scenario ideale per rappresentare, anche visivamente, la solitudine profonda dei due protagonisti. Un paesaggio spoglio e periferico che contribuiva a dare forza e verità emotiva a quella scena diventata ormai iconica.
Fu proprio qui che Verdone, alla sua prima prova da regista su “diktat” del produttore Sergio Leone, scelse di girare una delle scene più iconiche del film: l’appuntamento tra Enzo e Sergio (interpretato da Renato Scarpa), poi costretto a interrompere il viaggio a causa di una colica renale. Una scena rimasta nel cuore degli spettatori, così come il luogo che l’ha ospitata.
Un rito collettivo che si ripete da ormai dieci anni, reso ancora più speciale dalla benedizione di Carlo Verdone, che anche quest’anno non ha fatto mancare i suoi auguri di buon Ferragosto a tutti coloro che si sono ritrovati al leggendario “palo della morte”.
Nato dall’iniziativa spontanea di una community social, l’incontro annuale celebra un luogo che è entrato a pieno titolo nella memoria collettiva di tanti romani. Ogni 15 agosto, ci si ritrova lì, tra ricordi, battute e fotografie, per rendere omaggio a quei fotogrammi che sono diventati parte integrante della storia del cinema italiano.
Sorprende come tanti giovani, nati ben dopo l’uscita del film, conoscano a memoria le battute più celebri. La più gettonata resta sempre la storica: “Volevo sapé come t’eri messo per Feragosto” — un’espressione che, a distanza di 45 anni, continua a far sorridere e unire generazioni diverse.