Vorrei essere un uccellino le cui mani prendono cose per te
In scena dal 3 al 5 gennaio al Teatro Nuovo Montevergini di Palermo, Stefania Ventura unica interprete di Felicia (liberamente ispirato all’albo illustrato “Felicità ne avete” di Lisa Biggi e Monica Barengo), dialoga attraverso una marionetta ibrida raccontando con eleganza e delicatezza una fiaba legata a questioni controverse e pressanti nella nostra società tra teatro di figura, danza e recitazione. Protagonisti della pièce sono gli animali, che parlano tra di loro e discutono a proposito di una nuova figura che infesta il loro mondo, una strega di nome Felicia, che ha sottratto loro la felicità.
Adatto a qualsiasi pubblico, a partire dai 6 anni, le questioni che vuole mettere in scena sono legate al tema dello straniero, del diverso. Un tema attualissimo e contrastante, che riesce a mettere in discussione e far vacillare un intera comunità, intrisa di abitudini sempre uguali e equilibri stantii. La strega è sentita come un invasore, che toglie terreno e mette in discussione ogni cosa. Gli animali del bosco si sentono invasi da questa figura, che ai loro occhi ignoranti appare pericolosa. Felicia è una minaccia che nessuno osa affrontare.
Ma è proprio qui che si compie il miracolo, si fa avanti il personaggio di Tasso, un po’ casualmente, decide si affrontare la strega. Probabilmente il più coraggioso, incosciente o forse curioso di tutti gli animali del bosco, e incontra la strega ritrovandovisi faccia a faccia. Ma proprio grazie all’incontro di queste due figure antesignane, e nonostante i primi attimi di tensione, che la comunità degli animali si riscoprirà unita e riuscirà a vincere ogni pregiudizio, anche il più feroce.
Lo spettacolo inizia con un canto, che ricorda una litania orientale, e una piuma sarà mossa dall’attrice in scena, richiamandone l’ immagine della coda di un tasso. Vorrei essere un uccellino le cui mani prendono cose per te, canta la melodia e così anche nell’epilogo, riecheggeranno queste note. Questa volta il canto e la danza saranno liberatorie, per esorcizzare ogni paura e tensione. Un epilogo felice per tutti i protagonisti, di questa fiaba onirica, metafisica e sentimentale ma soprattutto per gli spettatori.
Felicia è la figura più vicina al mondo degli uomini ma parla come una bambina, usando un linguaggio imperfetto, che ricorda una prosodia infantile e ricca di dislalie. Gioca da sola nella sua grande casa, inventa storie e si relaziona con le sue bambole. Ma Felicia esprime al contempo la saggezza di una donna adulta. Forse, oltre a raccontare diffidenza, pregiudizi, l’invasione dello straniero, questo spettacolo vuole ricordarci che bisognerebbe restare bambini, anche quando il mondo dei grandi ci fa paura.
Felicia – Compagnia Quintoequilibrio. Con Stefania Ventura – scene e regia di Quinzio Quiscenti – collaborazione alla messa a punto della drammaturgia Simona Gambaro – Luci di Gabriele Gugliara – Marionetta ibrida realizzata da Giorgia Goldoni – Direttore di produzione Massimo Bertoni – Produzione Compagnia Quintoequilibrio e Teatro Evento, con il sostegno di Spazio Franco, Chapitò Danisinni, Piccolo teatro Patafisico, Gillamare Minimal Teatro – Firenze, partner di residenza Mirabilia Festival Europeo – Cuneo, Arti e Spettacolo L’Aquila, Compagnia Dracma – Reggio Calabria – Vincitore del Progetto CURA 2022 – Teatro Montevergini dal 3 al 5 gennaio.
Foto di copertina © Compagnia Quintoequilibrio